Santa Maria ad Cryptas. Riapre la chiesa gioiello d’Abruzzo

immagine per Santa Maria ad Cryptas

Dopo una chiusura durata dieci anni e un ultimato restauro a causa del terremoto del 2009, è stata finalmente riaperta la chiesa di Santa Maria ad Cryptas  a pochi chilometri da L’Aquila, a Fossa, cittadina sorta sull’antico agglomerato romano di Aveia. La Chiesa, all’origine un tempio, ha assunto l’impianto attuale a partire dalla metà del Duecento.

Insieme al “canone” rappresentato dall’Oratorio di San Pellegrino di Bominaco, sempre nell’area aquilana, Santa Maria ad Cryptas è uno scrigno tanto scabro all’esterno quanto prezioso una volta varcata la soglia di ingresso, che apre su un ciclo di affreschi tra i più importanti in Abruzzo. Le scene sacre si avvicendano secondo due stili ed epoche distinte: il primo, di matrice bizantina, l’altro, successivo, di impronta toscana.

Così, l’inizio del ciclo originario vede il creatore dividere le terre dai mari, attuare la prima forma di scelta e per questo, si potrebbe dire, la prima forma d’arte, essendo l’arte un continuo distinguere.

Si vedono scene dalla vita della Vergine, la sua natività (in parte coperta da una loggia cinquecentesca successivamente aggiunta) e la visita alla cugina Elisabetta che indossa il manto giallo come indica l’iconografia ricorrente dell’episodio (da Giotto al Ghirlandaio, sino al Barocci della Chiesa Nuova).

Dietro l’altare, un’ultima cena di straordinaria fattura ci mostra brocche, forme di pane, piatti, pesci, simboli disposti su una tavola a cui idealmente si è seduto Mimmo Paladino in qualità di tredicesimo apostolo.

A fianco dell’altare, troneggia la Madonna del Latte di Gentile da Rocca (1283), splendidamente oscura, medioevale e opposta alla quattrocentesca scena dell’Annunciazione della parete settentrionale, realizzata pare da Sebastiano di Nicola da Casentino che così sotto il dipinto scrive, come per chiarirci una volta per tutte la committenza ricevuta: “Quisti Santi Ella Chappella a (fatta) pegnere Antonio De Paulu de Fossa – Sebastiano Pisis 1486”. Accanto ancora una figura della Madonna che tiene in grembo il bambino con una collana di coralli e, curioso dettaglio, con indosso delle scarpette.

Al lato dell’altare, una piccola scala scende nella cripta, dedicata forse originariamente, in epoca pre cristiana, al culto di Vesta, sacerdotessa custode del fuoco sacro che oggi, sotto altre forme, è tutt’altro che spento e anzi continua simbolicamente ad ardere nella cura per il territorio e i suoi tesori, nonostante i venti e le avversità talvolta soffino davvero forte.

In concomitanza con la Giornata Internazionale della Guida Turistica, con la riapertura ufficiale il 24 febbraio,  sono state organizzate visite guidate, condotte, in più turni per i visitatori. dalla Dott.ssa Lucia Tognocchi.

Info

  • Santa Maria ad Cryptas
  • Fossa (AQ)
  • www.comunedifossa.it
  • Facebook: Associazione Culturale Monti Naviganti
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Donato Di Pelino (Roma, 1987) è avvocato specializzato nel Diritto d’autore e proprietà intellettuale. Scrive di arte contemporanea e si occupa di poesia e musica. È tra i fondatori dell’associazione Mossa, residenza per la promozione dell’arte contemporanea a Genova. Le sue poesie sono state pubblicate in: antologia Premio Mario Luzi (2012), quaderni del Laboratorio Contumaciale di Tomaso Binga (2012), I poeti incontrano la Costituzione (Futura Editrice, 2017). Collabora con i suoi testi nell’organizzazione di eventi con vari artist run space.

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