Io, nessuno e Polifemo. Nella caverna di Emma Dante il buio delle false verità

Io, Nessuno e Polifemo - Emma Dante

L’energia della visione, l’attore performer portatore del racconto nell’iconografia del corpo.
Entra in scena così, firmando lo spazio del Teatro Olimpico di Vicenza con il suo originale codice teatrale, Emma Dante, direttrice artistica del 67° Ciclo di spettacoli classici “Il viaggio al di qua del confine”, regista e interprete dell’inaugurale Io, nessuno e Polifemo. Si tratta di un racconto già pubblicato nel 2008 per Einaudi nella raccolta Corpo a Corpo, un incontro inatteso e logorroico tra il gigante omerico e la donna che, per intervistarlo, entra nella sua caverna rompendo il buio e oltrepassando i confini della storia ufficiale.

La parola si impone, qui più che in ogni altra piéce dell’artista palermitana, ma non si sottrae alla suggestione visionaria delle figure plastiche e simboliche care al teatro della Dante, chiamate a definire insieme alla musica – eseguita dal vivo dalla giovane e talentuosa Serena Ganci – la dimensione emotiva che aleggia sull’ironia di fondo.

Il Ciclope ci è stato consegnato dai grandi autori del passato come un mostro, sconfitto con astuzia da quell’Ulisse che l’epopea mitica ha consacrato eroe valoroso e imperituro. Ma le cose sono davvero andate così? O la storia è stata scritta come la si voleva scrivere? Nell’intervista irrompe ben presto un terzo incomodo: Odisseo superstar, latin lover psichedelico, spaccone e tracotante, circondato da un alone di bellezza e virtù, con un pizzico di strafottenza tutta partenopea. Gira il mondo, solca i mari e affronta battaglie e pericoli, pronto ad ammettere le sue debolezze e a dichiarare senza virile senso del pudore che il suo unico amore, l’essenza della sua vita ha un solo nome: Penelope. Un velo scende sulla verve ironica imperante in scena, regalando, come accade in altri momenti dello spettacolo, una pausa poetica che genera un contrasto non del tutto armonico.

La libertà del dialetto, la scelta di un interprete, e di un’interpretazione, che non è frutto della tecnica ma del vissuto, e ancora le ragioni del teatro e le menzogne dell’apparire: tutto questo diventa autoreferenzialmente puro divertissement, emanazione dell’imponente personalità della Dante, che affronta un viaggio nell’antro buio e denso di solitudine di chi non può dire la sua perché è già stato condannato dai più illustri poeti, che cova in eterno una rabbia inascoltata dalle ragioni della storia, scritta per antonomasia dai vincitori e non dai vinti.

Io, nessuno e Polifemo non trascina carnalmente lo spettatore come accade con altri spettacoli di Emma Dante, definendosi come un’esperienza di narrazione che può catturare chi rimane incantato da un fascinoso e personalissimo universo drammaturgico – lontano dai percorsi di ordinaria teatralità nazionale – ma può anche ingannare dondolando con comica leggerezza il pubblico poco incline a porsi, anche a teatro, problemi e domande che oltrepassino il confine della scena.

“Io, nessuno e Polifemo” Intervista impossibile. Testo e regia: Emma Dante. Con: Emma Dante, Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola, Federica Aloisio, Giusi Vicari, Viola Carinci. Musiche eseguite dal vivo da Serena Ganci. Costumi: Emma Dante. Scene: Carmine Maringola. Luci: Cristian Zucaro. Coreografie: Sandro Maria Campagna. Assistente alla regia: Daniela Gusmano. Una produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con 67° Ciclo Spettacoli Classici Teatro Olimpico di Vicenza.

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La Sicilia non solo terra d'origine ma luogo dell'anima, culla del teatro e fonte di ispirazione dove nasce l'amore per la scrittura. Dopo una laurea in Comunicazione e una specializzazione in Discipline dello spettacolo, scelgo di diventare giornalista e continuare ad appassionarmi alla realtà e ai suoi riflessi teatrali e cinematografici.

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