Più libri più liberi. Voci di donne: straniere e italiane in relazione nel concorso letterario Lingua Madre

logo-linguamadre-piccolo11Ci sono cieli, terre, storie. Ci sono popoli. Ci sono voci, canti di donne, che in una lingua madre ci raccontano vite e sogni diversi, tutti caratterizzati da una sola umanità, una sola speranza. Di pace e accoglienza, di confronto, di amore. Ci parlano queste donne, portandoci in mondi profondi. Ci si perde, nelle loro parole, che ti insegnano a guardare le cose dritto negli occhi, ad ascoltare battiti affini al tuo.

Alle donne straniere, residenti in Italia, ma anche alle donne italiane che vogliano raccontare il loro rapporto con  identità e culture altre, è dedicato il Concorso Letterario Nazionale “Lingua Madre”,  presentato nella nuova Edizione 2014/2015 presso la Sala Diamante del Palazzo dei Congressi a Roma, nell’ambito della  Fiera Nazionale della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi. “Il concorso -ha spiegato Paola Marchi, illustrando un progetto articolato e molto interessante- nasce da un’idea di Daniela Finocchi. Prende spunto da un’iniziativa sviluppata dalla Regione Piemonte e dal Salone Internazionale del Libro di Torino, e si avvale di patrocini diversi: del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, di Pubblicità Progresso, Expo Milano 2015 e We Women for ExpoQuest’anno è arrivato  alla  sua decima edizione, e vuole essere un esempio di interazione tra culture, e manifestazione della ricchezza interiore ed espressiva delle donne”.
Il Concorso è  rivolto dunque a tutte le donne straniere residenti in Italia, anche di seconda o terza generazione che, attraverso l’uso della lingua italiana, possono parlare di una cultura, di un mondo di provenienza, di un sentire personale, in relazione alla propria identità e a quella del  Paese in cui attualmente vivono. È stata istituita poi una sezione speciale del concorso dedicata alle donne italiane, alle loro narrazioni di storie di donne straniere.
“I racconti vincitori vengono raccolti in un’Antologia –prosegue Paola Marchi- e al concorso si può partecipare anche inviando una fotografia”.

