Libri Come. Quando i social incontrano la letteratura: progetto per un mondo di futuri pensatori

Gaja Cenciarelli - Roma Tutto Maiuscolo (come sulle vecchie targhe)

Il tema di Libri Come quest’anno è stato la scuola. Certo è importante, anzi, essenziale che la letteratura, i libri e la scuola si incontrino, se non altro per “provare” ad interessare i lettori di domani. Ciò che però mi ha, in un certo senso, affascinata, è stato l’incontro dei social network col mondo letterario, e in due occasioni specifiche ne ho potuto constatare la sublimazione e l’eccezionalità.

Giovedì 12 marzo ho partecipato all’incontro organizzato per TwLetteratura. C’era Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese e uno dei fondatori di questa comunità letteraria su twitter, e c’erano gli studenti di alcune scuole superiori di Roma e dintorni.
Perché TwLetteratura rappresenta una sublimazione e un’eccezione nel mondo dei social? Perché attraverso un gioco – che si svolge su twitter – stimola i partecipanti a leggere o rileggere classici, testi anche ostici, in modo diverso, con uno sguardo a volte scanzonato, altre volte irriverente, comunque approfondito. E dopo averli riletti, un capitolo per volta, assieme alla comunità di TwLetteratura, ogni partecipante può “ri-scriverlo” su twitter, in 140 caratteri per volta. Questo esercizio diventa quindi una sorta di sfida con sé stessi (la sintesi non è alla portata di tutti), di voglia di entrare nel testo e di farlo proprio, di desiderio di condividere le emozioni che suscita “quella parola”, “quella frase”, “quel paragrafo”. TwLetteratura (acronimo nato per l’occasione e ormai adottato ovunque) ha cominciato a riproporre la lettura dei classici nel 2012, con La Luna e i Falò di Cesare Pavese, e in principio solo alcuni si sono lasciati affascinare da questo diverso utilizzo di twitter. Avere la pretesa di sfruttare il social degli short message per scavare in un testo letterario, scomporlo e ricomporlo in 140 caratteri, era davvero qualcosa di inconcepibile. Poi si è affrontato Dialoghi con Leucò, sempre di Pavese (ricordiamoci chi è l’ideatore di questa straordinaria avventura), testo difficilissimo ma evocativo, e da quel momento la comunità di TwLetteratura ha cominciato a crescere in maniera esponenziale, arrivando a parlare più lingue.
Pierluigi Vaccaneo è venuto a Roma per raccontare come sta procedendo il progetto di coinvolgere le scuole. Sta andando benissimo… Nel 2013 si sono affrontati I Promessi Sposi, poi Pinocchio, che ha interessato un notevole numero di scuole primarie, e in questo periodo si sta riscrivendo Il Piccolo Principe. Con l’hashtag #PetitPrince ogni giorno si affronta un capitolo, e a Libri Come si è riscritto il numero 11, quello sulla vanità. La platea di ragazzi ha ascoltato, preso nota delle istruzioni, confessato di non conoscere twitter e poi ci ha provato. Trecento ragazzi hanno provato a raccontare, in 140 caratteri, il loro punto di vista sul brano letto insieme. La vanità… e sui social c’è la fiera.

Sabato 14 marzo sono andata alla presentazione del libro “ROMA – tutto maiuscolo come sulle vecchie targhe”, scritto da Gaja Lombardi Cenciarelli e edito da 20090 Edizioni. Gaja è una scrittrice speciale, “bonacomerpane”, come dice lei, che incarna Roma e la romanità nella migliore accezione del termine. Migliore, perché nel suo scrivere c’è quella densità, quel cinico disincanto, propri di chi è nato e vissuto a Roma ed è quindi in grado di respirare storia e trasformarla in leggenda. Gaja è come un mix di Alberto Sordi e Nannarella, perché ha la battuta sagace e pronta, ma dietro c’è il sorriso amaro di chi sa, e ha trovato un modo per dirtelo senza straziarti. La particolarità di questo libro – in edizione più che tascabile, da taschino direi – è che è nato su Facebook. Periodicamente Gaja ci allietava con racconti veri o romanzati dei suoi incontri nei quartieri di Roma, con la titolare del negozio di alimentari che ora non c’è più, col barista piacione, con quei personaggi di varia umanità che forse non esistono più in altri luoghi del mondo. Forse non esistono più neanche a Roma.
I post di Gaja su Facebook erano scritti in romanesco, senza diplomatiche ripuliture, senza inutili carinerie. E la comunità che la segue ha chiesto a gran voce che quei racconti, quelle micro storie, diventassero un libro. E così è stato. Gaja cammina per le strade di Roma e su Facebook come il ponentino, che si insinua sotto i vestiti e scompiglia i capelli, e ti costringe a ridere anche se devi andare a recuperare il cappello dentro una pozzanghera di fango.

Ecco, la mia conclusione è questa. Possiamo imparare a unire il vecchio e il nuovo, la cultura e la tecnologia, la vita sociale e la “social vita”, traendo da questa unione un beneficio collettivo e arrivando là dove menti sopraffine e scienziati illustri non riescono ad arrivare: far crescere un nuovo mondo di pensatori. Giocando.

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Cetta De Luca, scrittrice, editor e blogger vive a Roma. Ha al suo attivo sei pubblicazioni tra romanzi e raccolte poetiche. Lavora nel campo dell'editing come free lance per la narrativa e collabora alla revisione di pubblicazioni di didattica nell'ambito letterario. Cura un blog personale http://www.cettadeluca.wordpress.com e spesso è ospite dei blog Inoltre e Svolgimento.
Nel poco tempo libero che le rimane tra lavoro e figli si impegna nell'organizzazione di eventi per il mondo letterario e, nello specifico, per gli scrittori.

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