Andrea Aquilanti. La poltrona rossa del barbiere

immagine per Andrea Aquilanti

L’ironia nasce dalla storia, così come le idee maturano dalle cene. Uno dei commensali, Andrea Aquilanti, sosteneva che la forza di alcuni artisti della zona dell’Esquilino risiede nel far corrispondere l’idea alla sua realizzazione. La dottrina del Diritto la chiamerebbe sussunzione. Ma Aquilanti, a poca distanza da quell’occasione, nel suo lavoro ha superato il suo stesso dire.

La personale di Andrea Aquilanti è in corso (nonostante tutto e rispettando le normative imposte dalla fase di emergenza del periodo) alla sala da Barba Genco, in Via dei Portoghesi 17 a Roma, parte dell’iniziativa Un’opera, un artista, un mese ideata e curata dall’artista Maurizio Savini.

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Andrea Aquilanti, alla sala da Barba Genco, in Via dei Portoghesi 17 a Roma

L’opera esposta dimostra quanto la nostra epoca abbia abbandonato la linearità in favore di un’esperienza concentrica invece che logica. Le nostre abitudini, il nostro tempo e così l’arte, non procedono più in modo lineare ma simultaneo, generando una vita nella vita…

Aquilanti proietta la poltrona rossa presente nella sala del barbiere, che si svela in diverse posture, si riflette a sua volta negli specchi dalla stanza diventando uno spazio simultaneo. L’oggetto si ripropone in maniera isomorfa, seguendo quasi la definizione algebrica, una corrispondenza biunivoca tra due insiemi dotati di strutture che si ripetono conservando le stesse proprietà.

Così si ha l’impressione che l’attuazione dell’idea oggi sia un percorso superato, non solo ovviamente secondo le teorie della fisica. Lo schema che presupponeva i due assi di spazio e tempo, secondo una logica cartesiana che pareva soddisfare ogni campo di applicazione, è stato demolito dal quotidiano.

Uno degli interrogativi che il lavoro di Aquilanti pone, infatti, consiste nel domandarsi quanto ancora possano valere per un artista, e per l’uomo in generale, le coordinate di tempo e spazio.

Chi è dunque il protagonista della contemporaneità, il soggetto o i suoi predicati, la figura centrale o il paesaggio che lo accoglie secondo una gerarchia che perde sempre più valore?

Torneremo a scoprire la nostra nuca, nascosta,
e a cadere negli infiniti specchi luminosi,
nel negozio del barbiere.
Continueremo poi a rifletterci nel retro, misterioso,
degli eterni specchi sospesi,
del negozio del barbiere.
Infine ci alzeremo insieme dalle poltrone rosse
e usciremo sulla strada riflessa,
forse finalmente diversi,
dal negozio del barbiere.
(Poesia di Andrea Aquilanti)

Info

  • ANDREA AQUILANTI
  • Genco – sala da barba
  • Via dei Portoghesi, 17, Roma
  • 15 Novembre – 15 Dicembre 2020

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Donato Di Pelino (Roma, 1987) è avvocato specializzato nel Diritto d’autore e proprietà intellettuale. Scrive di arte contemporanea e si occupa di poesia e musica. È tra i fondatori dell’associazione Mossa, residenza per la promozione dell’arte contemporanea a Genova. Le sue poesie sono state pubblicate in: antologia Premio Mario Luzi (2012), quaderni del Laboratorio Contumaciale di Tomaso Binga (2012), I poeti incontrano la Costituzione (Futura Editrice, 2017). Collabora con i suoi testi nell’organizzazione di eventi con vari artist run space.

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