Hasta la victoria, Rolling Stones!

The Rolling Stones in concerto a CUBA - ph. ANSA

“Finalmente qui”, urla felice Mick Jagger l’Eterno. Lo grida in faccia a Cuba e alla folla in delirio. Due sole parole. Ma che nascondono in sé un intero universo.

La Revolucion Cubana non ammetteva deroghe se non per le vecchie Cadillac: niente rock! In nessun caso. Simbolo del decadentismo occidentale. Un embargo al contrario durato quasi sessant’anni. Una musica e uno stile di vita dunque, solo immaginati da intere generazioni di cubani, mentre nel resto del mondo la liturgia del rock incessantemente alimentava il suo credo; con loro (The Rolling Stones), i profeti-sacerdoti pagani al centro della scena, inanellano una serie enciclopedica di capolavori, che ha le sue vette in Satisfaction, inno dei nineteen in Vietnam e dei figli dei fiori; nell’intima, Lady Jane, l’inaspettatamente romantica, Angie, nel  blues dalle allusioni trasgressive di  Brown Sugar; e poi Undercover, She was hot, Wild Horses, Jumping Jack Flash. Brani che anche singolarmente avrebbero reso granitica la discografia di chiunque.

Oggi il rock è morto. Ciclicamente qualcuno ne profetizza la fine, a furia di ripeterlo, è definitivamente trapassato per assenza di ricambio generazionale. In Italia è andata pure peggio, il Liga, come lo chiamano, non è menzionabile. È un surrogato e fatto pure male,  Pelù e Litfiba sono durati 4 dischi, CCCP anche meno, alcuni acuti elettrici di Battiato, specie live, lampi progressive della PFM, bagliori di Battisti, episodiche fiammate di Ruggeri, ha svettato soprattutto Vasco: lui, che proprio i Rolling Stones, in affanno, avrebbero voluto ad aprire i concerti italiani ben ventisei anni fa; ma “No, e neanche grazie”, rispose il Blasco, e fece bene. Ma più di un lustro dopo, lui accatta benevolenza su Facebook a colpi di lastre e analisi cliniche, loro suonano all’Avana. Non proprio sulla Luna ma siamo lì.

“I said. I know! It’s only rock’n’roll but i like it like it! Yes i do!”. Già. la formula magica è tutta qui. Genuino, semplice rock’n’roll. I cugini discoli – o solo più sinceri? – dei Beatles sono i più forti, i più longevi, i più osannati, emulati – notevole la cover di Simpathy for the devil dei Guns ‘n’ Roses – e, dannatamente, i più rock di tutti. Da sempre. Sarà per gli avveniristici lavaggi del sangue – erano gli anni settanta – sarà perché la lingua più sfacciatamente ostentata del pianeta ce l’ha lui, l’intramontabile Jagger, sarà perché, da mezzo secolo a questa parte, Keith Richards è un metronomo che indovina imperturbabile quei riff misurati, venati di blues, che sono l’autentico, inimitabile suono della band.  Sarà per tutto ciò e molto di più di ciò, ma alla fine della fiera, gli Stones sono talmente unici che a settant’anni suonati, e suonati come nessun altro, sono lì, di fronte ai quattrocentocinquantamila spettatori che si godono questa prima e chissà se non ultima chance. Nell’incontro tra icone, non sembri blasfemo il celebre stemma con la lingua impresso sulla faccia di Guevara che i molti cubani sbandieravano dagli spalti. La rivoluzione, da democratica-radicale a comunista, aveva le sue regole, quella della libertà d’opinione, altre: compresa la possibilità di giocare coi miti. E il Che, che dicono fosse ironico, non se la sarà presa. In caso contrario, i cubani per primi se ne faranno una ragione, forse un po’ meno in qualche circolo di Bologna, ma tant’è. In fondo l’irriverenza è lo non è l’anima del rock?

“..I can’t get no satisfaction
I can’t get no satisfaction
’cause I try and I try and I try and I try
I can’t get no, I can’t get no..”

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Pier Luigi Manieri, curatore di eventi, scrittore, saggista e cultore della materia cinematografica. Ha dato alle stampe l'antologia di racconti spy, horror, sci fi, urban fantasy e a tematica supereroistica "Roma Special effects -di vampiri mutanti supereroi e altre storie" (PS ed.) e la monografia "La Regia di Frontiera di John Carpenter "( Elara). D'imminente pubblicazione il saggio "Le Guerre Stellari - Ovvero, la space opera cine televisiva da Lucas ad oggi" contenuta nel volume "Effetti Collaterali – la fantascienza tra letteratura, cinema e TV" (Elara). Ha all'attivo centinaia di articoli su diverse testate di settore. Esperto d'immaginario e sottoculture di genere, ha curato il volume, "Il Tuo capitolo finale" dedicato a Sherlock Holmes. È autore e regista dei reading video musicali “Iconico & Fantastico” e "Il cinema del telfoni bianchi". Ha ideato e curato eventi come Urania: stregati dalla Luna, Il cinema italiano al tempo della Dolce Vita, Effetti Speciali, MassArt, Radar-esploratori dell’immaginario.

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