Indipendentemente #26. Non c’ero mai stato, il nuovo romanzo di Vladimiro Bottone

immagine per  Vladimiro BottoneVladimiro Bottone è ritornato in libreria con un nuovo libro, Non c’ero mai stato, edito da Neri Pozza.
Autore di numerosi romanzi, di racconti e contenuti culturali per importanti quotidiani, questa volta ci propone la storia di un editor in pensione costretto ad affrontare i suoi fantasmi.

Ernesto Aloja, questo il nome del protagonista, è da poco ritornato nella sua Napoli, dove affronta il ricordo di una giovinezza dolorosa con l’uso di psicofarmaci e distraendosi grazie alla frequentazione svogliata di due amanti, che non gli comporteranno grandi impegni. A Napoli, Aloja entra in contatto con Lena Di Nardo, una giovanissima autrice, di cui curerà l’editing del suo romanzo. Ad una prima lettura, la bozza del romanzo di Lena rientra nelle categorie di quelle storie che Aloja preferisce non trattare e l’avrebbe evitato di buon grado, ma è comunque costretto a incontrare la giovane scrittrice.

L’incontro con la donna però accende nel nostro protagonista il desiderio di far crescere professionalmente il talento di questa ragazza, che racconta la quotidianità, con le sue caratteristiche soprattutto negative, di una intera generazione dell’hinterland napoletano. Iniziano, così incontri settimanali, che permetteranno non solo a Lena di compiere un percorso di crescita, ma serviranno anche ad Aloja per affrontare quanto fino a quel momento aveva volutamente lasciato alle spalle.

L’apprendistato, se così possiamo chiamarlo, non è solo di Lena, ma è anche per il suo maestro. Entrambi devono fare i conti con qualcosa: lei con il mondo della scrittura, che è pur sempre un viaggio interiore; lui con un mondo, quello delle periferie e di una generazione dedita all’alcol, alle droghe e alle serate condotte oltre il limite consentito, che rappresentano esattamente l’opposto della sua vita.

Tutto questo destabilizzerà l’editor, il cui turbamento aumenta quando Lena è vittima di una serie di episodi inquietanti, una sorta di intimidazioni, come pedinamenti e speronamenti di auto in piena notte. Aloja si rende conto troppo tardi di essersi addentrato troppo in un mondo che non gli appartiene, che lo sta coinvolgendo in prima persona e in maniera pericolosa.

Di notte, infatti, lo perseguitano le telefonate anonime, che lo legano al passato di Lena, ma che in certo senso ha affinità anche con il suo di passato. I due protagonisti, seppur lontani anagraficamente, in realtà sono molto più vicini di quanto immaginano. Entrambi hanno la necessità di compiere un percorso, l’una nella direzione della scrittura, l’altro nella conoscenza del suo profondo.

La scrittura, in questo senso, è catartica. Aiuterà entrambi ad uscire da oppressioni e incertezze, a colmare quelle zone grigie dell’esistenza, a fare i conti con le proprie paure.

Lo stile di Vladimiro Bottone asseconda questo percorso di scomposizione e ricostruzione di due individui che sanno nascondere bene le proprie zone d’ombra, ma con lo quale prima o poi, volenti o nolenti, sono costretti a fare i conti. Il romanzo di Lena, quegli appunti scomposti e appena abbozzati, serviranno forse più ad Aloja per sconfiggere il proprio passato, che a Lena per comprendere il suo presente.

Altre info: instagram.com/vladimiro_bottone

 

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Laureata in Editoria e giornalismo, lavora come traduttrice, editor e redattrice presso una casa editrice per l’infanzia. Fin da piccola ama le lingue straniere e leggere libri di qualsiasi genere, cosa che l’ha portata a fare di queste passoni la sue principale materia di studi e il suo lavoro.

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