Letteratura inaspettata #77. Ruggine al sole. David Laurenzi racconta il confine fra infanzia e adolescenza

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Torna David Laurenzi, dopo Dinamica di un incendio, a lasciare traccia del suo talento con Ruggine al sole edito da FVE editore. L’autore ripropone un genere originale poco contemplato nella  letteratura maggiore: il romanzo di formazione o Bildungsroman che vede nel Wilhelm Meister di Goethe il suo capostipite.

La storia, ambientata nei confini di un campeggio dove si svolge la maggior parte della narrazione,  assomiglia all’esperienza ipnotica della trance capace di mobilitare potenzialità remote, inaccessibili.

Il confine tra infanzia e adolescenza rappresenta l’humus adatto a questa modalità esperienziale, favorendo l’emersione della coscienza critica.

immagine per Ruggine al sole. David Laurenzi racconta il confine fra infanzia e adolescenzaIn una narrazione familiare in bilico tra abbandono e rifiuto, chi avrebbe l’onestà intellettuale di sottoporsi al ricordo senza proteggersi dall’esposizione alla vulnerabilità della matrice familiare, al riconoscimento della carne, degli umori, del sangue?

Sono posizioni coraggiose che la nostra società anestetica placa sul nascere, troncando ogni soluzione di continuità con la zona d’ombra della nostra infanzia.

Il lavoro dell’autore dovrebbe essere comunemente audace nel mostrare la padronanza linguistica e di senso, senza la necessità di ricorrere ad iperbole varie.

Per questo la centralità del protagonista, che non fa parte del tourbillon degli eventi, sta proprio nella gestione psicologica e letteraria delle ossessioni passate.

In questa ottica la trama è un semplice supporto per un concetto che si mostra comunque indipendente: la Storia, pensandola alla Elsa Morante, è fatta di quotidiane povertà e l’unico punto di osservazione affidabile è quella delle anime scalze, senza protezione.

Quello che si svolge attorno alla scrittura di Laurenzi e che può essere riferita al romanzo di formazione è il paradosso della struttura familiare che si denuda senza pudore, mostrando le infinite debolezze che costituiscono un essere umano. Ne esce ridimensionato il rapporto genitoriale, mai censurato nella sua complessità e nel suo ruolo funzionale/disfunzionale.

Sono proprio le debolezze che fungono da carburante alle azioni. Anche la costruzione del futuro, l’ambizione personale, l’esercizio nella decisione sono determinati da moti d’orgoglio, retropensieri, passioni, conti da saldare. Il giovane protagonista ama la sua radice, ma ha individuato la consistenza nodosa e irregolare che causa il dolore.

È chiaro quindi che la missione pedagogica venga compiuta proprio dall’anello debole della catena: il destinatario del processo educativo che sa leggere il racconto quotidiano della tragedia.

Chi ha paura e avvolge l’infanzia in un abbraccio protettivo compie un errore di valutazione, completamente decentrati rispetto alla coerenza creativa di un bambino perchè incapaci di riconoscere la potenza del suo essere sapienza in nuce, così lontano dalle nostre favole storicistiche.

  • David Laurenzi (Foligno, 1967) si occupa da vari anni di letteratura, scienze sociali e cinema.

    Ha ideato e condotto – presso scuole, associazioni, carceri – corsi e laboratori dedicati ai linguaggi audiovisivi e alla scrittura. Diversi suoi racconti, saggi e testi poetici sono apparsi su libri e riviste.

    Dal 2012 cura e stampa il foglio d’arte Flusso, insieme ad altri artisti. Nel 2019 è uscito il suo primo romanzo, Dinamica di un incendio, Scatole Parlanti Edizioni.

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Antonella A. Rizzo è nata a Roma il 17 gennaio 1967. E' poeta, scrittrice, giornalista, performer. Ha pubblicato: Il sonno di Salomè - Edizioni Tracce 2012. Confessioni di una giovane eretica - Edizioni Lepisma 2013, Cleopatra. Divina Donna d'Inferno - Fusibilia libri 2014, Iratae pièce teatrale con Maria Carla Trapani - Fusibilia libri 2015, Plethora – Nuove Edizioni Aldine 2016, A dimora le rose, Edizioni Croce 2018, A tutti quelli che non sanno che esiste il vortice – Lavinia Dickinson edizioni 2019.

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