La mostra che non ho visto #30. Giovanni Albanese

Giovanni Albanese, ritratto fotografico di Piero Marsili Libelli
Giovanni Albanese, ritratto fotografico di Piero Marsili Libelli

Purtroppo sono tantissime le mostre che non ho visto.

La mia pigrizia mi impedisce di uscire la sera se non è proprio assolutamente più che necessario.
Però sono rammaricato ogni volta che non vado ad una mostra e me la immagino sempre bellissima, con nell’ordine:
Una marea di belle donne
Opere nuove geniali e intriganti
La galleria piena di gente importante che dice cose bellissime sull’artista e sul suo lavoro
La/Il gallerista preso da parte da collezionisti molto determinati a portarsi via i pezzi più belli
I critici che arrivano numerosi e vanno via solo a fine serata
L’artista con aria distaccata che si schermisce e a volte sorride pure a qualcuno
Poi la cena esclusiva chiude quella serata meravigliosa e frenetica.
Ogni volta ci resto male e mi dico con rabbia che in una mostra così non posso mancare proprio io.
Alla prossima mostra ci andrò di sicuro, costi quel che costi, sempre se non piove.
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Nato mezzo secolo fa a Roma e morto nel futuro, non attraversa di buongrado la strada senza motivo. Impiegato prima in un forno in cui faceva arte bianca poi del terziario avanzato, da mancino dedica alle arti maggiori la sola mano sinistra. Allestisce, installa, fa deperire, dimostra, si confonde, è uno scadente imbonitore, intelligentissimo ma con l’anima piuttosto ingenua. Ha fondato in acqua gli artisti§innocenti, gruppo di artisti e gente comune, che improvvisa inutilmente operette morali. Tra suoi progetti: la Partita Bianca (incontro di calcio uguale), una partita notturna tra due squadre vestite di bianco, a cura di ViaIndustriae, Stadio di Foligno 2010 e, in versione indoor, Reload, Roma 2011 e Carnibali (per farla finita con i tagliatori di carne), Galleria Gallerati, Roma 2012.
Ha contribuito alla performance collettiva TAXXI (Movimento di corpi e mezzi al riparo dalle piogge acide contemporanee) prodotto dal Dipartimento Educazione del Maxxi nel 2012. Sua la cura del Premio città etica (per l’anno duemilae...) e del Premio Retina per le arti visive.

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