Letteratura inaspettata #64. La modernità di Emily Bronte e Emily Dickinson nell’ultimo libro di Mattia Morretta

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Ci sono delle pubblicazioni che non possono essere categorizzate in nessun modo e proprio nella loro costituzione di corpi eterei va riconosciuta l’eccezionalità della loro scrittura. È il caso del libro  di Mattia Morretta Tra di noi l’oceano. Modernità di Emily Brontë ed Emily Dickinson per il gruppo editoriale Viator.

Il libro si prefigge di tracciare le corrispondenze, umane, temporali e artistiche delle due famose Emily con la ricostruzione delle affinità psicologiche tra le autrici, spesso rappresentate con tratti di personalità molto simili dalle voci enciclopediche ufficiali.

La caratteristica principale di questa opera è il fatto che rappresenta una narrazione letteraria vera  e propria all’interno di un impianto saggistico che tratta trasversalmente aspetti specifici e complementari dell’analisi letteraria e umana delle protagoniste.

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Il libro va letto più di una volta per apprezzarne le diverse interpretazioni che convivono nel quadro organico di una competenza stilistica, quella dell’autore, di rara preziosità.

Il rimando è quello alla medicina umanista dove l’azione dello spirito e i meccanismi regolatori della fisiologia rappresentavano un corpus unico da indagare attraverso il meccanismo filosofico che sana le fratture epistemologiche della scienza.

Mattia Morretta è uno psichiatra, autore di diverse pubblicazioni che trattano percorsi diversi ed estremamente attuali. Il suo è un atteggiamento di grande profondità che riconosce il valore dell’analisi ontologica del pensiero in contrasto con i sottoprodotti dell’industria culturale odierna.

Un nuovo interrogarsi, alla maniera dei teorici di Francoforte, sul significato di modernità e di centralità dell’essere umano.

La prima osservazione è riferita alla raffinatezza stilistica del linguaggio, difficilmente riscontrabile anche nei romanzieri puri: il libro di Morretta è una tessitura policroma di letteratura colta che riesce a conciliare istanze e prospettive diverse attraverso l’uso della Parola.

Linguaggio come antidoto alla povertà intellettuale, mai in senso snobistico ma come ricerca della complessità dell’umano.

Le due Emily anticipano di un secolo il discorso su un Novecento caratterizzato da fitti legami tra le avanguardie artistiche e la psichiatria con Walter Morgenthaler che pubblicherà nel 1921 la prima monografia dedicata a Adolf  Wolfli,un artista affetto da problemi psichiatrici.

Ma le loro esistenze, apparentemente sottotono, sono ancora lontane da quelle azioni artistiche estremizzate che avranno poi una risonanza in campo sociologico e politico.

Sono vite, invece, che si avvicinano maggiormente allo stupore di Emile Tardieu che già a fine Ottocento  anticipa la ricerca transdisciplinare tra creatività e psichiatria, e che delinea una serie di possibilità umane di affermazione e affrancazione.

Mattia Morretta rilegge, restituisce vigore, intensità alle figure acquerellate di Emily Bronte e Emily Dickinson che nel loro palcoscenico interiore vivono una complessità fuori dal comune e spesso oggetto di semplificazioni biografiche.

Il suo libro è uno straordinario compendio di fatti, particolari, incursioni poetiche, rivelazioni, testimonianze, rimandi, che annullano la distanza dell’oceano che le divide geograficamente, accomunandole nella sensibilità umana e artistica che le ha rese icone ineguagliabili nel panorama letterario di tutti i tempi.

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Antonella A. Rizzo è nata a Roma il 17 gennaio 1967. E' poeta, scrittrice, giornalista, performer. Ha pubblicato: Il sonno di Salomè - Edizioni Tracce 2012. Confessioni di una giovane eretica - Edizioni Lepisma 2013, Cleopatra. Divina Donna d'Inferno - Fusibilia libri 2014, Iratae pièce teatrale con Maria Carla Trapani - Fusibilia libri 2015, Plethora – Nuove Edizioni Aldine 2016, A dimora le rose, Edizioni Croce 2018, A tutti quelli che non sanno che esiste il vortice – Lavinia Dickinson edizioni 2019.

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