Alla BIAF-Biennale di Firenze 2022 guardando all’Art Market globale.

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Cosa succede in Italia dopo le edizioni estive di TEFAF e ARTBASEL?
Pubblico internazionale e ottima affluenza a Firenze nelle tre giornate inaugurali di BIAF (24 settembre – 2 ottobre 2022), la storica Biennale Internazionale d’Arte (32° edizione) nel principesco Palazzo Corsini.

In quasi 80 Stand, progettati dal designer Matteo Corvino, alle arti dal Medioevo al Novecento, si mescolano  Post-War e Contemporary, con apporti di archeologia e design. La tendenza a privilegiare un collezionismo trasversale (cross-collecting), nel gusto delle generazioni attive sul mercato dell’ arte, è alla radice della varietà delle proposte.

Che incorpora preziosità da Wunderkammer (lavori in pietre dure, avorio e metalli preziosi, raccolte neoclassiche da cammei, bronzi, marmi e mobili molto selezionati),  importanti esempi di ritrattistica (da Canova a Boccioni) e paesaggio,  sculture in bronzo, terracotta, marmo e legno in grado di soddisfare un pubblico mostratosi competente e orientato alle acquisizioni.

ArtBasel e UBS Global Art Market Report

Cerchiamo di illustrare le scelte dei maggiori galleristi internazionali italiani e le tendenze di mercato nel contesto che emerge dall’ultimo rapporto sul  mercato globale dell’arte (dati 2021), che  è nel complesso incoraggiante rispetto alla crisi pandemica del 2020.

La fenomenale artefice di quello che è stato il primo Art Market Report globale, Claire Mc Andrew, con la sua Art Economics, è stata ingaggiata  dal TEFAF dal 2008 e poi rubata da Art  Basel (dal 2017). Dal 2008,  sforna ogni anno analisi scientifiche sullo stato di salute del settore, misurandolo con metodi statistico-economici. Malgrado la perifericità del nostro mercato dell’ arte, qualche utile riferimento se ne ricava.

In generale, il rimbalzo mondiale 2021 è stato del 30% rispetto all’anno precedente, con un volume stimato di vendite che hanno raggiunto 65 miliardi di dollari USA, recuperando  i livelli record del 2019.

Il recupero, tuttavia, è frutto di risultati molto diversi tra segmenti, settori ed aree geografiche del mercato. Se per il settore delle case d’asta  il riscontro è stato lusinghiero, con una crescita del fatturato di circa il 50%, per mercanti e gallerie il recupero si è fermato al 18%.

USA e Cina

Inoltre, gli USA hanno ribadito la loro supremazia nel mercato mondiale delle Belle Arti, con un incremento delle vendite del 33% ( 28 miliardi di fatturato, equivalente al 43% del mercato), analogo a quello registrato dalla Cina, che con 13,5 miliardi rappresenta circa il 20% del mercato.

Europa e Italia

In Europa, alla vivacità del mercato francese, che è cresciuto del 50% sull’anno precedente sfiorando i 5 miliardi (7% del fatturato globale), si è contrapposta la performance fiacca del Regno Unito, con un recupero del 14% (11 miliardi di fatturato), legato in parte ai problemi burocratici ed amministrativi indotti dall’applicazione della nuova normativa post- Brexit.

I paesi dell’Unione Europea, che con un volume complessivo di circa 10 miliardi rappresentano circa il 14% del mercato mondiale, hanno registrato in generale tassi di crescita sostenuti e più vicini a quelli transalpini, che  da soli rappresentano il 50% del mercato europeo.

La Francia, che ha varato una normativa aperta e favorevole alla circolazione dei beni artistici, sta traendo profitto dalle opportunità di mercato create dalla Brexit, più e meglio dei suoi vicini tra i quali Svizzera e Germania ( con il 2% ciascuno), e Spagna (cresciuta all’ 1%), hanno distanziato l’Italia, scesa sotto la frazione percentuale.  

È necessario ripeterlo: ripercussioni strutturali ai valori dell’ arte italiana dentro i confini nazionali  e quindi su tutta la filiera di professionisti, mestieri e aspiranti tali (studiosi, restauratori, artigiani, studenti), continuano ad avere gli episodi combattuti e paradossali di esportazioni negate o date e revocate, con una casistica poco responsabile verso gli operatori, dal singolo dealer alla casa d’asta.

