Più Libri Più Liberi 2016 #19. I librai illuminati. Come riportare i lettori in libreria?

Quest’anno Più Libri Più Liberi mi ha sorpresa per le tematiche trattate. Nulla di nuovo, sia ben chiaro, in rete se ne parla da tempo, però in Fiera, salvo timidi accenni negli anni passati, mai. Sto parlando di come stia cambiando il mercato editoriale, del ruolo che riveste la piccola e media editoria, della riscoperta dei ruoli dei vari attori che compongono la filiera editoriale, tutto per ricondurre i lettori verso i libri. Quindi i librai hanno potuto dire la loro in più di una circostanza, i librai indipendenti (quante volte ho sentito questa parola negli ultimi cinque giorni…). All’evento cui ho partecipato c’erano Carmelo Calì, per Libri & Bar Pallotta, e Alessandro Alessandroni per Altroquando.

Nel mese di ottobre l’AIE ha commissionato all’Università Roma 3 una ricerca specifica sul Costumer Engagement in libreria, in pratica come dovrebbe essere la libreria ideale perché i lettori possano essere fidelizzati. Lo studio è stato guidato dalla Dott.ssa Michela Addis e da un gruppo di studenti, che hanno analizzato dei case history di altri brand, hanno intervistato un campione di utenti, hanno selezionato testi e hanno “spulciato” il web. Ne è venuto fuori un quadro interessante: i lettori apprezzano il verde e la natura (per l’ambientazione), elementi interni che richiamino i viaggi, suggestioni inerenti l’idea di tempo. Apprezzano spazi per potersi fermare o soffermare, magari ampi, amano le iniziative che li coinvolgono (eventi, presentazioni) indirettamente e quelle con le quali interagiscono direttamente (bookcrossing, baratto). I ragazzi hanno anche prodotto un panel con un’idea grafica di come dovrebbe essere questa libreria ideale, mettendo insieme tutti gli input ricevuti e traendo spunto da realtà già esistenti, soprattutto all’estero.

Alessandro e Carmelo ci hanno raccontato la loro esperienza. Stiamo parlando di due librerie romane storiche, che io conosco molto bene, una al centro di Roma, a due passi da Piazza Navona, quindi molto interessata anche dal passaggio dei turisti, l’altra nel cuore di Roma nord, a Ponte Milvio, un quartiere molto identitario e spesso difficile. Entrambe le librerie sono indipendenti, di piccole dimensioni, ma offrono al loro interno spazi di condivisione: Altroquando ha un pub, addirittura, mentre Pallotta ha un bar dove le persone si incontrano per la colazione del mattino o per l’aperitivo. Di eventi, presentazioni, incontri con gli autori se ne fanno molti, ma ovviamente non è sufficiente. Nascono così le iniziative per coinvolgere la gente, fortemente promosse sui social. Da Pallotta c’è Libri a Mollo, iniziativa che addirittura ha un suo marchio e che, in estate, coinvolge l’intera piazza di Ponte Milvio con reading, musica dal vivo, degustazioni. Entrambi i librai ammettono che sarebbe bello avere a disposizione spazi più ampi da offrire al pubblico, ma sono librai indipendenti e devono fare i conti con i costi di gestione. Ciò non toglie che i lettori apprezzino tutte le iniziative messe in campo (il libro sospeso è una di queste, ad esempio) e si lascino coinvolgere partecipando in prima persona e con entusiasmo.

La sensazione forte è che la gente voglia il contatto diretto, e avere davanti un interlocutore preparato, in grado di consigliare una lettura piuttosto che un’altra, col quale si possono scambiare quattro chiacchiere bevendo un caffè o un bicchiere di vino, fa di certo la differenza rispetto al commesso di catena. I librai indipendenti scelgono direttamente cosa mettere sugli scaffali (Altroquando nasce con una vocazione prevalentemente cinematografica, per esempio), conoscono gli editori in prima persona, sono creativi e usano ogni mezzo messo a loro disposizione per attirare gli utenti e farli tornare.

La notizia dell’ultima ora è che sta nascendo un’altra iniziativa che “lega insieme” quaranta librerie indipendenti romane per fare rete. I dettagli non sono ancora stati svelati, però sicuramente questa unione consentirà una diversa circolazione dei titoli proposti (attraverso un software comune), la possibilità di veicolare meglio gli autori per le presentazioni, l’opportunità di mettere insieme le forze per creare eventi che coinvolgano un sempre maggiore numero di persone.

Voglio chiudere tornando a quella parola tanto bella e che è stata ricorrente in questi giorni di Fiera: Indipendente. Editori, librai, scrittori, tutti sentono l’esigenza di mantenere ferma la loro identità, di essere identificabili, diversi e unici, riconoscibili per la loro professionalità, credibili per il prodotto offerto al pubblico, scollegati da logiche di sistema che fanno del solo profitto lo scopo stesso della loro esistenza. Sta tornando “di moda” l’attenzione verso il lettore, e questa è una bella notizia.

 

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Cetta De Luca, scrittrice, editor e blogger vive a Roma. Ha al suo attivo sei pubblicazioni tra romanzi e raccolte poetiche. Lavora nel campo dell'editing come free lance per la narrativa e collabora alla revisione di pubblicazioni di didattica nell'ambito letterario. Cura un blog personale http://www.cettadeluca.wordpress.com e spesso è ospite dei blog Inoltre e Svolgimento.
Nel poco tempo libero che le rimane tra lavoro e figli si impegna nell'organizzazione di eventi per il mondo letterario e, nello specifico, per gli scrittori.

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