CVTà Street Fest a Civitacampomarano. La Street Art anima e ripopola il Borgo molisano

immagine per CVTà Street Fest
Uno

In provincia di Campobasso, Civitacampomarano è uno dei borghi più antichi del territorio.

Nel dopoguerra le quasi quattromila anime che lo popolavano andarono gradualmente a cercare un po’ di fortuna fuori dall’Italia e il paese iniziò a svuotarsi. Se negli anni Novanta si raggiunse quota mille, fino a tre anni fa  si parlava di trecento abitanti. Da allora è successo qualcosa di magico: la presidente della Pro Loco, Ylenia Carelli, appassionata di arte, contattò Alice Pasquini, una giovane street artist che ha all’attivo oltre 200 murales in tutto il mondo: Ylenia era una sua fan e decise di scriverle una lettera per invitarla a dipingere sui muri di Civita… Neanche a farlo apposta – e il caso è spesso complice della fortuna – il nonno di Alice era proprio un civitese: dopo neanche due mesi, da New York, dove stava lavorando a nuovi progetti, l’artista radunava alcuni dei suoi migliori “colleghi di muro” e partiva per una spedizione speciale…

Queste le origini del CVTà Street Fest, un’esperienza volontaria con destinazione sociale che si è trasformata in una vera e propria rassegna che convoglia ogni anno centinaia di visitatori, non solo dall’Italia, ma anche dall’estero: Inghilterra e Francia le nazioni di punta che prenotano regolarmente il proprio viaggio in funzione della street art e, ancor più si interessano agli immobili per venire ad abitare in queste stregate atmosfere molisane.

I muri che parlano dal cuore e col cuore hanno nel frattempo anche consentito di riprendere certe attività commerciali incentivando lo sviluppo turistico ed economico dell’area: una nuova gelateria e macelleria a km zero, un forno, una guest house (che fu l’abitazione del giurista Vincenzo Cuoco)  in chiave artistica e gestita da AIRBNB.

Ma i protagonisti sono i murales ed il tour ad essi dedicato, guidato da appassionati ragazzi delle scuole superiori della provincia ma residenti a Civita, è davvero peculiare. La nostra guida si chiama Manuel, ha sedici anni e parla con disinvoltura degli artisti che hanno rivitalizzato il borgo, dalla prima edizione del 2015 ad oggi.

Cominciamo da David De La Mano, Uruguay, il cui segno distintivo è il nero e propone soggetti apolidi o esuli: un’intera facciata all’ingresso del paese parla con nonchalance di questi migranti, catturando  lo sguardo interiore oltre il riflesso dello sguardo preciso….

Segue l’opera di UNO,  a base di Stencyl e Decoupage costruiti su un mondo di carta nel quale spesse volte emerge l’omino Kinder che ha fatto parte dell’immaginario dell’artista. UNO è un ospite ricorrente e anche quest’anno si districherà nella parte alta del Paese per rendere un personale omaggio a Vincenzo Cuoco.

Nel percorso in salita iniziamo a scorgere l’inconfondibile stile di Alicè, nome d’arte di Alice Pasquini: le sue sono figure femminili ricche di espressività e spesso dai volti coperti. Un sentimento dell’essere umano immerso nell’Universo alla ricerca di amore e condivisione…

Il brasiliano Alex Senna punta il suo lavoro su un costante gioco di ombre che, in questo caso, descrive i gatti del luogo. Anche il suo lavoro è proiettato sulle prospettive e sul bianco e nero…

Di origini slave ma residente a Termoli è invece lo street artist italiano ICKS, acronimo di I Cut Kamasutra Stencil,che ridisegna la Natura da un lato, lasciando piante disegnate arrampicarsi sui muri, mentre asinelli realizzati in stencyl accompagnano l’essere umano nei suoi itinerari di solitudine…

Anche lo spagnolo Pablo Herrero prova a stilizzare la Natura opacizzando alberi e boschi con un tratto finissimo di pennello nero, quasi fossero ragnatele che si arrampicano sugli edifici… E più che tela aracnofoba, un merletto dalla precisa rifacitura ricostruito quasi con la tecnica del tombolo pratica dalle anziane abitanti di Civita, è l’opera del polacco Nespoon, che si è spesso ispirato a questo artigianato di manualità…

Passando per la parte bassa del Paese, si arriva davanti all’opera Resilienza, lavoro dell’argentino Bosoletti: una tematica omaggio agli abitanti di Civita, alle prese con costanti dissestamenti geologici (non ultima una frana di un anno fa) ma con la voglia di ricostruire da capo con entusiasmo la speranza proprio grazie al senso di collettività intrinseca. La caratteristica di quest’opera è anche la possibilità di esplorarla al negativo grazie ad un application di smartphone (negative no)…

Più in  basso l’arte di Gola Hundun, artista attivo dall’età di 12 anni, che ha fondato il suo claim sul rapporto tra essere umano e biosfera, ecoesistenza e sciamanesimo. Il suo Ritorno alla Terra è dipinto sulle pareti di un edificio in disfacimento come anche sul lato di un intero edificio: l’impressione è quella di action painting con forme destrutturate legate da varie sfumature di verde…

L’arte di Biancoshock si esprime invece con la citazione dei social media sugli arredi urbani del Paese: dalla cabina telefonica Facebook alla panchina Twitter o all’apetta wetransfer… una condizione di totale straniamento per gli abitanti del luogo che poco hanno a che fare con le tecnologie della società contemporanea…

Infine i quattro ospiti dell’anno: da Lodi arriva quest’anno Alberonero che, en plein air, ha preferito adoperarsi per una installazione che ruota sulla Natura circostante nei rapporti con  la visione umana dell’infinito: reticoli metallici e specchi sono alla base di una tripartizione in verticale che spiazza inaspettatamente…; MP5, artista di origini napoletane che riflette la sua maestosa narrazione su due pareti ad angolo, citando la forza dei civitesi ad andare oltre i disagi della storia…

Poi c’è il romano Brus, che  si è cimentato in una doppia prova calligrafica in bianco e nero su murales e di colori con happening a sorpresa su un mezzo di trasporto collettivo.

E 2501, arrivato da Milano, ha utilizzato strisce e linee per definire sulla fiancata di un intero palazzo la relazione simbiotica tra spazio positivo e negativo a partire da un nido ubicato nel sotto tetto. Infine, la performance estemporanea di Napal, un omaggio alla convivialità dei civitesi per cementare il senso di aggregazione e comunicazione tra arte e luoghi per una rinascita che parte dalle persone, prima ancora delle Istituzioni.

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Laureata in Lettere e dottoressa di ricerca in Storia, teoria e tecnica del teatro e dello spettacolo, è stata per diversi anni cultrice della materia nella cattedra di Metodologia e critica dello spettacolo all’Università La Sapienza di Roma. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come pubblicista, ha collaborato per molte riviste e web magazine e attualmente scrive di cultura per “Dazebao”, “Leggere: tutti” e “artapartofcul(ture)". Curatrice artistica di alcune manifestazioni e rassegne culturali, ha lavorato come promoter musicale per artisti, music club, festival ed etichette discografiche. Dal 2001 è titolare dell’agenzia a suo nome specializzata in promozione, ufficio stampa e pubbliche relazioni.

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