Indipendentemente #19. Blu Stanzessere di Roberta Zanzonico. Un viaggio sensoriale nei luoghi della memoria

imagine per Roberta ZanzonicoBlu Stanzessere, primo romanzo dell’autrice Roberta Zanzonico, Edizioni Ensemble, è un racconto delicato e stimolante, un viaggio onirico in cui il lettore, con estrema leggerezza, viene guidato da presenze quasi eteree in una realtà che è completamente al di fuori del reale, in cui gli unici elementi che ancora legano i personaggi alla terra sono un colore – il blu declinato in ogni sua sfumatura – e  il mare con il suo continuo ondeggiare.

In un’atmosfera sospesa e vacillante, il protagonista del racconto, senza nome e con una storia alle spalle impossibile da focalizzare, procede alla scoperta di un frammento di spazio e tempo insolito, abitato da donne immobilizzate in un attimo immenso e decisivo della propria memoria. A guidarlo è un Guardiano scontroso che, a dispetto delle apparenze, nasconde un animo tenero, gentile e profondamente ferito da qualcosa difficile da raccontare, impossibile da rivivere.

Il luogo in cui questi personaggi si muovono, con un’architettura particolarmente complessa e articolata, è stato progettato dal Guardiano con uno scopo ben preciso: curare la memoria che ogni donna custodisce gelosamente all’interno del suo Stanzessere. Se è vero che di ricordi ci si può ammalare, come si ripetono tra loro più volte il protagonista e il Guardiano, è tuttavia possibile immaginare una specie di guarigione, non priva di dolore certo, ma in grado di regalare la speranza che, al di fuori dello Stanzessere, sembrava perduta.

Ogni Stanzessere è un istante di tempo e spazio immerso nella memoria di chi lo abita. Uscire da esso è molto difficile ma non impossibile. Non ci sono serrature o impedimenti che proibiscono la fuga, ma chi a fatica riesce a liberarsi del dolore vissuto, non può fare a meno di sentirsi imprigionato ovunque, perché la prigione, con tutte le costrizioni e le assuefazioni che comporta, è radicata nello spazio più profondo del proprio Io, non fuori.

Un contrasto evidente si crea tra il protagonista, completamente spaesato perché privo di memoria, e le donne dello Stanzessere, che vivono solamente nel proprio ricordo eternamente vissuto. Il racconto si evolve lentamente e procede in una direzione ben definita: la liberazione è imminente e la notte – l’ultima notte del Guardiano – arriva sicura, pronta a svelare una storia di dolore che si appresta a mutare il suo segno, diventando una storia di speranza ritrovata, una storia che, di fronte ad una conclusione che si faticava ad accettare, si appresta a diventare un nuovo inizio.

La storia si conclude con un risveglio, con un ritorno alle origini che coincide al tempo stesso con una fine. Ma il finale non conclude, anzi, apre la via a numerosi e infiniti altri viaggi della memoria.

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Laureata in Editoria e giornalismo, lavora come traduttrice, editor e redattrice presso una casa editrice per l’infanzia. Fin da piccola ama le lingue straniere e leggere libri di qualsiasi genere, cosa che l’ha portata a fare di queste passoni la sue principale materia di studi e il suo lavoro.

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