Teodora Axente. Darkness. A New Movement in Contemporary Painting – L’intervista

immagine per Teodora Axente

Proseguono le interviste tratte dal catalogo: Preparing for Darkness. A New Movement in Contemporary Painting edito da Selected Artists Edition 2020 e pubblicate nella versione inedita italiana in esclusiva per artapartofculture.net.
Dopo Nicola Samorì, è la volta di Teodora Axente (Sibiu, Romania, 1984)

Con una materialità appariscente e scenari che mettono in evidenza il dualismo spirito-materia, ci conduci all’interno di un mondo enigmatico che appare nobile e accattivante. Ma questa patina di superficie emana anche un senso di illusione. Sembra che i tuoi personaggi siano intrappolati in una realtà dalla quale tentano di fuggire.

Sì, il mistero sprigionato dai miei personaggi è rafforzato dai loro costumi, fatti di materiali insoliti, che li trasportano in un mondo nobile ma inquietante.

Fogli di alluminio, cartone, pellicole trasparenti, o dettagli di metamorfosi umano-animale, ci proiettano in un mondo fantasioso e ci intrigano donando una nuova aurea, bizzarra e surreale, ad elementi che riconosciamo immediatamente nella nostra realtà materiale.

Mi piace inserire materiali lucidi nelle mie composizioni; considero che l’occhio è sempre attratto dalla luminosità esterna dell’oggetto. È come una calamita che ci spinge ad avvicinarci, ad analizzare e andare in profondità per scoprire cosa c’è oltre l’aspetto esterno di quella cosa.

Parlami delle tue prime influenze e del tuo percorso come artista a Cluj.

Sono stato influenzata da diversi artisti rumeni, come Corneliu Baba e Gheorghe Anghel; ma anche Velázquez – uno dei miei preferiti ancora oggi -, Rembrandt, Vermeer, Fra Angelico, Piero della Francesca, Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel, Gerhard Richter, Borremans e Berlinde de Bruyckere. Mi sono laureata all’Università di Belle Arti di Cluj-Napoca.

La mia crescita in questo ambiente è avvenuta anche grazie a diversi insegnanti che mi hanno preparata e guidata verso la scoperta del mio lato più personale e autentico.

Vorrei anche menzionare i concorsi a cui ho partecipato, come quelli organizzati dal Museo Essl in Austria, che di fatto mi hanno portata fuori dal mio paese d’origine.

C’è un’armonia sorprendente tra ciò che dipingi e la tua tecnica. Come ci sei arrivata?

La pittura a olio è il mezzo che mi permette di scoprire la raffinatezza, la nobiltà e la preziosità del soggetto che sto raffigurando. La mia passione per le diverse texture, i materiali e gli oggetti, mi ha spinta ad esplorarli per renderli in pittura ancora meglio di quello che erano in realtà.

La tecnica che uso, e che in un certo senso mi rappresenta – così come il soggetto stesso -, deve essere complementare al mio punto di vista. Messaggio e tecnica si influenzano a vicenda e si completano in un insieme unitario. La tecnica è lo strumento che mi aiuta a dare forma al messaggio che voglio trasmettere, ma il messaggio è anche ciò che mi stimola e sviluppa il mio modo di lavorare, ovvero stimola la tecnica stessa.

Il tuo lavoro si muove tra il reale e l’immaginario. Come riesci a equilibrare questi due aspetti?

Questo è vero. Il reale e l’immaginario si trovano entrambi nelle mie opere. Mi è sempre piaciuto creare un mondo immaginario usando elementi provenienti dalla realtà, dalle nostre immediate vicinanze.

Così posso creare una nuova dimensione che sfida lo spettatore, un nuovo regno di interpretazioni che offre una totale libertà. Gioco con questi due piani, che possono intrecciarsi oppure disconnettersi. Secondo me, infatti, il reale e l’immaginario possono essere opposti ma anche sulla stessa linea.

Le tue opere sono come uno specchio dell’individuo nella società contemporanea. Stimolano domande piuttosto che dare risposte. Che approccio ti aspetti da chi osserva i tuoi dipinti?

Voglio che i miei spettatori si pongano più domande che risposte. Voglio che lo spettatore osservi in totale libertà quando entra in contatto con la mia pittura, deve filtrare l’opera secondo la propria natura interiore.

Non offro una ricetta per come accogliere la pittura, voglio che il processo di decodifica dell’opera sia strettamente legato all’interesse e alla libertà offerta dallo spettatore.

Perché utilizzi determinati materiali nei tuoi quadri?

Associo i materiali – come il vetro, la lamina, l’oro, il velluto e i rasi -, alla fragilità, alla forza e all’incertezza. Utilizzo il materiale per rappresentare effettivamente il volto che si vede, i sentimenti vissuti dall’essere umano.

Quali connessioni hai con la tua arte?

Ciò che mi stimola nel processo creativo sono anche il design dell’abbigliamento, l’interior design, la regia cinematografica e il teatro.

Una tua caratteristica è quella di trasformare un evento realistico in un gioco. Una volta hai detto: “Vedo il gioco come una fuga”. Quanto è importante questo tema del gioco nei tuoi quadri?

Il gioco è il modo in cui posso fuggire da questo mondo. In questo modo, posso creare una nuova realtà tutta mia. Nel mondo del gioco tutto è possibile e nulla impossibile. Penso che il gioco sia un istigatore; ci fa diventare più autentici e acquisiamo il potere per scoprire nuovi orizzonti.

Puoi descrivere il processo di realizzazione del tuo lavoro?

Utilizzo immagini e dettagli di fotografie che, per la maggioranza delle volte, realizzo io stessa. Organizzo sessioni fotografiche con i miei personaggi e creo anche i loro costumi. Recentemente ho lavorato con la tecnica del collage al computer.

La tua tavolozza di colori scuri e un senso di mistero ci portano a vivere le tue atmosfere con una nota malinconica. La malinconia ha avuto un ruolo importante fino agli anni ’90, ma poi non c’è stato più spazio per questo sentimento, che credo invece rilevante poiché fornisce un luogo indisturbato di resistenza. Qual è il suo ruolo nel tuo lavoro?

Infatti. Una tavolozza di colori ridotta conferisce una particolare drammaticità alle opere. L’atmosfera misteriosa e nostalgica dei miei dipinti migliora l’interpretazione del messaggio.

A mio parere, la malinconia è un soggetto accattivante per gli artisti e penso che la usino allo scopo di una scoperta interiore. È come scavare nell’oscurità sconosciuta dell’essere.


Teodora AxentePreparing for Darkness A New Movement in Contemporary Painting. Selected Artists Edition 2020

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Lucia Rossi, laureata in Arte, Spettacolo e Immagine Multimediale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Parma, è scrittrice, contributing editor per riviste d'arte, curatrice di mostre. Vive e lavora a Berlino. Ha diverse esperienze come curatrice indipendente di eventi culturali e collaborazioni per cataloghi d'arte e pubblicazioni.

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