Sonia Andresano – Allegra ma non troppo

Sonia Andresano, Mio padre e suo figlio, 2017, Installation view (details), AlbumArte, 2020, photo by Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte.

Dopo la pausa forzata dovuta al Covid-19 ha riaperto lo spazio indipendente per l’arte contemporanea AlbumArte a Roma. Con tutte le precauzioni del caso e con l’energia e la passione di questa galleria, riprende con un  progetto già in programma: Sonia Andresano, Allegra ma non troppo a cura di Daniela Cotimbo.

Il titolo della mostra proviene da una delle opere prodotte dall’Andresano, un video da lei realizzato in galleria non appena finito il lockdown. Protagonista è una piccola mosca bianca in sopralluogo in un posto che presto avrebbe abitato. Una sorta di “agente speciale” che l’artista invia  in avanscoperta per capire cosa c’è ancora là fuori. Quello che l’insetto riporta sta tutto nell’audio che accompagna la proiezione: il silenzio è rotto solo dalle voci della natura, che per molti giorni si è sentita libera di essere di nuovo padrona del mondo. Mentre le immagini sono dei frame che descrivono una temporanea sospensione, densa di attesa e curiosità per quello che succederà.

La mosca bianca è un elemento che viene utilizzato in altri lavori presenti in mostra come,  mosca bianca (2018), sopralluogo (2019) e fall (2020). Piccola e leggera, si muove come uno spirito volante per raccogliere emozioni ed intuizioni da un punto di vista diverso, vola alto per appoggiarsi ad un trampolino o raso terra per sbirciare dove noi non possiamo.

Le varie opere esposte ad AlbumArte, che vanno dal 2017 al 2020, è come se fossero frammenti di racconto dell’artista. I temi sono quelli che lei esplora nella sua arte, come il rapporto con i luoghi e con lo spazio, lo spostamento e la casualità. In che ci faccio qui? (2019), videoinstallazione realizzata durante la sua residenza in Via Farini a Milano, dove all’interno della Fabbrica del Vapore, lascia da solo un robot aspirapolvere con una telecamera installata sopra. Lo spaesamento, lo scontro con altri oggetti o gli spigoli, poi il ricalcolo e via di nuovo in marcia per ritrovare la giusta rotta e svolgere il proprio lavoro. Il movimento e la modalità di ricerca del percorso anche se meccaniche (nel video il robot non si vede), ci danno la percezione di essere identiche a quelle umane. In fondo anche noi andiamo per tentativi nella vita, procediamo dritti pensando di stare nel giusto, poi l’imprevisto: sbattiamo per poi riprendere la strada qualunque essa sia.

Sonia Andresano segna, sottolinea ed evidenzia anche i suoi personali spostamenti come in mio padre e suo figlio (2017), trammammuro (2018) e per filo e per segno (2018). Quest’ultimo forse il più intimo: due fotografie digitali in cui l’artista, seduta su una poltrona lavora ai ferri, e un filo di lana che va oltre  le cornici unisce entrambe le foto. Lei lo descrive così:

“Ogni viaggio è preceduto da un’attesa, un momento di riflessione. Esistono fili immaginari che si muovono da soli, vanno oltre il limite, il perimetro, la cornice. Qui il filo si trasforma in segno e lascia ogni volta tracce diverse che transitano e tornano all’interno, nella dimensione domestica. Partenza e ritorno a casa”.

Con Veicolo cieco (2020), all’interno di questo viaggio di ricerca, l’artista inserisce due sculture in resina trasparente, calchi perfetti di specchietti retrovisori dei camion. Il tipo di materiale da lei usato permette una visione quasi contraria all’utilizzo pratico di questi oggetti: lo specchio  dà la visione di cosa abbiamo lasciato indietro, ma la resina ci permette di guardare attraverso e in avanti, ma in maniera poco chiara, offuscata.

La mostra rimodulata durante la chiusura nelle nostre case a causa della pandemia, in alcuni tratti è come se descrivesse quello che abbiamo vissuto, da soli dentro un ascensore o sempre in solitudine a guardare fuori sperando di essere una mosca bianca, o a sbattere contro spigoli in uno stanzone chiuso. Dimostrazione che l’arte è lo specchio della nostra società, ma anche  quel riflesso che  ci induce a percepire quello che il nostro stato d’animo vuole vedere.

Info mostra

  • AlbumArte
  • Allegra ma non troppo
  • Mostra personale di Sonia Andresano www.soniaandresano.com
  • A cura di Daniela Cotimbo
  • 24 giugno-17 luglio 2020
  • Via Flaminia 122, Roma
  • Ingresso con prenotazione obbligatoria info@albumarte.org
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Serena Achilli, studiosa appassionata d'arte contemporanea, è curatrice indipendente e direttore artistico di Algoritmo Festival. Scrive per raccontare la propria contemporaneità cercando con cura pensieri e parole. Ha un Blog in cui c'è tutto questo e altro ancora.

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