La mostra che non ho visto #74. Donatella Spaziani

Donatella Spaziani in un ritratto fotografico di Margherita Zanardi
Donatella Spaziani in un ritratto fotografico di Margherita Zanardi

Dopo un anno esatto dalla richiesta di Ganni, mi decido a rendere pubblica questa breve riflessione, scritta nel corso dell’anno.

ANNI 70
ARTE A ROMA
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
17 dicembre 2013 – 2 marzo 2014
A cura di Daniela Lancioni
Sono nata nel 1970
Il 10 gennaio.

Io venivo al mondo mentre il mondo si rivoltava contro se stesso.

Quando sei una giovane studentessa di arti visive, ti vengono indicati come maestri (ancora oggi haimè), quelli celebrati da Vasari ad Argan e con lui nel mondo accademico siamo già nel contemporaneo (…)

Ma in quanto giovane, curiosa, appassionata, desiderosa di capire i meccanismi e l’alfabeto del linguaggio visivo, capivo che c’era qualcosa che non andava, perché l’arte nel 1993 (anno del mio diploma) non poteva essersi fermata a Der Blaue Reiter o, al massimo, agli anni ’50.

Dopo aver imitato e ripetuto le stesse esperienze dei maestri suggeriti dagli insegnanti delle Belle Arti; dopo aver sperimentato, senza alcuna indicazione, cercando nelle biblioteche specializzate (non esisteva internet) ho scoperto il tassello mancante: fine anni ’60, inizio anni ’70.

Per questo se penso ad una mostra che ho perso con dispiacere non può essere che questa.

Negli anni ’70 sono stati molti gli artisti nazionali ed internazionali che scelsero Roma come città adottiva. Il fermento era nell’aria, artisti, galleristi, collezionisti lavoravano in sinergia per creare una nuova identità culturale.

In questa esposizione, così difficile da elaborare, sono stati selezionati gli artisti e le opere di una generazione attiva, poetica, militante, ribelle che ha segnato la storia dell’arte.

Avrei voluto essere lì.

+ ARTICOLI

Nato mezzo secolo fa a Roma e morto nel futuro, non attraversa di buongrado la strada senza motivo. Impiegato prima in un forno in cui faceva arte bianca poi del terziario avanzato, da mancino dedica alle arti maggiori la sola mano sinistra. Allestisce, installa, fa deperire, dimostra, si confonde, è uno scadente imbonitore, intelligentissimo ma con l’anima piuttosto ingenua. Ha fondato in acqua gli artisti§innocenti, gruppo di artisti e gente comune, che improvvisa inutilmente operette morali. Tra suoi progetti: la Partita Bianca (incontro di calcio uguale), una partita notturna tra due squadre vestite di bianco, a cura di ViaIndustriae, Stadio di Foligno 2010 e, in versione indoor, Reload, Roma 2011 e Carnibali (per farla finita con i tagliatori di carne), Galleria Gallerati, Roma 2012.
Ha contribuito alla performance collettiva TAXXI (Movimento di corpi e mezzi al riparo dalle piogge acide contemporanee) prodotto dal Dipartimento Educazione del Maxxi nel 2012. Sua la cura del Premio città etica (per l’anno duemilae...) e del Premio Retina per le arti visive.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.