La fine del gioco segna l’ingresso nell’età adulta. L’assenza di attività ludica, nei bambini, è sintomo di patologie importanti, di una mancata aderenza alla realtà e per questo viene incentivato in ogni modo un apprendimento legato a questo tipo di attività.
Prendo in prestito questa divagazione legata al mondo dell’infanzia perché, non a caso, il titolo della silloge di Irene Sabetta Nella cenere dei giochi pubblicato da La vita felice rivela l’anima stessa della sua poetica, riferendosi semanticamente a un’immagine di rovina e di rinascita.
Chiesi a uno psichiatra, qualche tempo fa, il significato del perdurare di consuetudini intime legate all’infanzia, all’adolescenza, come rifugiarsi nel sogno vivido, la finzione simbolica, le azioni ripetitive e consolatorie.
Mi rassicurò spiegandomi che era un segno tangibile di salute mentale; in periodi critici e senza via d’uscita la psiche mette in atto delle strategie compensative per rimanere stabile, come nei periodi di lunga detenzione.
Ho letto, e sono certa del sentimento autentico dell’autrice, nella persistenza della cenere l’essenza stessa del rito ludico che assicura proprio l’aderenza al modello di umanità. Sono visioni lucide le confessioni dell’autrice, segni pittorici lievi e drammatici, caratterizzati dalla luce piena e da ombre profonde come negli ambienti caravaggeschi.
Sono invocazioni ed evocazioni, preghiere pagane rivolte alla Natura in metamorfosi continua che si trucca e si confonde negli oggetti di uso comune, in ogni rappresentazione conosciuta, nelle cose e nelle parole.
Ma sono anche grani di un rosario universale, mantra rivolti a una dimensione spirituale fortemente connotata dal racconto interiore della Rivelazione guidata dagli strumenti che Campanella individuò nel‘sensus inditus’ e ‘sensus additus’.
Dunque, è dalla sapiente conservazione delle ceneri del gioco che si apprendono i segreti dell’alchimista e del poeta, in grado di ricostituire in parole le evidenze scomposte della coscienza. La Sabetta ha una grande disinvoltura che proviene da una formazione solida, consentendole di azzardare audacità linguistiche di grandissimo pregio e raffinatezza.
Nella cenere di giochi è una raccolta che rivendica la maternità universale dell’attesa, del dolore e della conservazione come in una gestazione continua. Quanto è legittimo crogiolarsi nelle ceneri del gioco prima di corrompere lo stato di grazia e procedere all’investitura di un nuovo combattente?
In quella zona di confine si muove la sensibilità di un Poeta.
Irene Sabetta vive ad Alatri, dove insegna Lingua e letteratura inglese al liceo. Suoi testi sono presenti su diversi blog, in antologie curate da vari editori, in poemi collettivi e riviste letterarie on line e cartacee. Nel 2018 la casa editrice LietoColle ha scelto alcune sue poesie per l’Antologia iPoet.
Nello stesso anno è uscita, per le Edizioni EscaMontage, la plaquette Inconcludendo. Nel 2020 ha pubblicato la raccolta Il mondo visto da vicino (Il Convivio Editore), con la prefazione di Beppe Sebaste.
Collabora con la rivista periodica Formafluens – International Literary Magazine, diretta da Tiziana Colusso, e con Poetanza Web Radio. Partecipa a reading e maratone poetiche.
Antonella A. Rizzo è nata a Roma il 17 gennaio 1967. E' poeta, scrittrice, giornalista, performer. Ha pubblicato: Il sonno di Salomè - Edizioni Tracce 2012. Confessioni di una giovane eretica - Edizioni Lepisma 2013, Cleopatra. Divina Donna d'Inferno - Fusibilia libri 2014, Iratae pièce teatrale con Maria Carla Trapani - Fusibilia libri 2015, Plethora – Nuove Edizioni Aldine 2016, A dimora le rose, Edizioni Croce 2018, A tutti quelli che non sanno che esiste il vortice – Lavinia Dickinson edizioni 2019.