Persino chi detiene il potere di negare “a pioggia”   l’esportazione ne risente: dovrebbe avere tempi e mezzi proporzionati e corretti per censire in modo ragionevole e collaborativo i rapporti colla filiera del mercato dell’arte, ovvero di chi è ”fuori” dalle sicurezze del perimetro statale, ma -viceversa- include spesso costruttive consulenze con membri istituzionali, in quanto anche lo Stato e la tutela beneficiano dell’ esistenza del mercato stesso, giacché molto non emergerebbe mai senza mercato.

È spesso al momento della vendita che beni, altrimenti dimenticati o sconosciuti, si guadagnano la giusta attenzione.

Vitalità del mercato, Musei compresi. Non solo (ma anche) notifiche

Alla BIAF è da manuale il caso della beffa di Antonio Canova, il simulato Autoritratto  di Giorgione. Riscoperta dalla AL-Galleria Antonacci-Lapiccirella e confermata da Ferdinando Mazzocca, sarà protagonista della mostra Giorgione e Canova. Storia di una beffa, 14 ottobre 2022-15 febbraio 2023 al Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto.

Anche  Canova doveva combattere: voleva dimostrare di essere un pittore sopraffino, al pari di Giorgione. Può essere acquisita a circa 700/900.000, dopo la breve apparizione nell’olandese TEFAF 2018 e interessa già collezionisti e alcuni Musei. A ruota anche I giganti del 1937 di Onofrio Martinelli  (vendute 4 opere, tra cui Ippolito Caffi).

Per ora hanno venduto ai  Musei – tra cui spiccano l’attivismo degli Uffizi di Eike Schmidt e del MART a guida Vittorio Sgarbi – Enrico Frascione (2 dipinti, un disegno regalato agli Uffizi), e la Galleria Gian Enzo Sperone Westwater (New York), La dormiente di Felice Casorati, proveniente dalla storica Collezione Gualino (a circa  120.000€). Presenti tra gli stand tutti i Musei di Firenze e poi di Roma e Milano. Silenzio d’ordinanza fino a sabato prossimo.

Tra le opere notificate di notevole interesse, destinate al mercato interno: da Carlo Orsi, le Tentazioni di San Tommaso, misteriosa tavola comparata a quella del Kimbell Museum di Fort Worth a quella (data a Michelangelo), testimonianza  anticlassica dell’ influsso fantastico di Martin Schongauer (1M€) e il caravaggesco  S. Giuda Taddeo di Bartolomeo Mendozzi (a 140.000 €) da Giorgio Baratti-Milano.  Per Giorgio Baratti anche interessamenti di Musei, uno di Firenze e l’altro internazionale.

Apparsa e venduta la quasi incantevole Madonna di Simon Vouet (da Maurizio Canesso, che ha ceduto anche un Pier Francesco Mola). Da Alberto di Castro ma anche da Carlo Virgilio rari oggetti in tartaruga, oro, argento  tra cui  un particolare  San Lorenzo sulla graticola, già ammirato al TEFAF. Da Alessandra Di Castro, presidente dell’AAI (Associazione Antiquari d’Italia) e membro del board del TEFAF,  bocche cucite su tutto, anche su una pregevole veduta di Van Wittel, salvo la vendita del Ritratto di Giovan Pietro Bellori, storico del Seicento e del Barocco.

Venduta all’pertura da Orsini-Arte e libri (Milano) la neoclassica  Raccolta di Zolfi di Casa Martelli, 2125 impronte di cammei e intagli perfettamente conservate, andate ad un privato: arrivato prima dei Musei. Del periodo neoclassico anche Antioco e Stratonice  di Gaspare Landi venduto da Carlo Orsi (insieme ad un secentesco Ritratto di Cosimo III Medici, in avorio, di Jean Baptiste Basset).

Cross-collecting tra Gallerie e Istituzioni

Impossibile citare tutti i casi di cross-collecting, uno per tutti la Frascione Arte:  da Jacopo del Sellaio all’aero-futurismo di Guglielmo Sansoni detto Tato, passando per un’Allegoria di Francesco Cairo, presto venduta.

Ai vertici del cross-collecting da tempo, Robilant e Voena (Londra, Milano, St. Moritz) spaziano da una Croce di Giovanni del Biondo  (1360) a Morandi e Fontana (con  un lavoro barocco già riservato da un Museo).

Passati per il tempestoso caso del ritratto d’epoca napoleonica (Camillo Borghese di François Pascal Simon Gérard) chiesto indietro dal MIC, prima di quello di Jacopo Bassano, preteso in restituzione in regime di “autotutela”  e comprato dal Museo Getty di New York. Uno degli effetti perversi di queste schizofrenie amministrative è di accentuare la convinzione dei collezionisti internazionali (Musei compresi) che sia meglio tenersi lontani dall’ Italia.

