Nora Krug. Leggere fumetti sulle macerie della storia per vedere questo nostro 2020

Cosa è una biografia oggi? Nora Krug nel suo Heimat dà la sua personale risposta su come una ragazza tedesca alla ricerca della propria storia potrebbe perdersi nel XXI secolo, costruendole attorno un allucinato presente, dove il senso di colpa domina tutto. 

Il bisogno di storie è un sentimento profondo e antico. Nella nostra contemporaneità però alla necessità di grandi narrazioni che ci colpiscano, si è affiancato un fabbisogno quotidiano di finzioni “usa e getta” nelle quali moltissime sono le storie sul Nazismo o sulla shoa. 

immagine per Nora Krug
Nora Krug, Heimat

Su questa evidenza, in maniera seria e coscienziosa Nora Krug si allontana da questa specie di genere letterario e fonda la sua fatica.

Questo libro presentato nel 2019 al festival Bilbolbul invita a fare quello che i lettori di libri con le figure fanno non appena ne sfogliamo uno: iniziare a leggere un albo dalle immagini, invece che dalle parole, per poi verbalizzare in un secondo momento (su carta o a mente).

Certo è che Heimat (traducibile dal tedesco col termine “casa” “patria” o “rifugio emotivo” si rivolge proprio al senso della vista.  Interroga i nostri occhi come organi di senso che in quanto i più vicini al discorso visuale, intercettano la parte figurativa del linguaggio prima del resto. 

La percezione di Heimat, in certi momenti, è quella di essere affacciati a immense finestre. In altri, a bordo di collage di oggetti volanti come illustrazioni, fotografie, infografiche e manoscritti troviamo un vero e proprio set personale dal quale guardare la storia.

Nora Krug, Heimat

In altri ancora ci troviamo nel bazar di invenzioni tedesche (dai cerotti alla borsa dell’acqua calda al raccoglitore ad anelli alla colla Uhu), dal quale possiamo contemplare un catalogo immaginario di oggetti reali.

Siamo all’aperto o nel chiuso di un pensiero oppure in quello di un ricordo e subito dopo ci accorgiamo che della natura di tutti questi momenti possiamo afferrare alcuni elementi isolati di portata gigantesca: montagne, foreste, ghiacciai, deserti, oceani.

Quanto è diverso questo modo di raccontare dal registro dei documentari storici o da certe trasmissioni televisive di stampo divulgativo?

immagine per Heimat di Nora KrugCon questi presagi, il momento nel quale si sfoglia la copertina è quello nel quale vediamo la protagonista rivolta verso l’abisso nel suo infinito temporale che ricorda in tutto e per tutto la famosissima opera di Caspar David Friedrich “Il viandante sul mare di nebbia” (1918), il dipinto più rappresentativo del sublime romantico. 

Il “sublime” però non è di tutti, come dimostra la figurina rossa che si stacca dallo sfondo, ma permea tutto; è diffusivo e può perfino essere soffocante, lascia solo minuscoli pertugi da cui, quasi clandestinamente entra nell’aria. 

La storia è dunque a tutti nota e per questo deve essere ancora e sempre da narrare! Una giovane donna tedesca ricostruisce la storia dei due rami della sua famiglia, il ramo paterno e quello materno, per raccontare a sé stessa quanto sia difficile parlare di patria in Germania (la “heimat” del titolo) e allo stesso tempo quanto sia altrettanto difficile fare i conti con i propri fantasmi. 

È così che disegni, fotografie, vecchie cartoline e ritagli di giornale raccolti dall’artista – accompagnati dal testo – trasformano la storia in un racconto politico e morale. Questo è chiaro fin da subito.

La visione di una società sull’orlo della catastrofe, a cui i taglienti dettagli della Krug non risparmiano nulla, è il perno di questa versione della storia con la s maiuscola.

Le sue illustrazioni infatti sembrano avere già la patina del tempo. L’ottica lucida e mai consolatoria dell’autrice non ha bisogno del “qui e ora”, ma già interpreta la storia; una storia moderna e allo stesso tempo qualcosa che forse è già passato ma che nella sua ineluttabile catastrofe diventa profetica e in qualche modo eterna e fuori dal trascorrere del tempo. Attraverso le montagne tedesche, i tralicci e le prospettive da grande mercato, la Kruger si fa poetessa dell’epica di un’umanità a pezzetti che molto ci assomiglia.

Alla fine, restano ancora a resistere una ragazza in rosso e una parola difficile da riconfigurare. Accostare la parola così come veniva declinata nella Germania degli anni Trenta al progetto della Kruger, fa un certo effetto, sia perché a promuovere continuamente idee che si incontrano con i luoghi è, in questo poemetto di immagini, un soggetto fuori dal comune, cioè la Storia; sia perché i luoghi, sono per tutti gli esseri umani presenti degli interlocutori assoluti e su questo l’autrice lascia abbondantemente spazio all’interpretazione soggettiva.

In un’epoca che ha bisogno di dotarsi ogni pochi passi di segnaletiche per monitorare con sicurezza gli spostamenti di chi è in cammino, l’assenza totale di riferimenti, in queste immagini, ci ricorda cos’era lo spaesamento anche solo fino ad un anno fa e quanto era necessario per affinare il senso dell’orientamento. Chissà se nel nostro futuro torneremo a capire a cosa serve perdersi.

Nora Krug, Heimat

Heimat
di Nora Krug
traduzione di Giovanna Granato
Einaudi, 2019

Website | + ARTICOLI

Matilde Puleo è storica e critica d’arte, curatrice, organizzatrice di eventi culturali e docente. Ha collaborato con riviste di settore e scrive regolarmente di arti visive e cultura. Collaboratrice di alcune gallerie private e istituzioni museali, nel 2006 ha istituito un’associazione culturale (www.megamega.it) per la quale ha curato la direzione artistica promuovendo progetti d’arte in spazi pubblici. Dal 2008 al 2014 è Indipendent Curator con “Mushroom – germinazioni d’arte contemporanea”; “Marker- evidenziare artisti emergenti” (edizione 2009); “Contrasted-opposti itinerari” (2010) e PP-percorsi personali (2011), progetti sostenuti da TRART (Regione Toscana), per uno spazio espositivo del Comune di Arezzo, nel quale ha promosso l’attività formativo-espositiva dei giovani artisti del territorio. Ha scritto numerosi testi per libri e cataloghi ed ha collaborato con l’Università degli studi di Siena, per l’insegnamento di storia dell’arte contemporanea. Dal 2002 è giornalista per la rivista cartacea Espoarte e collaboratrice free-lance per alcune riviste on-line. Dal 2011 al 2014 ha organizzato progetti speciali (patrocinati dalla Regione Toscana), finalizzati alla realizzazione di workshop, mostre ed eventi dal vivo, performance e ricerca video. E' stata ed è divulgatrice anche attraverso seminari, workshop e conversazioni. Attualmente cerca di mantenere un orizzonte ampio di scrittrice, studiosa e autrice di progetti nei quali intrecciare filosofia, illustrazione, danza, teatro e formazione. La tendenza è quella di portare avanti l’approfondimento e l’articolazione del pensiero come fari con i quali sviluppare la necessaria capacità d’osservazione e di lettura del mondo.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.