Arte sui Cammini. Lo spazio del cielo: Elena Mazzi, Matteo Nasini, Alfredo Pirri

immagine per Arte sui Cammini
Matteo Nasini, Campo sintonico

Nasce dal bando Regionale ‘Arte sui Cammini’ il progetto ‘Lo spazio del Cielo’ realizzato da CoopCulture e diretto da Arci Viterbo con la cura di Marco Trulli; un lavoro di rivalutazione e recupero di luoghi posti sulla via Francigena utilizzando come medium  l’arte contemporanea.

Quattro artisti contemporanei in quattro diversi luoghi, uniti da un percorso a tappe a forma di anello intorno al Lago di Vico. Tre opere sono state inaugurate, venerdì 12 luglio mentre la quarta, Torre di Tuscia di Teodosio Magnoni sarà installata entro ottobre 2019 a Sutri.

Il percorso inizia da Matteo Nasini con l’opera dal titolo Campo sintonico, in un luogo molto amato dai viterbesi, l’area di lancio dei deltaplani in località Poggio Nibbio (Caprarola). Siamo in uno dei punti più alti intorno alla caldera del lago di Vico, dove dietro agli alberi si apre una terrazza naturale che spalanca la visuale su un panorama suggestivo e mozzafiato. Nasini, che da anni si concentra sulle sperimentazioni musicali, posiziona quattro sculture sonore delimitando un cerchio acustico. Ogni parte di questo gruppo scultoreo in ferro, ha una fessura che contiene 6 corde intonate sulla stessa nota, il suono però  può essere generato solo grazie al vento. La natura e le condizioni climatiche possono muovere quelle corde e  comporre una melodia sottile, fragile, contemplativa e spaesante. Campo sintonico è in rispetto totale e vive delle dinamiche del luogo in cui è stato installato, concretizza inoltre quell’aura tolkieniana emanata dal bosco che cinge tutto il lago.

La seconda tappa è a Vetralla esattamente in Fossato Callo (Strada Forio Cassio), dove è stato fatto un intervento di recupero in una piccola area di sosta sulla via Francigena. Qui l’acqua e il peperino (pietra vulcanica locale) danno una connotazione forte alla zona, e quindi l’intervento si è basato sul ripristino di un fontanile con  la risistemazione delle sue vasche e sistemazione naturalistica dell’area con messa a dimora di piante acquatiche autoctone.

Mentre Elena Mazzi, giovane artista indirizzata allo studio e alla ricerca del rapporto uomo-ambiente, dopo una scrupolosa indagine sul territorio ha realizzato: 300.000 anni in 344 centimetri. Come supporto e vista la conoscenza dei procedimenti di lavorazione del peperino, materiale usato per la scultura, utile è stata la collaborazione con Regula Zwicky (scultrice che vive nel viterbese). L’opera è una lastra in pietra che in forma di mappa, indica le trasformazioni geologiche del paesaggio locale negli ultimi 300.000 anni: stratificazioni di lave del vulcano di Vico, colombari, fino ad arrivare ai moderni materiali lapidei, tutto questo in 344 centimetri. Un racconto storico-naturalistico appositamente installato per essere sfiorato, toccato dal viandante.

L’anello di cammino con l’arte contemporanea, per ora, si chiude a Viterbo in Strada Bagni, esattamente alla ex guardiola dell’ex stabilimento termale Inps. Costruzione di memoria storica viterbese, esempio di architettura razionalista completamente abbandonato in quanto finito in un contezioso tra il Comune di Viterbo e la Regione Lazio, ora finalmente risolto. L’intervento qui è di Alfredo Pirri, con la sua Lanterna termale.

L’artista per prima cosa ha inserito un basamento, perfettamente visibile dalla strada, dando così dignità di scultura al piccolo edificio. Poi l’ha trasformato in un light box, che di notte emana luce attraverso delle vetrate all’interno delle quali sono incastonate piume. Questo simbolo di leggerezza annulla le pareti di cemento dando libertà ed evanescenza alla costruzione. Quella che Calvino ci chiedeva di non scambiare per superficialità ha preso corpo grazie a Pirri in questo incrocio di strade, in un lume che da speranza e allo stesso tempo segnala strada orientando simbolicamente i passanti.

‘Lo spazio del cielo’ è un progetto con alle spalle due anni di lavoro ed una serie di istituzioni e professionalità, provenienti dal mondo universitario, politico e dell’arte contemporanea, che hanno strettamente e con grande entusiasmo lavorato insieme per questo importante obiettivo, perfettamente realizzato. Persone che si sono scambiate idee e competenze, che si sono appassionate e legate agli artisti e ai loro lavori formando per un periodo una comunità che si è attivata con lo stesso intento, quello dell’arte, che per fortuna ancora questo smuove.

Finalmente in un territorio come quello viterbese, dove l’arte contemporanea ha solo sporadiche opportunità, si vede una nuova luce.

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Serena Achilli, studiosa appassionata d'arte contemporanea, è curatrice indipendente e direttore artistico di Algoritmo Festival. Scrive per raccontare la propria contemporaneità cercando con cura pensieri e parole. Ha un Blog in cui c'è tutto questo e altro ancora.

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