L’entusiasmo per BIAF muterà la consolidata fuga sui palcoscenici internazionali esteri dei nostri dealers più specializzati?

In gioco è la crescita o la scomparsa di un business fortemente a rischio in Italia. Pochissimi sono rimasti a presidiare il settore dei fondi oro, un tempo fiorente: ad esempio, la milanese Salamon & C., che ha portato anche un inedito ritratto su rame di Eleonora de’ Medici di Alessandro Allori detto il Bronzino.

Un baluardo tra Due-Trecento e Quattrocento, sempre presente anche lui al TEFAF,  è  G. Sarti diventato grande e sempre aggiornato antiquario tra Londra e Parigi.

Persevera anche al BIAF,  concentrato sull’Alta epoca, da cui tutto deriva ma vede lucidamente la differenza tra collezionismo attivo e mondanità, pur elegantissima. Per fortuna, tutti hanno visto arrivare personaggi come Etro, Laura Mattioli o Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Squilibri e contrazione del mercato.

Entrando nel merito specifico della performance del mercato per segmenti, emergono con chiarezza gli squilibri indotti  anche dalla concentrazione della ricchezza nella fascia più ricca della popolazione mondiale, che ha caratterizzato l’andamento dell’economia globale negli ultimi due anni e di cui hanno beneficiato gli scambi di beni artistici nella fascia più alta del mercato.

L’incremento degli scambi ha favorito soprattutto i galleristi e gli antiquari più ricchi, il cui fatturato, già superiore a 1 milione di dollari USA,  è cresciuto nel 2021 del 30% rispetto all’anno precedente.

Dall’Italia, chi si è internazionalizzato in tempo,  incontra ora le complicazioni della Brexit e un riorientamento verso Parigi dove sta per aprire la prima Edizione di Art Basel Paris (20-23 ottobre 2022).

Le cose cambiano velocemente, e  non per tutti gli operatori i massimi eventi mondiali del settore, come Maastricht e Basilea, vanno bene ad ogni edizione. E soprattutto: quanto lavoro e quanto potenziale si spreca alimentando la migrazione all’ estero e la marginalizzazione degli scambi d’arte in Italia? Globalmente l’incremento degli scambi per i mercanti che non superano 250.000 dollari è aumentato solo del 6%. E quello degli operatori che fatturano meno di 100.000 è sceso dell’ 8%.

In Italia la fascia media (oltre che per la middle class in via di estinzione) è rimasta sotto scacco per la lentissima attuazione del regime di autodichiarazione per i beni sotto la soglia di valore di 13.500 €.

Accanto ad una splendida (e libera) Veduta della Riviera di Chiaia a Napoli di Gaspar Van Wittel, il titolare della DYS44 Lampronti Art Gallery (Londra) è tra coloro che si sono sentiti costretti ad abbandonare la penisola e ricorda quanto le limitazioni imposte al mercato interno italiano distruggano anche la grande tradizione italiana del restauro e dei mestieri d’arte, tanti esponenti dei quali sono spinti ai margini della vita lavorativa dalle condizioni asfittiche dei confini peninsulari.

Case d’asta

Analogo riscontro di mercato è emerso dalle interviste di “Art Economics” presso le case d’asta internazionali: le aggiudicazioni superiori ad un milione di dollari sono raddoppiate rispetto al 2020, con l’incremento più forte registrato tra i dipinti esitati oltre 10 milioni di dollari, mentre il segmento al di sotto di 50.000 dollari ha avuto un aumento contenuto al 15%.

Un’interessante analisi condotta su un periodo di 15 anni (2005-2020) fa emergere una rivalutazione del 1200% del segmento di mercato superiore a 10 milioni di dollari, contrapposta ad una rivalutazione del 2% per la fascia più bassa di mercato, inferiore a 5000 dollari…

E in Italia, aggiungiamo, ci sono casi in cui – a fronte della notifica e del positivo (ma raro) acquisto di beni emersi in vendite pubbliche – la Casa d’aste non viene pagata per il lavoro fatto. Ma lo Stato non è  di tutti i cittadini e la nostra una Repubblica fondata sul lavoro (Art.1 della Costituzione)?

Diritto privato, pubblico e del lavoro non sono armonizzabili nella pratica quotidiana degli scambi commerciali?

