La difesa della bellezza. Piemonte archeologico

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Area Archeologica di Industria, Torino Credits: http://www.piemonteis.org/?p=4320

La nostra rubrica oggi ci porta in Piemonte, una terra dalla storia affascinante, che fino a circa 10.000 anni fa aveva limitato la presenza umana nelle aree non interessate dai grandi ghiacciai che la caratterizzavano, ma che ha poi visto fiorire molte importantissime civiltà, a partire dal Neolitico.
L’amore per l’arte potrebbe esser nato ammirando quella che per noi oggi è l’archeologia?

È sempre questa la domanda che accompagna I parchi della bellezza alla scoperta delle meraviglie archeologiche del nostro paese, attraversando l’Italia e viaggiando a ritroso nei secoli fino quasi all’infinito, per immergerci nell’immenso patrimonio artistico e culturale che possiede.

Con il trascorrere dei secoli è andata formandosi quella che potremmo definire la ricerca di una conoscenza nella quale poterci riconoscere.

Scrutando e assaporando la bellezza dei luoghi, dei territori antichi ancora racchiusi in attesa di esser compresi, svelati e raccontati, in questo scritto vi accompagno nella Preistoria, pensando a millenni di evoluzione sociale, ambientale, tecnologica e anche ai grandi artisti.

Passeggiando

Come abbiamo detto, in Piemonte la presenza umana nel Paleolitico pare limitata alle zone oltre i ghiacciai e alle grotte, ma già con il Neolitico si svilupperanno insediamenti palafitticoli intorno al Lago di Viverone e ai Lagoni di Mercurago e poi, tra l’Età del Bronzo e quella del Ferro, l’importante cultura di Golasecca. La regione sarà poi interessata, a partire dal IV sec. a.C., dalla frequentazione dei Galli, che si andarono a fondere con le popolazioni di ceppo ligure presenti nella zona. Con l’arrivo dei Romani furono fondate numerose città, che risultarono fondamentali per il presidio dei valichi.

Con la nostra rubrica I parchi della bellezza andremo oggi a scoprire alcuni delle più importanti aree archeologiche del Piemonte: quella di Industria, quella di Augusta Bagiennorum e quella di Libarna.

Oltre a questi, che andremo ad osservare più da vicino, vale comunque la pena di ricordare altre importanti strutture diffuse lungo il territorio, fra cui gli archi dell’acquedotto di Acquae Statiellae e l’impianto termale, l’anfiteatro di Ivrea o l’area archeologica del Turriglio.

Cominciamo dalla provincia di Torino, dove si trova Industria, costruita dai Romani dove si trovava il più antico villaggio ligure di Bodicomagus e poi divenuta un importante centro metallurgico ma, soprattutto, commerciale, vista la sua posizione strategica in prossimità della confluenza della Dora nel fiume Po.

Tra il I e il II secolo d.C., per via della presenza di un tempio dedicato a Iside e Serapide, divinità orientali che avevano raggiunto grande popolarità presso i Romani, Industria divenne anche un importante centro religioso. Cadde intorno al V-VI secolo, a causa delle invasioni barbariche e degli Unni.

L’assetto urbano che ci è possibile osservare ancora oggi risale all’età augustea, quando l’abitato fu riassestato. Anche se c’è ancora tanto da riportare alla luce, possiamo osservare come la cittadina avesse la struttura canonica delle colonie romane, con edifici – botteghe, tabernae e abitazioni – disposti in modo regolare lungo le principali strade. Sono ben visibili i resti di una domus, con la sua ricca pavimentazione, ma a colpire sono soprattutto quelli del tempio, al centro della cittadina.

La vasta area sacra era attraversata da una strada, ai cui lati si possono individuare un ambiente quadrato, destinato ai fedeli, e uno semicircolare, chiuso da un portico, al cui termine si trovava un’esedra monumentale.

Sul suo altro lato, invece, si ergeva l’alto podio, dotato di scalinata. (foto 1, foto 2)

Spostandoci verso Cuneo incontriamo invece Julia Augusta Bagiennorum.

Il nome è quello romano dato alla colonia che andò a sovrapporsi, anche in questo caso, a un più antico centro dei Liguri Bagienni, intorno al 25 a.C., fra il Po e il Panaro.

Il centro acquisì presto importanza strategica per il controllo della pianura padana, le valli e i valichi alpini. Persa l’importanza di quelle particolari vie di transito, la città cadde in declino intorno al IV secolo d. C., iniziando a spopolarsi.

Venne riscoperta solo alla fine dell’Ottocento, e adesso ci è possibile vederne una parte esigua: solo 5 ettari dei 21 originari. I restanti sono occupati dalle coltivazioni e sono proprietà privata. Il percorso che è stato organizzato per visitare l’area, però, permette di farsi un’idea piuttosto chiara di quello che era l’abitato romano.

Si comincia dalla chiesetta di San Pietro, costruita sopra l’antico acquedotto extraurbano nel XV secolo, vicino alla necropoli meridionale, e si procede – a piedi o in bicicletta – fino a raggiungere la parte in cui si trovavano l’area sacra, il Foro e la basilica civile, il teatro, con un quadriportico dietro la scena, e poi, al termine della strada della Roncaglia, l’anfiteatro e la Cascina di Ellena, oggi sede del Parco e della Sovrintendenza(foto 3, foto 4)

In provincia di Alessandria, infine, possiamo visitare un’antica città sulle rive dello Scriva che, tutt’oggi, si mostra posta in posizione strategica per i trasporti – si trova infatti vicino a un’arteria stradale e a uno snodo ferroviario.

Si tratta di Libarna, fondata dai Liguri Dectunini e poi arresasi a Roma – secondo la testimonianza di Livio – nel 191 a. C. La città si trovava nei pressi dell’importante Via Postumia e cadde in declino in seguito alle invasioni barbariche.

Anche in questo caso, quello che oggi ci è possibile vedere è ben poco rispetto all’originaria estensione dell’abitato, ma i reperti sono sufficienti a testimoniare l’ottimo traffico commerciale di cui Libarna godette, soprattutto in età imperiale. Sono ben individuabili resti di abitazioni con pavimentazioni musive, una delle quali particolarmente interessante e che mostra il mito di Licurgo.

Vi sono poi il teatro e l’anfiteatro, databili tutti e due al I secolo d. C. circa e capaci di ospitare rispettivamente 7000 e 3800 spettatori.

Per la maggior parte, i reperti della cittadina sono oggi conservati presso il Museo di Antichità di Torino e il Museo di Archeologia Ligure di Genova-Pegli; altri sono invece esposti presso l’Area Museale di Libarna, al Municipio di Serravalle Scrivia. (foto 5, foto 6)

Info

Area Archeologica di Industria:

  • Monteu da Po 10020 (TO)
  • Corso Industria
  • Tel: +39 339.3105197
  • Sito web: http://www.parks.it
  • Aperta dal lunedì alla domenica, dalle ore 9:00 al tramonto.

Area Archeologica di Augusta Bagiennorum:

  • Bene Vagienna (CN)
  • Frazione Roncaglia
  • Tel: 0172/65.41.52        +39 380.6907716
  • Email: ufficiocultura@benevagienna.it
  • Sito web: www.benevagienna.it
  • Info: www.archea.info
  • Aperta tutti i giorni, dall’alba al tramonto.

Area Archeologica di Libarna

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Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.

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