La difesa della bellezza. Il Parco Archeologico di Ostia antica

immagine per Parco Archeologico di Ostia Antica, Roma Credits: Roberto Civetta
Parco Archeologico di Ostia Antica, Roma Credits: Roberto Civetta

Nel nostro precedente appuntamento con I parchi della bellezza abbiamo nominato alcuni importanti luoghi e musei del Lazio, che rendono la regione importantissima dal punto di vista archeologico. Come anticipato, oggi andremo a vedere più nel dettaglio un sito eccezionale, quello di Ostia Antica.

L’amore per l’arte potrebbe esser nato ammirando quella che per noi oggi è l’archeologia?

È sempre questa la domanda che accompagna I parchi della bellezza alla scoperta delle meraviglie archeologiche del nostro paese, attraversando l’Italia e viaggiando a ritroso nei secoli fino quasi all’infinito, per immergerci nell’immenso patrimonio artistico e culturale che possiede.

Con il trascorrere dei secoli è andata formandosi quella che potremmo definire la ricerca di una conoscenza nella quale poterci riconoscere. Scrutando e assaporando la bellezza dei luoghi, dei territori antichi ancora racchiusi in attesa di esser compresi, svelati e raccontati, in questo scritto vi accompagno nella Preistoria, pensando a millenni di evoluzione sociale, ambientale, tecnologica e anche ai grandi artisti.

Passeggiando

Prima di iniziare a raccontare la storia di Ostia Antica, prendiamo una cartina geografica e poi chiudiamo gli occhi per un attimo.

Facciamo un piccolo sforzo di immaginazione: dobbiamo tenere ben presente che, all’epoca della sua fondazione, la fisionomia del territorio e del paesaggio circostante era molto diversa da quella odierna, tanto che ci si potrebbe domandare come mai una città il cui nome significa “foce” (dal latino ostium) si trovi così distante dalle acque.

Niente di strano: è solo il tempo che fa il suo corso e cambia tutto quanto. Il fiume Tevere, infatti, che ora tocca l’abitato solo a ovest e per un breve tratto, prima di una terribile alluvione, avvenuta nel 1557, ne costeggiava il lato nord; anche il mare era molto più vicino di quanto non sia adesso.

La magia dell’archeologia, però, ci permette di fare un salto indietro nel tempo e tornare a vivere la cittadina come l’importante porto che è stata. Dunque, iniziamo!

Nonostante i reperti più antichi risalgano al IV sec a. C., la tradizione vuole che a fondare Ostia sia stato il re Anco Marzio, nel 620 a.C., così da sfruttare le saline che erano presenti alla foce del Tevere (da qui, non a caso, il suo nome).

I resti, però, ci mostrano di un castrum, un insediamento con funzione militare, in blocchi di tufo, probabilmente edificato dai coloni romani a difesa della costa.

Questa funzione venne meno già nel II secolo a.C., poiché Roma si era ormai assicurata il predominio del Mediterraneo, e così Ostia, inquanto porto fluviale, divenne un importante emporio mercantile, che crebbe in prosperità nel corso dei secoli, fino ad arrivare a contare addirittura 50000 abitanti, nel II sec. d.C.

Alla fine dell’età repubblicana, l’abitato ci si mostra cinto da mura. Vi si poteva accedere attraverso tre porte: la Romana, la Laurentina e la Marina, poste in collegamento alle vie principali. Oltre le mura, si trovavano due necropoli, rispettivamente sulla via Ostiense e sulla via Laurentina.

Quest’ultima, in particolare, risulta interessante per il ceto sociale dei suoi sepolti: liberti, ossia degli schiavi liberati. Si può notare dalla struttura degli ambienti funerari come questi, inizialmente ai margini della società, abbiamo assunto nel tempo una sempre maggiore importanza, trasformando le loro tombe da semplici recinti rettangolari, in veri e propri monumenti funebri.

Gli scavi ottocenteschi effettuati sul sito, inoltre, hanno portato alla luce quattro sepolcri dipinti, detti “Tombe dei Claudii” perché un’iscrizione ricorda i liberti liberati dall’imperatore, e le cui pitture sono oggi ai Musei Vaticani.

Nel II secolo d. C., nel suo momento più florido, Ostia cambia la sua fisionomia, arricchendosi di nuovi ambienti.

È a questo periodo che risalgono la sistemazione del foro e la costruzione delle terme, degli horrea (depositi granari), delle scholae (sedi di associazioni professionali) delle insulae (caseggiati d’affitto) e del maggior tempio della città, il Capitolium.

Sappiamo che nel III secolo, poi, la maggior parte delle attività commerciali si spostò a Porto e che nel VI secolo Ostia appariva ormai abbandonata.

Nel 1865, poi, per ospitare i reperti ritrovati durante gli scavi, su iniziativa dell’archeologo Pietro Ercole Visconti, venne creato il Museo Ostiense, all’interno del “Casone del Sale”, un magazzino ristrutturato appositamente per l’occasione – inizialmente, invece, i resti erano stati sistemati in cinque sale nel Castello di Giulio II.

Dopo molti interventi di ampliamento, il museo raggiunse la sua attuale fisionomia nel 1962. Diviso in varie sale, di cui visitabili al momento solo nove, per ragioni conservative, dal 2000 è dedicato esclusivamente alla scultura in marmo. Fra le opere vale la pena ricordare la statua di Apollo, proveniente dalla Domus di Protiro, e il gruppo scultoreo di Mitra Tauroctono (140-145 d.C.), che si trovava nel Mitreo sotto le Terme del Mitra.

Oltre a questi, anche un Dodekatheon – altare circolare raffigurante i dodici dei –, una statua di Perseo con la testa di Medusa, di età flavio-adrianea, una dell’imperatore Traiano, e quella di Cartilio Poplicola, che fu un grande benefattore della comunità ostiense, e un sarcofago con scene dell’Iliade (II-III sec d.C.), proveniente dalla necropoli di Pianabella, a sud dell’antico abitato.

L’Area Archeologica di Ostia Antica invece è dal martedì alla domenica e festivi – ad eccezione del primo gennaio, del primo maggio e del 25 dicembre –, dalle ore 8:30. L’orario di chiusura cambia in base al periodo dell’anno: dal 25 ottobre a febbraio, è alle 17:15; dal primo aprile al 30 settembre è alle 19:00; dal primo al 24 ottobre è alle 18:30. L’ultimo ingresso consentito è calcolato un’ora prima della chiusura.

È consentito l’accesso anche ai cani di piccola taglia, da tenere a guinzaglio, e si consiglia di avere un abbigliamento comodo per camminare.

Per via della vicinanza con l’aeroporto di Fiumicino, tutta l’area è no drone zone: è quindi assolutamente vietato l’utilizzo di qualsiasi dispositivo di questo tipo, anche a bassa quota.

Parco Archeologico di Ostia antica

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Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.

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