Mare Egeo. Dell’acqua, del fuoco e degli dei

Mar Egeo
Mar Egeo
Mar Egeo

Domino un mare incantato. Dove sono le sirene di Ulisse?
Il mio anello ha lo stesso colore del mare.
Un mare totalmente blu, cosa avrà significato per i primi marinai, attraversarlo?

Attorno la terra montagnosa e brulla, attorno le isole, isole dai contorni frastagliati e sfumati. Hanno profili strani, spesso sono solo scogli isolati che si ergono dal mare.
Siamo nati per navigare.

Incontro a Delo l’isola sacra.
Pietre che attendono da oltre duemila anni, che si ergono sempre verso il cielo; sempre immerse nello stesso silenzio.
Delo, dove nacque Apollo il dio del sole…
Mitologia.
Dioniso ha il suo tempio qui, un piccolo tempio dove è ancora possibile immaginare gli antichi riti immersi nell’odore di menta e di fieno, fra il guizzare dei ramarri e il respiro sospeso di queste pietre, di queste case. Qui la natura è sovrana, le api, i fiori gialli e rossi, gli odori di erbe forti e profumate, i ramarri padroni dello spazio antico ed il silenzio che viene dal mare.

E poi, a sera, davanti ad un tramonto egeo, mentre il vento leviga la scogliera. si ha la certezza che in ogni vita ci sono tante epifanie, belle come questo tramonto.

Come gli sguardi e l’immaginario che crea associazioni dell’anima (come quel pescatore con le dita della mano mozzate così simile alla mano dell’Esculapio di Epidauro…) .

L’Egeo è increspato, come sempre, battuto dai venti con queste rocce brulle.
È un mare nervoso. dicono che Poseidone, in questi frangenti, si pettini la barba con rabbia…
In realtà l’Egeo parla della storia più remota, parla di se stesso e dell’infinita lotta degli dei per il dominio delle città e proprio di Poseidone, sempre battuto, sempre sconfitto da qualche altro dio e sempre più relegato al solo dominio dei mari.

Navigare, navigare e poi sopraggiunge Santorini come un sogno sorto sulla cresta del cratere vulcanico.
Quella che fu  l’isola dimenticata, la punizione che incombe dagli dei, la Santorini quasi priva di abitanti, ancora ferita dai terremoti passati, la Santorini delle macerie, oggi si stende colorata e vivace fra montagna e mare, con le sue piscine a sfioro che guardano l’infinito, le sue spa, le teleferiche, le gite negli abissi, il turismo globale e globalizzato.

C’era una stanza tutta colorata nella zona dell’antico terremoto su una silenziosissima ed incantata vista sul mare.
Era incredibile quel silenzio ed incredibili i colori. Le rovine regnavano sovrane ed i resti delle case mozzate nascondevano ancora presenze senza pace. Lungo la notte il vento soffiava crudele. Sembrava una voce roca e maledicente.
Nascevano leggende: la morte che giunge a punire, la stanza affacciata sulla mezzaluna del cratere di notte sembra l’ultimo rifugio del naufrago della vita: sperduto, abbandonato, attorniato solo dal vento, dalle scogliere e dal mare che sovrasta un fuoco perenne.

Il vulcano, visto dall’alto, si mostra nella sua rotonda circolarità. Immobile il mare esplode di rosso al tramonto, il dio del fuoco si fa nuovamente sentire attraverso la luce del sole che scompare nel suo immenso cratere. Una spiaggia appare sul versante del mare aperto. La montagna lo circonda come un taglio netto.
Il mare è grigio questa sera, grigio-viola e la montagna è un gigante che cerca di conquistarlo.

Amo quest’ora serotina, l’odore del mare che si fa forte e accogliente i gabbiani che planano prima di ritornare al loro nido d’acqua.
Amo il rumore del mare che s’infrange come un suono di rimpianto.
Le notti saranno stupende.

 

 

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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