Roba da Grandi. Il corto visto alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con i giovani pazienti del gemelli di Roma

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Roba da grandi

Un’iniziativa nata per promuovere il Cinema negli ospedali, interpretata da bambini che lottano con la malattia, all‘Ospedale Gemelli di Roma, e a fianco di Fiorella Mannoia e Giorgio Panariello, e diretta da un regista sensibile e attento quale Rolando Ravello conferma di essere. Questo è il cortometraggio Roba da grandi, appena presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e che sarà di supporto alla promozione per la raccolta fondi di Medicinema ai fini dell’attivazione di nuove sale cinematografiche negli ospedali e alla loro gestione.

Afferma Ravello:

“Abbiamo voluto concepire un cinema non solo come strumento di invenzione ma come vera e propria fonte di energia positiva mettendo in primo piano l’essere umano, prima ancora del paziente, a recitare in un lavoro teso ad essere condiviso con le famiglie, generalmente presenti soprattutto nella condivisione di un dolore e una malattia”

Non c’è dubbio che questa prova d’autore possa rappresentare un giusto ed efficace mezzo per rivoluzionare la fruizione e psiche di pazienti, bambini in particolare, quotidianamente provati.

Il divertimento, in questo caso è entrato proprio nel backstage, a partire dai piccoli pazienti che interpretavano il ruolo dei soldati di Full metal Jacket, bacchettati e spronati da Panariello nella parte del sergente severo ma, in questo caso, dal cuore d’oro e dagli occhi luccicanti.

Ci dice Ravello:

“Kubrick è sempre stato nei miei pensieri, essendo uno dei miei registi preferiti  e il brano di Fiorella si è sposato immediatamente a questo breve remake: la musica sembrava scritta apposta tanto era narrativa, seguendo sincronicamente ed emozionalmente le azioni dei protagonisti”.

La canzone I combattenti, protagonista del clou dell’operazione, è stata infatti scelta e pensata in particolar modo per i malati involontariamente residenti ospedalieri, che dimostrano ogni giorno di saper sopportare con estrema forza una prova da veri combattenti, così come commenta l’inciso del brano:

“E’ una regola che vale per tutto l’universo perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso”…

Lo stesso sergente-medico di Panariello (una sfida per l’attore nel suo tingersi di presunta cattiveria all’interno dell’ospedale militare) rappresenta il tentativo, con le sue parole e i suoi sguardi complici, di far evadere metaforicamente i bambini dai luoghi forzati in cui si ritrovano.

Spiega Fulvia Salvi, presidente di Medicinema:

“L’intero progetto, cui questo corto fa da rilevante supporto  è quello di portare sollievo negli ospedali attraverso la grande potenza che incarna il cinema, una sorta di cura nata nel 2013 e sostenuta da due anni da importanti partners, come Rai Cinema, che hanno contribuito all’apertura della sala del Policlinico Gemelli e che proseguiranno in questa iniziativa anche all’interno di altre strutture ospedaliere.

Si tratta di un lavoro delicato ma efficace sulle patologie neuro-generative – ha spiegato il prof. Marco Elefante, direttore generale del Policlinico Universitario A. Gemelli – che ha dimostrato come gli effetti del cinema rappresentino una sorta di terapia assistenziale.

Manuela Cacciamani, produttrice del corto per One More Pictures, ricorda infine come questa impresa, che vede programmare durante l’anno al Gemelli un ricco palinsesto di film in prima visione grazie alla collaborazione dei distributori, sia stata compiuta insieme a più di cento figure, tra esperti, fornitori volontari, infermieri, partner e sponsor.

Un’operazione davvero commovente, proprio come lo stesso corto (già in visione al link già in visione al link) che ha suscitato la speciale attenzione della nuova Direzione Rai: l’impegno economico previsto per l’apertura del cinema all’interno degli ospedali ammonta infatti a ben tre milioni di Euro.

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Laureata in Lettere e dottoressa di ricerca in Storia, teoria e tecnica del teatro e dello spettacolo, è stata per diversi anni cultrice della materia nella cattedra di Metodologia e critica dello spettacolo all’Università La Sapienza di Roma. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come pubblicista, ha collaborato per molte riviste e web magazine e attualmente scrive di cultura per “Dazebao”, “Leggere: tutti” e “artapartofcul(ture)". Curatrice artistica di alcune manifestazioni e rassegne culturali, ha lavorato come promoter musicale per artisti, music club, festival ed etichette discografiche. Dal 2001 è titolare dell’agenzia a suo nome specializzata in promozione, ufficio stampa e pubbliche relazioni.

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