Tutti i pro e i contro della lettura. Il “più che decalogo” di Lidia Ravera e le risposte di Filippo La Porta

Ravera, La Porta, Giuliani
Ravera, La Porta, Giuliani

Tutti i pro e i contro della lettura è il titolo del “dialoghetto” (così, almeno, viene definito l’evento) che la scrittrice Lidia Ravera e il critico Filippo La Porta intrattengono al termine della quinta giornata della manifestazione Più libri più liberi. L’incontro è presentato e condotto da Sandra Giuliani, di Biblioteche di Roma.

Lidia Ravera è dalla parte dei pro, e stila una lista in undici punti su quali siano i vantaggi che offre la pratica della lettura. Riassumendo: leggere…

  1. … è l’unico modo per rispecchiarsi e riconoscersi nella condizione umana;
  2. … è il solo valido mezzo per divertirsi, inteso nel significato etimologico di divergere da sé;
  3. … allarga l’esperienza del mondo e permette l’accesso a un numero infinito di vite;
  4. … è eccitante come amare, ma senza le stesse responsabilità;
  5. … fa sentire potenti, nonostante spesso si cada in una certa forma di dipendenza: è il lettore che detiene il potere sul libro e può scegliere di interromperne o proseguirne la lettura;
  6. … dà al lettore un vantaggio sul 57% degli italiani che, invece, non leggono;
  7. … insegna a saper scrivere, cosa sempre più necessaria nell’epoca dei social network;
  8. … è una scuola straordinaria di comprensione e tolleranza;
  9. … è una “magnifica autodifesa” da tutti i momenti di “non essere”, quali la fila alla posta o i viaggi in metropolitana;
  10. … è l’unica evasione possibile da ogni forma di restrizione alla libertà personale (la vecchiaia, la malattia, la detenzione…);
  11. … è “cool” e originale, “la più sublime forma di snobismo praticabile in questo Paese”.

A Filippo La Porta il ruolo dell’avvocato del diavolo: come porsi dalla parte dei contro della lettura in un festival dell’editoria, davanti a un pubblico di (si presuppone) accaniti lettori ed avendo le pareti della propria casa coperte da scaffali colmi di libri? Lo stesso La Porta riconosce l’impossibilità di svolgere il proprio compito, ma non rinuncia a offrire degli spunti critici. Innanzitutto: la lettura è un valore in sé o lo è solo a determinate condizioni? L’esempio radicale della biblioteca personale di Hitler, composta da 16000 volumi, legittima non poco la domanda. La risposta, e anche la conclusione, è che, forse, non conta tanto il leggere, quanto il leggere bene. Tra un lettore ossessivo e un lettore riflessivo è solo il secondo che vive, a seguito dell’incontro con un romanzo, una sorta di “effetto jet lag”, cioè quello straniamento meraviglioso che si prova dopo aver vissuto assieme a personaggi del calibro di, per esempio, Anna Karenina.
Il lettore ossessivo, quindi, quasi bulimico, è chi si butta a capofitto nei libri senza lasciarsene coinvolgere né cambiare: in cosa è diverso, in sostanza, dal non-lettore? Forse in nulla. Meglio, quindi, leggere meno libri, ma leggerli bene? Ebbene sì, se è vero che, come fa notare La Porta, i giovani, pur leggendo di meno, danno più importanza al valore dell’esempio, ovvero al legame tra l’ideale dell’opera e il suo autore (basti solo pensare al successo di Roberto Saviano).

I pro e i contro di questo “dialoghetto” sono stati effettivamente tali? Forse no, e forse non era neanche possibile che lo fossero. Le due visioni non fanno altro che completarsi l’una con l’altra. Se Lidia Ravera stila un elenco di ragioni che chi sia appassionato di libri non può fare a meno di sottoscrivere, Filippo La Porta le approfondisce in una chiave critica e intelligente. Se è vero che leggere è un po’ come rubare brani dell’intelligenza altrui, come afferma la Ravera, è anche vero che occorre essere capaci di farlo ed essere formati a farlo, altrimenti la lettura, come qualsiasi modo di investire il proprio tempo, diventa solo un esercizio sterile.

Un ultimo appunto. Ora la fiera si è conclusa, ma il prossimo anno si ripeterà (o, almeno, si spera). E a chiunque non ci sia stato, è vivamente consigliato di farci almeno un salto. Che siate lettori bulimici o riflessivi, o anche (perché no?) non lettori, perdetevi tra gli stand da cui traboccano libri, fermatevi a scorrere titoli sugli argomenti più vari, passate da un editore di ricette vegetariane a un altro di corsi di russo, fatevi regalare qualche segnalibro, entrate in una sala che ospita un incontro di cui non sapete assolutamente nulla. Le sorprese ci sono, un po’ come quando si apre un libro. A una pagina a caso, ovviamente.

+ ARTICOLI

Lorenzo Moltedo nasce a Roma nel 1991. Laureato (triennale) in Lettere Moderne presso “Sapienza” Università di Roma con una tesi sull’Orlando Furioso, è davvero curioso di conoscere cosa gli riserva il futuro. Non saprebbe immaginare una vita senza libri (e lo scrive con il rischio di sembrare retorico). Tra gli altri suoi interessi: viaggi, corsa, cinema e, in generale, ogni forma di manifestazione artistica. Quella con artapartofcult(ure) è la sua prima esperienza “ufficiale” di scrittura.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.