Dall’ Ottocento al Contemporary

Per l’Otto-Novecento, forte  presenza di Giovanni Boldini da Enzo Savoia (Bottega Antica-Milano, tra 60.000-220.000 €) che anticipa così la prossima mostra milanese ( con grandi ritratti fin de siècle) e due sue opere vendute dalla Galleria 800/900 Artstudio (Livorno).

Da citare il grande cartone preparatorio  di Umberto Bargellini per la Prefettura di Forlì, da Carlo Virgilio.  Di Carlo Bossoli una notevole Veduta di Napoli da Alberto di Castro (Roma) e delicati acquerelli con scorci di Odessa da Giorgio Baratti ( Milano).

La Società di Belle Arti di Viareggio che esibisce una bella Madre su carta di Umberto Boccioni ha già venduto una originalissima raccolta di Ritratti di cani di Eugenio Cecconi.

Caratura internazionale, anche se si tiene fuori dal TEFAF, per la Galleria Russo di Roma, dai Futuristi ad Alighiero Boetti, passando per Marino Marini (da 60.000 a 1.200.000€). Farsetti Arte ha venduto un Magritte.

La corazzata Tornabuoni Art, che ad Art Basel si è distinta per allestimenti monografici spettacolari (es. Fontana, 2017)  ha venduto Parmeggiani, Scheggi, Isgrò e Arman.

Trattative per Burri, Fontana, Mirò e Picasso. Parmeggiani e Reiner opzionati da Poggiali (Firenze). Da Galleria Continua subito venduta una Small di  Antony Gormley (290.000€+IVA) e, come ad Art Basel raccoglie grande interesse la parabola di Anish Kapoor. Venduto anche un disegnino di José Londoño e opzionato Loris Cecchini.

Florence Art Week

La Biennale guidata dal Segretario Generale Fabrizio Moretti, con la Galleria Botticelli, ha riportato a Sansepolcro la Pala della Trinità con santi di Durante Alberti e finanziato restauri presso l’Achivio Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia.

Avviata una sperimentazione tra digitalizzazione e proiezione sul Metaverso con un corner EY-Innovation Partner (divisione di Ernst & Young), alla ricerca di potenzialità tra nuove tecnologie e arte.

Anche un docu-game (Eternal  Memories)  per raccontare l’arte antica e l’alluvione di Firenze del 1966 (Golem Multimedia di David Parenzo)

La 1° Florence Week rivela che la capitale del Rinascimento sta accompagnando e cavalcando con sistematicità il cross-collecting internazionale.  Lo testimoniano i picchi istituzionali di Henri Moore, tra Piazza della Signoria e Forte Belvedere, Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi  e Tony Cragg al Museo del Novecento, fino ai simboli ipertrofici della streetlife e dello shopping di Erwin Wurm  tra Santa Maria Novella (Salsiccia Fat Bus, che distribuisce Hot Dog) e Galleria Poggiali, alle opere digitali di Fabrizio Plessi nelle sedi di Tornabuoni Arte.

Infine, ultimi giorni per una magnifica passeggiata al Forte del Belvedere in cui si scopre la mostra di Ra’ Di Martino (fino al 2 ottobre), coi suoi interrogativi su “archeologia del ricordo della cultura di massa”.

 

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Laureata e specializzata in storia dell’arte all’Università “La Sapienza” di Roma, ha svolto, tra 1989 e 2010, attività di studio, ricerca e didattica universitaria, come borsista, ricercatore e docente con il sostegno o presso i seguenti istituti, enti di ricerca e università: Accademia di San Luca, Comunità Francese del Belgio, CNR, ENEA, MIUR-Ministero della Ricerca, E.U-Unione Europea, Università Libera di Bruxelles, Università di Napoli-S.O Benincasa, Università degli Studi di Chieti-Università Telematica Leonardo da Vinci. Dal 2010 è CTU-Consulente Tecnico ed Esperto del Tribunale Civile e Penale di Roma. È autrice di articoli divulgativi e/o di approfondimento per vari giornali/ rubriche di settore e docente della 24Ore Business School.

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Alex Tarissi, economista di formazione, già responsabile della comunicazione e delle strategie commerciali internazionali di aziende del settore delle telecomunicazioni e della televisione (Italcable, Telecom Italia, Sky Italia), è oggi un consulente indipendente attivo nel settore dell'Arte. Cura, in collaborazione con Laura Traversi, la nostra sezione dedicata al Mercato e alle Aste, un nuovo servizio che "art a part of cult(ure)" offre ai suoi lettori.

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