Demone dentro di Mattia Iacono. Babadush libera tutti

C’è una parte della spiga di grano che la mia famiglia chiama listra e che finché rimane al suo posto va benissimo. Il problema nasce se ti finisce addosso… Ti pizzica però non la vedi, e allora cominci ad agitarti e grattarti, riducendola in pezzi sempre più piccoli ma lei, seppur sminuzzata, continua il suo cammino verso l’alto e si conficca ovunque.

Ci pensavo quest’estate guardando i campi lavorati e leggendo Demone dentro (Tunué, 2016), graphic novel d’esordio di Mattia Iacono. Se dovessi dare un nome all’oblio lo chiamerei così: Listra.

Wantoo e Ulisse sono i protagonisti di questa storia. Sono persone normali che conducono vite contemporanee, disilluse. Il buio li segue, si attorciglia su per il loro corpo, entra nella testa. Fa alzare loro il gomito o le mani. Toglie la vista, insieme a prospettiva e orizzonte.

A Wantoo, un uomo adulto un po’ fiaccato, le strade della sua città sembrano ormai tutte uguali, «statiche come montagne». Niente ha più consistenza, nemmeno le persone, e il suo lavoro «era diventato una sala di attesa. Per cosa, non lo sapeva». Invece Ulisse, un remissivo ragazzo-uomo, pensa di essere tutto il contrario del suo nome. «Amava quel mito potente, ma non gli apparteneva. Non era curioso, avventuriero o pioniere. Lui si sentiva un nessuno».

Sembrerebbero destinati a svanire nel loro mondo desaturato, finché non incontrano un libraio e un libro – Babadush – che diventa la mappa per un viaggio. Ed è così che inizia la graphic novel: piena di colore, con i due uomini che su imbarcazioni separate, ignari l’uno dell’altro, approdano sulla stessa isola. Verde e misteriosa, è il giaciglio dell’oblio, del demone, di quella listra che da un certo punto della vita in poi, conficcatasi nelle orecchie, non ha smesso di suggerire loro di non essere abbastanza.

Mattia Iacono, giovane e avveduto illustratore, con uno sguardo cinematografico sempre alla ricerca del dettaglio disegna il film delle nostre vite. Quel che ne risulta è un ricordo di qualcosa che fa parte del tuo mondo – sì, anche del mio e del tuo che di solito non leggiamo fumetti; di qualcosa che hai visto appena o da sempre.

Come le parole dei bravi scrittori ti rapiscono per trascinarti ovunque, fino alla fine di te e di un romanzo, così sanno farlo i disegni di Iacono. E la storia è una bella storia. Avventurosa e romantica come un uomo che libera se stesso e un libro che libera tutti.

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Giornalista pubblicista dal 2012, scrive da quando, bambina, le è stato regalato il suo primo diario. Ha scritto a lungo su InStoria.it e ha aiutato manoscritti a diventare libri lavorando in una casa editrice romana, esperienza che ha definito i contorni dei suoi interessi influendo, inevitabilmente, sul suo percorso nel giornalismo. Nel 2013 ha collaborato con il mensile Leggere:tutti ma è scrivendo per art a part of cult(ure) che ha potuto trovare il suo posto fra libri, festival e arti. Essere nata nel 1989 le ha sempre dato la strana sensazione di essere “in tempo”, chissà poi per cosa...

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