Più Libri Più Liberi 2016 #2. Come va il mercato editoriale? Facciamo un po’ di conti.

Più Libri Più Liberi 2016 per me quest’anno comincia dai numeri. Che l’editoria sia in crisi e che qualcosa stia cambiando ce lo siamo detto tutti, più volte. Certo non bastano i piccoli passi fatti fin ora, ma è interessante vedere come e cosa percepiscono gli addetti ai lavori.
Ho partecipato all’incontro L’andamento del mercato 2016 alla vigilia del Natale e la piccola editoria. Da un’editoria mainstream a una indiestream?, perché il titolo evocava per me una serie di “lotte” che da tempo conduco in prima persona sul web – e non solo – e perché era interessante che l’evento fosse curato dall’AIE. Che si stiano tutti svegliando? mi sono detta.

L’evento è stato moderato da Sabina Minardi, presenti Antonio Monaco, presidente del gruppo Piccoli Editori AIE (e piccolo editore anch’egli per Sonda), Isabella Ferretti di 66Thand2nd Editore, Bruno Mari per Giunti, e Alberto Ibba per NN Editore.

Secondo i dati Nielsen quest’anno (dati ai primi di novembre) il mercato del libro ha avuto un piccolo incremento rispetto al 2015 quanto a “valore del venduto”, e un piccolo decremento per ciò che riguarda il numero di copie. Dai grafici si evince che, rispetto al mainstream, la piccola e media editoria fa bei numeri per la narrativa non di genere (la fiction per intenderci) soprattutto italiana (anche se la narrativa straniera continua ad essere in pole position) e per alcuni generi letterari specifici (come il crime), mentre la narrativa per ragazzi è ancora prevalentemente appannaggio del mainstream e, in ogni caso, tratta autori stranieri.
In pratica, ovazione per questi piccoli editori che hanno deciso finalmente di dare quel contributo di qualità e scouting che tanto mancava – e manca – all’editoria italiana. Insomma, finalmente si ascoltano i lettori veri.

A sentire la Ferretti, ma anche Ibba e Monaco, c’è da essere soddisfatti: la ripresa si sente, i risultati si vedono. Vero è che i giovani editori continuano a soffrire di quella che, in gergo, possiamo chiamare “appetibilità” e quindi potere d’acquisto. La filiera, controllata dalla distribuzione, penalizza chi fa una ricerca di qualità, magari cercando autori nuovi e investendo su di loro, e rende difficile la visibilità di prodotti “diversamente buoni”. Insomma, la solita storia. Si evidenzia come le cose stiano cambiando grazie ad iniziative di certi “librai illuminati” (non solo indipendenti, ma anche di catena), che inventano eventi e momenti di incontro con gli autori, diversi dal solito e a titolo assolutamente gratuito, che fanno sì che tutto quel lavoro svolto sul web grazie ai social e alle nuove espressioni di comunicazione, abbia una sua quadratura del cerchio nel contatto diretto coi lettori.

Mari, di Giunti, non è così ottimista. Lui ovviamente fa notare che le percentuali di incremento del mercato/libro sono irrisorie, ben lontane da quel che accadeva prima del 2010, quando la crisi ha cominciato a farsi pesante, e che dipendono, appunto, solo dall’aumento del costo dei libri. I dati ci dicono che dal 2010 si sono “perse per strada” oltre 14 milioni di copie, e queste sono cifre enormi. Amazon paradossalmente dà una mano, ma non risolve, come il fatto di aumentare i prezzi (si sta parlando solo di libri di carta, sia chiaro) rischia di allontanare i lettori dall’acquisto. Interessante la sua analisi del fenomeno “fusioni Mondadori” (grazie al quale Giunti ha potuto acquisire Bompiani). Dice Mari che “Quelli che sono qui dentro dovrebbero fare un monumento a Mondadori, – riferendosi alle acquisizioni passate e recenti – perché ha raggruppato sotto la sua ala editori che facevano gran bei numeri, eppure oggi il “colosso” si assesta intorno al 30% del mercato. Questo significa che tutto il resto è degli altri…”

Infine una riflessione interessante di Monaco. Secondo lui i lettori italiani non crescono, maturano. Quindi oggi cercano differenziazione ed estetica, sono diventati più sofisticati. Si sta verificando oggi quello che accadde tra il ’92 e il ’94, quando nacque la piccola e media editoria, il che fa ben sperare per un futuro molto prossimo, ma solo per quegli editori che avranno fatto della qualità, della ricerca estetica, il loro baluardo quotidiano. Una ricerca “accanita” che comporterà una selezione naturale. Che poi è la stessa cosa che avviene con gli scrittori, giusto? Tante nuove case editrici, a volte anche scalcagnate, tanti nuovi autori, altrettanto scalcagnati… Ce lo diciamo da un po’, la selezione naturale sta già arrivando, e la cosa che più sorprende tra i tanti numeri e le tante analisi, è che la fiction italiana stia crescendo. Pare che questo dipenda da una nuova generazione di nuovi bravi autori, e sottolineo il “nuovi”, che si è affacciata sul ponte maestro di questa nave editoriale e che non ha alcuna intenzione di scendere.

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Cetta De Luca, scrittrice, editor e blogger vive a Roma. Ha al suo attivo sei pubblicazioni tra romanzi e raccolte poetiche. Lavora nel campo dell'editing come free lance per la narrativa e collabora alla revisione di pubblicazioni di didattica nell'ambito letterario. Cura un blog personale http://www.cettadeluca.wordpress.com e spesso è ospite dei blog Inoltre e Svolgimento.
Nel poco tempo libero che le rimane tra lavoro e figli si impegna nell'organizzazione di eventi per il mondo letterario e, nello specifico, per gli scrittori.

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