Gospodin. La libertà di non scegliere

Gospodin

Fa il suo ingresso per la prima volta sulla scena italiana con la regia di Giorgio Barberio Corsetti una delle nuove voci della drammaturgia tedesca, Phlipp Löhle. Gospodin, che ha debuttato al Teatro Eliseo di Roma lo scorso mese di novembre, arriva a Padova nell’ambito della Rassegna “Arti Inferiori” promossa da Arteven e dedicata alla scena contemporanea. Il giovane autore tedesco, associato del teatro Maksim Gor’kij di Berlino, è stato definito dai critici “l’economista” per le sue competenze in materia, fuse abilmente con l’arte teatrale. Il risultato è un personaggio disincantato, portavoce di una tagliente polemica sulla società dei consumi.

Gospodin rifiuta con fare da alienato qualunque legame con un vissuto che costringe l’uomo ad essere schiavo dell’utile e del denaro: il lavoro, ma anche gli acquisti compulsivi al supermarket, le relazioni irrimediabilmente imbevute di materialismo. Difficile condurre un’esistenza normale senza scendere a compromessi con la realtà che si impone e distrugge il sogno di vivere solo della forza delle idee. Il mondo contemporaneo obbliga continuamente a scegliere, a prendere decisioni che portino a delle conseguenze sul piano pratico.

Vaga smarrito dentro e fuori casa Gospodin, riempie il carrello di qualunque specie di merce per il solo gusto di arrivare alla cassa e dimostrare che niente di tutto quello che ha preso è necessario e che non può pagarlo perché non vuole avere a che fare con i soldi. Litiga con la fidanzata e con gli amici che non riescono a comprendere le sue motivazioni, per quanto si affanni a spiegarle: solo nel luogo della privazione per antonomasia, solo in prigione, l’utopia della libertà sembrerà finalmente e paradossalmente realizzata.

Una narrazione fortemente affidata alla parola in forma indiretta, con il racconto delle gesta del piccolo eroe anticapitalista, e diretta con i dialoghi tra gli attori. Accanto a Claudio Santamaria, calatosi nei panni di Gospodin, Marcello Prayer e Valentina Picello sono allo stesso tempo narratori e interpreti di una varietà di personaggi gravitanti intorno al protagonista. A caratterizzare il movimento scenico è l’interazione con una scenografia che si compenetra con i corpi perchè giocata quasi interamente sulle nuove frontiere della computer grafica, cara al regista.

Questo spazio che dal palcoscenico si allarga verso il virtuale si riempie soprattutto di recitazione e molto meno di azioni fisiche, mantenendo un registro tendente al sarcasmo, povero però di emozioni per lo spettatore. Buone le potenzialità del personaggio così come il tema, attuale e provocatorio, ma per la piena riuscita dello spettacolo sulla ridondanza e la programmaticità del testo si sarebbe dovuta riversare una buona dose di poesia.

GOSPODIN
regia Giorgio Barberio Corsetti
con Claudio Santamaria,Valentina Picello e Marcello Prayer
traduzione Alessandra Griffoni a cura del Goethe-Institut
scene Giorgio Barberio Corsetti e Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
luci Gianluca Cappelletti
graphics Lorenzo Bruno e Alessandra Solimene
video Igor Renzetti
musiche Gianfranco Tedeschi e Stefano Cogolo
regista assistente Fabio Cherstich

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La Sicilia non solo terra d'origine ma luogo dell'anima, culla del teatro e fonte di ispirazione dove nasce l'amore per la scrittura. Dopo una laurea in Comunicazione e una specializzazione in Discipline dello spettacolo, scelgo di diventare giornalista e continuare ad appassionarmi alla realtà e ai suoi riflessi teatrali e cinematografici.

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