Luca Canonici e la Fotografia del suo EUR tra astrazione e canto

Luca Canonici EUR

Luca Canonici unisce due anime artistiche apparentemente molto lontane: è tenore e fotografo. Nel suo progetto Eurutopia, presentato nell’omonima personale all’interno dello spazio RomaItaliaLab a cura di Bärbel Reinhard e Marco Signorini con testo critico di Walter Guadagnini tali anime si accordano.

Eurutopia ha come protagonista l’architettura del quartiere Eur di Roma e nella sua visione si possono affiancare due tipi di tensione all’astrazione nel momento in cui si percepisce che le sue fotografie e il canto (praticato da Canonici, come detto) sono entrambi partecipi di un tale propensione.

La tensione all’astrazione che si legge negli scatti esposti può correlarsi con l’astrazione connaturata con la voce, quando si pensa ad essa come qualcosa di intangibile. Le architetture sembrano seguire un ritmo d’immagine che può richiamare anche melodie espresse dalle capacità canore.

Contemporaneamente, vi è una definizione visiva che rende tutto nitido e presente. Si crea un andamento armonico che la sensibilità per la musica trasmette alla fotografia. È un lento cogliere partiture che si concretizzano con una luce assolutamente neutrale e naturale. Quasi una danza immobile. I particolari che riempiono la superficie visibile raccolgono le gesta di eroi senza tempo, sia che vi sia una statua a ricordarle, sia che ciò che vediamo sia totalmente architettonico, puro, senza alcun riferimento all’essere umano. E in nessuna fotografia è presente l’uomo: quale ne è il senso profondo? Sono architetture senza tempo? E l’uomo è un artefice caduco mentre la sua opera potrebbe vivere in eterno? Il confronto fra uomo e architettura è un’azione epica? Dove l’architettura è una creazione dell’uomo, ma che spesso lo supera da un punto di vista “etico”? O forse nessuna, o forse alcune, o forse tutte queste cose convivono? A volte l’immagine si dà frontale e narra una storia “storica”, altre volte gli scorci dell’EUR si incanalano in una narrazione ad incastro, altre volte l’obiettivo è talmente ravvicinato che sembra si abbia difronte uno scatto totalmente astratto. E si mantiene un assetto rigoroso. Rigoroso è il punto di vista visivo, rigoroso il punto di vista concettuale. L’unico elemento concesso alla natura sono gli alberi che sono sempre stati un tratto distintivo della Roma descritta dagli artisti.

La Roma che descrive Canonici nasce in seno alle aspirazioni del regime di Mussolini ed è quindi connaturata alla manifestazione di un pensiero neoclassico-razionalista, quello dell’architetto Piacentini, e nel suo darsi Canonici la ritrae attraverso una frammentazione. L’occhio dell’artista costruisce radici psicologiche che la vista può strutturare come un mosaico le cui tessere si illuminano ogni giorno in maniera differente.

Il titolo della mostra Eurutopia collega due elementi: la celebrazione utopica che Mussolini voleva fare di Roma attraverso l’opera di Piacentini in previsione dell’Esposizione Universale del 1942 e, d’altra parte, un’utopia di bellezza assoluta. Nel fare ciò Canonici idealizza in maniera personale la portata metafisica che il quartiere romano incarna.

Riesce ad attraversare l’architettura con un sogno ad occhi aperti, la sua visione del mondo. L’ideologia e la volontà di assolutezza estetica sono gli estremi di un pensare astratto che cade con eleganza sulle architetture storiche. Canonici attua una nuova mitizzazione di questa zona di Roma. Gli scatti denotano un’emotività che viene trattenuta dal rigore di ciò che ritrae, ma che trapela dalla ricerca di particolari desueti che non vogliono celebrare solamente ciò che di più consueto vi è all’EUR. Nasce una sospensione temporale che anima il quartiere come se il tempo avesse invaso l’architettura e protratto un sentimento di naturale eternità. A volte monumenti storici si affiancano a quelli contemporanei, ed hanno lo stesso linguaggio etereo. La morbidezza restituita dei corpi architettonici in concreto squadrati delinea una ricerca di introiezione profonda. L’allestimento della mostra è rigoroso e valorizza le fotografie di vari formati: i formati più piccoli sono disposti a creare degli angoli di raccoglimento in cui immergersi per ritrovare e ricostruire il proprio quartiere. È l’atemporalità a guidare l’occhio che si posa sulle architetture ritratte, sembra di immergersi in un altrove dove lo spazio e il tempo si fondono e scivolano nel vissuto di ognuno.

Fino al 29 giugno 2018
Eurutopia RomaItaliaLab
via dei Marsi 20, Roma.
Info: https://www.romaitalialab.it

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Claudia Quintieri, classe ’75, è nata a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Lettere indirizzo Storia dell’arte. È giornalista, scrittrice e videoartista. Collabora ed ha collaborato con riviste e giornali in qualità di giornalista specializzata in arte contemporanea. Nel 2012 è stato pubblicato il suo libro "La voglia di urlare". Ha partecipato a numerose mostre con i suoi video, in varie città. Ha collaborato con l’Associazione culturale Futuro di Ludovico Pratesi. Ha partecipato allo spettacolo teatrale Crimini del cuore.

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