Il sapore dei ricordi. Roberto Campagna e la memoria di odori e gusti di un tempo

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La connessione tra letteratura e sensi è consolidata dalla lunga tradizione che vede l’intimo rapporto tra scrittura e visione, ispirata da esperienze olfattive, gustative e musicali.
I tredici racconti di Roberto Campagna contenuti nella pubblicazione Il sapore dei ricordi (Edizioni del Roveto) si ispirano alla tradizione culinaria popolare che, attraverso il cibo, veicola speranze e sentimenti di una generazione che ancora utilizza il linguaggio legato al “fare”, “preparare”, per esprimersi.

D’altra parte, indipendentemente dall’uso metodologico del pensiero freudiano, la letteratura viene intesa anche dallo stesso Freud in rapporto a un altro momento della elaborazione pulsionale e precisamente alla fantasia. In questo senso l’autore colloca la sua produzione, legata a stretto giro ai ricordi del passato suggeriti dalla suggestione dei sapori antichi.

immagine per immagine per Il sapore dei ricordi. Roberto CampagnaLa raccolta di Campagna potrebbe essere considerata anche un romanzo e gli stessi racconti i suoi capitoli, ma non lo è. Per farlo diventare tale, lo scrittore avrebbe dovuto cambiare la tecnica narrativa. Certo, non avrebbe avuto problemi, ma ha scelto un’altra strada per raccontare alcuni aspetti della vita di Flavio e lo ha fatto per dare maggiore forza alle storie narrate.

A differenza del romanzo che ha una trama orizzontale, quella del racconto è verticale, va diritta alla meta, senza altre divagazioni letterarie.

Da precisare però che la trama di questi tredici racconti, come per l’appunto un romanzo, è di tipo orizzontale perché contengono sconfinamenti, personaggi secondari, sottotrame e fatti estranei alla stessa storia principale che l’autore comunque è capace di intrecciare con una certa abilità.

Ogni racconto gira intorno a un piatto o a un prodotto tipico, il cui sapore è impresso nella memoria di Flavio. Da qui il titolo dello stesso libro, “Il sapore dei ricordi”. La letteratura popolare e in particolar modo il racconto orale, in questo libro, si coniugano insieme in uno squisito pamphlet di ricordi pseudo autobiografici.

Campagna, giornalista e sociologo, è un vero scrittore “popolare”, se con popolare si intende il lascito che la memoria imprime nella tradizione del saper narrare, con ironia e arguzia, episodi cruciali, in grado di sintetizzare una comunità e le sue tradizioni, i suoi sapori tipici e trasformarli in emozioni viventi, immortali.

I luoghi dei racconti dello scrittore sono alcuni paesi dell’Agro Pontino, alcune zone della provincia di Roma e delle Marche, che tracciano l’anima e cristallizzano gli stessi ricordi tra favola e cruda realtà come ne La strada di Federico Fellini.

Perché Il sapore dei ricordi è un libro pseudo autobiografico? Perché Flavio, il protagonista, è il riflesso nostalgico dello stesso autore: è infatti negli occhi di Flavio che Campagna ripercorre luoghi, fatti e sapori passati, forse scomparsi o in via di sparizione, ma indelebili nel suo palato.

I ricordi sono fatti di odori e gusti sopiti nel tempo e Campagna, con la sua verve narrativa frizzante e ironica – l’autore ha la capacità di scrivere una lingua corrente, colloquiale, senza risultare volgare – impasta le sue storie, usando lo stesso timbro scanzonato di un Balzac e lo fa trasportando il lettore nel suo mondo di nostalgiche disillusioni politiche, di scorribande canagliesche, di scherzi e alambicchi giovanili, di ripicche e fughe e amorazzi scollacciati.

Scrive nel racconto La ricomparsa della gassosa:

“Senza pensarci su Carmine mette giù il tre. Ma Flavio aveva proprio l’asso. Lo tira sbattendo il pugno sul tavolo e la gassosa che sorseggiava finisce su un braccio e sulle gambe di Gina. Belle gambe che Gina metteva in mostra indossando sempre e solo minigonne. Aveva quindici anni. Piccolina, con i capelli lunghi e neri e una quarta di seno.

Più di una volta Flavio ci aveva fatto un pensierino sopra. Ma era la ragazza di un suo amico! (…) E con il lembo della maglietta che indossava, le asciugò il braccio e le gambe. Restò fulminato da quel contatto, come se avesse toccato un filo scoperto dell’alta tensione.

Fu così che il suo pensierino si trasformò in chiodo fisso. Ma Gina era una ragazza a modo. Sfrontata solo nell’abbigliamento, ma timida, di sani principi, innamorata persa di Carmine. Ci mise quasi un anno Flavio per farla capitolare”.

Leggendo dunque Il sapore dei ricordi non si può non pensare a una tenerezza antica – ma come fa la tenerezza a non essere anche gioia rabbiosa per un tempo ormai perduto? – e soprattutto a una operazione di recupero sociale e culturale, a un “amarcord” che vuole farsi scatola magica, scrigno di ricordi, perché il vero miracolo dell’uomo è sapere di appartenere ad un luogo e di portarselo sempre dentro.

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Antonella A. Rizzo è nata a Roma il 17 gennaio 1967. E' poeta, scrittrice, giornalista, performer. Ha pubblicato: Il sonno di Salomè - Edizioni Tracce 2012. Confessioni di una giovane eretica - Edizioni Lepisma 2013, Cleopatra. Divina Donna d'Inferno - Fusibilia libri 2014, Iratae pièce teatrale con Maria Carla Trapani - Fusibilia libri 2015, Plethora – Nuove Edizioni Aldine 2016, A dimora le rose, Edizioni Croce 2018, A tutti quelli che non sanno che esiste il vortice – Lavinia Dickinson edizioni 2019.

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