L’Antologia Lingua Madre 2014 è edita dalla Casa Editrice Seb27, nella collana Tamburi di carta.
Oltre tremila, le partecipanti all’ultima edizione del concorso presentata a Torino.
Integrazione, valorizzazione della cultura originaria, sostegno e scambio reciproco, accoglienza, rispetto, tolleranza, pace, sono  valori evidenziati da questo concorso. Le donne che scrivono svolgono attività su tutto il territorio italiano, formano una comunità attiva  in contatto costante, mantenuto anche con il pubblico, attraverso i social networks (Facebook, Twitter, Instagram ,You Tube).
Numerose proposte affiancano quest’anno  il concorso, che ha come partners la Consulta Femminile Regionale del Piemonte, Slow Food – Terra Madre, il Torino Film Festival, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Rotary Club Torino Mole Antonelliana.
Sono stati istituiti Premi Speciali: ad esempio, Slow food-Terra Madre assegnerà un Premio Speciale all’autrice straniera il cui racconto sia maggiormente ispirato al cibo, come strumento di incontro, comunicazione. Il Rotary Club Torino Mole Antonelliana, assegnerà invece un premio all’autrice che più si distinguerà con il suo racconto, nell’affrontare i temi della pace e della tolleranza. Andrà all’autrice del racconto maggiormente adatto ad una trasposizione in sceneggiatura cinematografica, il Premio Speciale Torino Film Festival, mentre il Premio Speciale della Fondazione Sandretto Rebaudengo è riservato alla miglior fotografia di donne straniere residenti in Italia, in relazione al tema del rapporto con la propria identità, le radici e il paese che le ospita, cioè l’Italia. I dieci racconti finalisti saranno consultabili sul sito del Salone del Libro di Torino 2015 e potranno essere votati dai lettori.
Connesso al concorso, il particolare evento inaugurale di Expo 2015, Tavola del mondo: tutte le donne del Mondo, di ogni cultura e Paese, potranno raccontare la propria Ricetta per la vita, attingendo ad esperienze e tradizioni personali o collettive, condividendo con We-Women for Expo momenti di memoria preziosa ed inestinguibile. Con il patrocinio di Expo Milano 2015, il concorso ed è entrato a far parte di We Women for Expo: una  rete che coinvolge le donne di tutto il mondo, con l’obiettivo di valorizzare e affermare la cultura femminile sul tema del nutrimento. È stata realizzata anche una puntata pilota sul canale You tube del concorso sul tema del cibo narrato dalle donne.
Va ricordato che dai racconti delle antologie Lingua Madre, è stato liberamente tratto uno spettacolo teatrale, Donne che cucinano la vita. Molte autrici del concorso sono presenti in Sala Diamante, e ci regalano momenti di condivisione ed emozioni fortissime. Leggono i loro racconti, reali, duri, sognanti, poetici, ironici, afferrandoci stretti, tagliando fili invisibili di separazione, cucendo vesti nuove per l’anima. Il primo suono, il primo segno. In italiano. Con l’abbraccio di tutta la terra.
Enisa Bukvic, scrittrice bosniaca, ci parla del suo amore per la scrittura e del suo particolare legame con i libri. Ricorda i disegni fatti sui libri della nonna: “Per salvarli, li nascose vicino ad una canna fumaria…presero fuoco”. Il trasferimento in Italia, avvenuto con “sei libri di Hesse, tra i quali c’era Siddharta”. ” La scrittura mi serve a superare i problemi e a diventare consapevole”.
Maria Ciminelli, figlia di emigranti, vive a Roma in un melting pot. Si rapporta con la comunità bengalese del suo quartiere, condividendo con essa “un senso di estraneità”. E racconta una storia di violenza e prevaricazione. Tiziana Colusso sottolinea il pregio del Concorso, che è quello di “creare una rete di scrittrici donne, un’amicizia tra donne”. La sua storia, di “ottimismo e calorie”,  narra di un’amicizia tra donne trasformatasi poi in amore. Affronta anche il tema del cibo e del nutrimento.
Una Cenerentola di oggi è la protagonista del racconto di Leyla Khalil,  governante che finalmente, nella notte di Capodanno, riesce a sentirsi una felice ragazza di venti anni. Ricordando le tradizioni libanesi, a proposito di un menu, c’è una consapevole e struggente malinconia nella ricerca di un frutto, “a forma di stella”.
Accompagnata con sapienza da Marija Holotyak al bandura, Stephanie Kunzemann racconta le vicende  di un’ insegnante di musica, nata in Ucraina. I suoi due matrimoni. “Al posto del cuore, mi ritrovai una rovina”. La partenza senza il figlio per l’Italia. Il ritorno, presso “un marito cieco di rabbia, e un figlio trascurato e sporco”. Tre oggetti la accompagnano: bandura, soldi, un cannocchiale.
Per Claudiléia Lemes Dias, brasiliana, in Mondo Convenienza,  l’acquisto di un materasso diventa lo spunto per una riflessione sull’immigrazione.
Sono storie di cantiere, dure, quelle descritte  da Sarah Zuhra Lukanic, popolate da inquietanti capomastri, caporali, docili cingalesi. Ci sono fantasmi  di passaggio, mai visti, non esistiti, nel suo racconto pubblicato sulla rivista fondata e diretta da Goffredo Fofi,  Lo Straniero.
Dragana Nikolic, biologa, due figli, vincitrice dell’Edizione 2014 del concorso, segue in Blu Notte il percorso di una “donna con tanti capelli lunghi e un cappotto blu notte che le sta da dio”,  una donna che nel ritorno verso casa, riflette sulla vita, sull’amore. “La confidenza è tutto, anche nelle cose…Rahma Nur, in Volevo essere Miss Italia,  parte dall’elezione  di Denny Mendez  a Miss Italia, “lei, una Miss Nera!”,  per la descrizione della difficoltà di integrazione, “ di diventare italiani”. “Io sono l’Italia, quella multiculturale e multietnica”.
Elena Ribet  
ci offre la lettura di due bellissime poesie, una delle quali comincia così:” La terra disarciona i suoi guerrieri… ”
Maeve Rodgers, irlandese, ci parla, con il tema della porta, della “difficoltà di oltrepassare la soglia tra Italia e Irlanda. “ I miei amici sanno che quando varcano la soglia della mia porta in Italia, trovano un pezzo di Irlanda”. Chiude  questo incontro unico di donne, così intenso,  la voce meravigliosa di Marija Holotyak, con una Canzone per gli immigrati. Prima di intonarla, li paragona ad uccelli nel cielo, che migrano. La bellezza del mondo sta in quel passaggio, in quel battito d’ali, in quel canto alto che viene ovunque dalla terra, da ogni suo diverso angolo e da ciascun suo abitante.

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Tullia Ranieri ha al suo attivo numerose esperienze artistiche. Scrittrice e attrice, collabora con varie Associazioni culturali. Suoi testi sono pubblicati in Antologie varie e su siti Internet. Si è dedicata a progetti sperimentali di diffusione della poesia nelle scuole e alla scrittura e regia di spettacoli e percorsi poetici. Fa parte del gruppo di Scrittura Collettiva di Fefé Editore. Adora Adonis.

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