Allegro Occidentale. Il viaggio e l’ironia secondo Francesco Piccolo

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Allegro Occidentale, cover

Sri Lanka, Hong Kong, Australia. Queste le tre tappe toccate da Francesco Piccolo in occasione di un lungo e variopinto viaggio di lavoro, in compagnia di colleghi a lui più o meno affini e di assistenti  in loco con personalità ai confini del surreale.
Allegro occidentale non è, banalmente, il reportage di un’esperienza turistica, ma una scanzonata riflessione sul rapporto Occidente/Oriente (o, meglio, occidentali/orientali), un diario in cui impressioni di viaggio richiamano racconti di vita quotidiana e viceversa, quasi un inconsapevole ritratto antropologico della categoria del “turista italiano” in cui è spesso difficile non identificarsi.

Il libro si legge con leggerezza, accompagnati da quel sorriso ironico e intelligente che permette di cogliere tra le pagine la satirica descrizione di noi stessi (come non immaginarci intenti nell’assemblare pezzi di un mobile dall’impronunciabile nome scandinavo nel momento in cui Piccolo racconta le proprie peripezie tra gli scaffali di un megastore svedese?). E anche chi non è mai uscito dai confini nazionali rimane difficilmente indifferente nel leggere che a Hong Kong i biglietti da visita sono parte integrante del proprio statuto ontologico, che in Sri Lanka l’assenza di campo telefonico può provocare una crisi esistenziale e che nel mare australiano galleggiano isole paradisiache in cui non è però escluso che si possa essere infelici.

E se, di fronte a tali descrizioni al limite del paradossale, ci si chiede se sia tutto vero, basta leggere il capitolo dedicato ai villaggi vacanze delle nostre coste per sciogliere ogni dubbio: la raffigurazione che ne viene data è un connubio perfetto tra “onor del vero” e sottile spietatezza narrativa.
Soprattutto, nel corso della lettura penetra l’idea che la città in cui si vive, le relazioni stabili e, in generale, la vita quotidiana possano offrire occasioni di vissuta follia non così differenti dal contesto esotico di un viaggio intercontinentale, fino a scoprire che ci si può sentire più lontani da casa propria quando si dorme in un altro quartiere piuttosto che in un altro emisfero.

La conclusione lascia uno strascico di amarezza, come nella tradizione della commedia all’italiana, e stimola un’inaspettata riflessione sul valore della felicità. Ed è l’intero libro a essere percorso da continue provocazioni sul nostro modo di agire, sulla bizzarra normalità dei nostri comportamenti, sulle modalità con cui viviamo il nostro statuto di viaggiatori.

Allegro occidentale ha questa capacità di farsi leggere con una consapevole piacevolezza, di stimolare con noncuranza piccoli esami di coscienza, di renderci ironici osservatori di noi stessi. Il tutto con un sorriso sulle labbra che, spesso, non ha difficoltà a trasformarsi in risata.

Francesco Piccolo, Allegro occidentale
Einaudi, Torino, 2013, pp. 221, € 12,00.

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Lorenzo Moltedo nasce a Roma nel 1991. Laureato (triennale) in Lettere Moderne presso “Sapienza” Università di Roma con una tesi sull’Orlando Furioso, è davvero curioso di conoscere cosa gli riserva il futuro. Non saprebbe immaginare una vita senza libri (e lo scrive con il rischio di sembrare retorico). Tra gli altri suoi interessi: viaggi, corsa, cinema e, in generale, ogni forma di manifestazione artistica. Quella con artapartofcult(ure) è la sua prima esperienza “ufficiale” di scrittura.

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