Fabio Rovazzi fa ancora centro. Un Vegetale di successo

immagine Il Vegetale
immagine Il vegetale, poster
Il vegetale, poster

Fabio Rovazzi ha sbagliato mestiere – tesi non semplice da difendere, visto che ha incamerato milioni coi suoi tormentoni – perché come attore brillante funziona a meraviglia. Tempi perfetti, mimica misurata e convincente. E dai duetti con Luca Zingaretti ne esce a testa alta.

Il vegetale (Distribuito da The Walt Disney Company Italia) è un piccolo gioiellino, una favola moderna che avrebbe fatto sorridere Frank Capra. Ingenua ma non sprovveduta.

La dura vita dei neo laureati, la fuga a Londra per un radioso futuro da lavapiatti, imprenditori solidali ma dal co. co. co. sempre in canna quando si tratta di assumere, prestanomi e avvocati faccendieri, un paese di braccianti immigrati, e Barbara D’Urso (!). Un film che intenerisce, dai dialoghi ben scritti e non banali. Un carosello di trovate che ammiccano senza essere ruffiane. Buoni sentimenti ma non sentimentalismo, né tanto meno, buonismo.

Rovazzi è Fabio, un giovane che vorrebbe avere la sua opportunità. Mentre tenta, la fidanzata lo scarica, il padre, un indovinatissimo Ninni Bruschetta, con cui non si  vede da cinque anni – un tempo troppo breve per farne un caso umano, commenta  con esperienza la D’Urso che se interpreta se se stessa è meglio dell’originale -, finisce in coma e a lui tocca occuparsi della sorellina che lo considera un incapace. Un vegetale, appunto.

Regia sicura e col contagiri di Gennaro Nunziante che emancipatosi da Checco Zalone, conferma di saper confezionare un film di successo  anche in assenza del disintegratore di tutti i record d’incassi.

Un’iniezione di buone maniere e un decalogo di sani valori come la perseveranza, l’onestà, la sincerità miscelati con forti dosi di sana ironia.

Tutta roba di cui il cinema italiano ha un gran bisogno. Ma non durerà.

Già si intravede dietro l’angolo, minacciosa, la nuova soap opera in salsa borghese dei Parioli. Vale a dire,  il grande ritorno di Gabriele Muccino. Gli psicanalisti si stanno già sfregando le mani…

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Pier Luigi Manieri, curatore di eventi, scrittore, saggista e cultore della materia cinematografica. Ha dato alle stampe l'antologia di racconti spy, horror, sci fi, urban fantasy e a tematica supereroistica "Roma Special effects -di vampiri mutanti supereroi e altre storie" (PS ed.) e la monografia "La Regia di Frontiera di John Carpenter "( Elara). D'imminente pubblicazione il saggio "Le Guerre Stellari - Ovvero, la space opera cine televisiva da Lucas ad oggi" contenuta nel volume "Effetti Collaterali – la fantascienza tra letteratura, cinema e TV" (Elara). Ha all'attivo centinaia di articoli su diverse testate di settore. Esperto d'immaginario e sottoculture di genere, ha curato il volume, "Il Tuo capitolo finale" dedicato a Sherlock Holmes. È autore e regista dei reading video musicali “Iconico & Fantastico” e "Il cinema del telfoni bianchi". Ha ideato e curato eventi come Urania: stregati dalla Luna, Il cinema italiano al tempo della Dolce Vita, Effetti Speciali, MassArt, Radar-esploratori dell’immaginario.

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