A Roma apre TIC. Libri e parole magnetiche

Mimì ed Emanuele Kraushaar: Tic è dog friendly – ph. Annmaria Mazzei

Il 18 dicembre 2015 in via Carlo Porta 16 (Trastevere, Porta Portese) ha alzato la saracinesca Tic. Sta tra una macelleria e un centro estetico, alcuni clienti ricordano che prima, per anni, è stato una pelletteria: «È bello che abbia trovato un’altra destinazione, che non sia più chiuso», dicono col sorriso di chi trattiene una memoria.

Messi da parte scampoli e punzoni, nel posto al civico numero 16 ora si vendono libri e parole magnetiche. Abbiamo parlato di questa nuova avventura con il Presidente Tic, Emanuele Kraushaar.

Direi di iniziare dall’inizio… Cos’è Tic?

Nel 2005 ho pubblicato una raccolta di racconti brevi intitolata Tic [Atì Editore, 2005 – nda].
Alessandro Alessandroni della libreria Altroquando era ossessionato da quel libro e spesso mi chiamava per organizzare presentazioni o farmi domande sui racconti.
In quel periodo andavamo spesso alle fiere dell’editoria.
Ricordo che una volta gli dissi: “Sarebbe bello avere uno stand così da non dover girare continuamente”.
Credo che lui abbia sorriso o forse era un tic nervoso: in ogni caso sembrava avere le idee chiare.
Fine primo tempo.
Qualche anno dopo ci siamo ritrovati con Andrea Falegnami (scrittore e grafico). Non era sempre facile incontrarlo, d’altronde girava con un biglietto da visita con scritto “Mi faccio vivo io”.
Un giorno durante questi incontri è nata Tic Edizioni: ricordo un foglietto con scritto sopra “Parole magnetiche, Chioschetto in Costa Rica, Metropolitana dei sogni, Scacchi per vegetariani”.
In un frizzante giorno della primavera 2012 si è unita a Tic Valentina Salvati, destinata in breve tempo a diventare il vero capo occulto della casa editrice.
Tempi supplementari: pubblichiamo pochi libri – per ora tre: Mi faccio vivo io, Pazzi scatenati: usi e abusi dell’editoria [un prontuario e una fotografia, ne riparleremo], Primi passi sulla Luna – molte parole magnetiche e altri gadget legati al mondo della scrittura.

Com’è nata l’idea di produrre le parole magnetiche?

Volevamo realizzare qualcosa di nuovo legato al mondo della scrittura e dell’editoria… No, non è vero: anche questa idea è nata come un tic. Ad un certo punto della nostra vita abbiamo iniziato a parlare solo di parole magnetiche: il tic si è trasformato in una vera e propria ossessione e ci è sembrato che l’unico modo per non esserne schiacciati fosse quello di condividerla con il maggior numero di persone possibile. [Le parole magnetiche ormai sono un bel po’ – e molte altre ne verranno: a breve quelle in francese – e sono raccolte nella collana Scripta magnet].

 E il 18 dicembre hai aperto questo posto. Perché?

Quest’estate abbiamo preso un magazzino per i prodotti Tic.
Avendo una vetrina su strada molta gente entrava e chiedeva di cosa si trattasse.
E così per evitare domande e soprattutto risposte imbarazzanti siamo usciti allo scoperto: abbiamo spostato l’area magazzino nel retro e allestito Tic come una libreria; così ora la gente entra e ci chiede di cosa si tratta, ma magari compra anche qualcosa o comunque se ne va senza dire: “Però qui come magazzino è sprecato”. [Una scomoda verità che Emanuele avrebbe voluto tacere è che ha un problema con i numeri: al veder scritto su un foglio excel che ha venduto tot parole magnetiche in una libreria X, preferisce veder decrescere una pila di barattoli nel suo negozio. Così gli sembra tutto più reale].
Inoltre questa è anche la sede Tic e quindi è possibile incontrarci mentre ideiamo nuovi prodotti o parliamo per l’ennesima volta di idee che vogliamo realizzare da anni, ma che poi magari ci passano di mente.

 Chi passa da voi, cosa può trovare tra gli scaffali?

Vendiamo tutti i prodotti Tic (anche la collana Classici sospesi, ormai quasi introvabile) e una selezione di libri (e non-libri) di altri editori, con un occhio di riguardo per le piccole e medie case editrici. Non manca un reparto dedicato a bambini e ragazzi, uno di fumetti e uno di libri-ufo. Se poi un cliente volesse un titolo che qui non c’è, glielo ordiniamo. Presto sarà anche possibile comprare parole magnetiche al peso…
[Scorro lo sguardo su alcuni titoli esposti: I detective selvaggi di Roberto Bolaño, XXI Secolo di Paolo Zardi, Dalle rovine di Luciano Funetta, L’opera galleggiante di John Barth (per questo credo di dover ancora ringraziare Alessandroni, che me lo consigliò due anni fa), La notte di Roma di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, Beautiful you di Chuck Palahniuk (apro e leggo: “Mondadori, ottobre 2015”, e penso: uhm?*), L’elenco telefonico degli accolli di Zerocalcare, Anubi di Marco Taddei e Simone Angelini, Prima dopo di Anne-Margot Ramstein e Matthias Aregui, eccetera… Stanno bene tutti insieme, senza gerarchie: sembrano solo libri].

 A questo punto manca solo l’inaugurazione ufficiale… e il nome della libreria.

Il nome è Tic: ora c’è. Per l’inaugurazione postdatata sono indeciso tra il 18 febbraio e il 18 marzo: in ogni caso, mi faccio vivo io. [La Tic Edizioni, oltre al sito web, ha anche una pagina Facebook e un profilo Twitter].

Si ringrazia Emanuele Kraushaar per la gentilezza, la disponibilità e avermi fatto sistemare uno scaffale. Penso che lo metterò a curriculum…

*Quarantottore prima di passare da TIC avevo parlato con un caro amico delle ultime novità di Palahniuk. Ci eravamo chiesti entrambi se fosse uscito qualcos’altro di suo, dopo Sventura. E sebbene entrambi siamo soliti entrare in libreria, entrambi eravamo convinti che la risposta all’interrogativo fosse “no, niente”. Magari saremo lettori distratti, ma ho il ragionevole sospetto che sia questa la magia dell’amicizia, dei libri e dei posti così, dove non c’è tutto ma c’è tutto quel che serve.

P.S. Ovviamente Beautiful you l’ho comprato – subito! – per il caro amico.

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Giornalista pubblicista dal 2012, scrive da quando, bambina, le è stato regalato il suo primo diario. Ha scritto a lungo su InStoria.it e ha aiutato manoscritti a diventare libri lavorando in una casa editrice romana, esperienza che ha definito i contorni dei suoi interessi influendo, inevitabilmente, sul suo percorso nel giornalismo. Nel 2013 ha collaborato con il mensile Leggere:tutti ma è scrivendo per art a part of cult(ure) che ha potuto trovare il suo posto fra libri, festival e arti. Essere nata nel 1989 le ha sempre dato la strana sensazione di essere “in tempo”, chissà poi per cosa...

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