Più Libri Più Liberi 2019 #3. Olga Misik e libertà di parola in Russia.

Sullo schermo apparivano le immagini di una ragazza minuta di 17 anni, seduta per terra su una strada di Mosca, intenta a leggere sulle gambe incrociate la costituzione russa, dietro di lei una fila di poliziotti equipaggiati antisommossa. In Sala Nuvola, tra gli applausi delle centinaia di studenti italiani, eccola Olga Misik, l’attivista russa che è diventata il simbolo delle battaglie per i diritti civili, che rischia il carcere duro per aver partecipato più volte a tumulti di massa non autorizzati (art. 212 c.p.).
immagine per Olga Misik
Olga è una ragazza semplice e sincera, quando risponde alle domande di Rosalba Castelletti, vincendo la balbuzie, sulla prima volta che ha letto la Costituzione ai suoi amici ed ai poliziotti, è stata fermata, portata al posto di polizia e poi liberata dai genitori in quanto minorenne. Ha detto che si è meravigliata a Roma perché al liceo Virgilio occupato non ha visto poliziotti, mentre a Mosca per ogni manifestazione od occupazione occorre chiedere una autorizzazione quasi impossibile da ottenere. Poi la polizia è dovunque ad impedire la libertà di manifestare per i propri diritti.

Olga Misik dalla provincia in cui viveva con la famiglia si è spostata a Mosca per seguire una scuola di giornalismo e da agosto ha sempre manifestato per far rispettare il diritto ad elezioni libere e per l’esclusione di candidati indipendenti dalle elezioni municipali. È stata fermata 11 volte ed ora attende l’esito del processo penale e quando diventerà maggiorenne potrebbe anche andare in carcere. Ha ricordato che altri amici che parlavano di resistenza civile, accusati di istigazione terroristica sono già in carcere.

Ma lei cerca di fare tutto il possibile – ha detto – prima di essere fermata. Più persone scenderanno in piazza più potremo ottenere – ha proseguito -. Ha poi parlato della propaganda di regime che ha molti soldi e la attacca direttamente od indirettamente attraverso i media. Ha ribadito che la situazione in Russia è molto pericolosa per i dissidenti ma lei è maturata moltissimo e riesce a convivere con una società come quella russa in cui non c’è libertà di parola e di stampa.

Alla fine tanti ragazzi delle scuole italiane hanno voluto fare domande alla coetanea russa, partecipi della privazione della libertà di parola di tanti altri giovani, che fortunatamente loro non soffrono.

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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