IndipendenteMente #61. La notte dell’acqua alta di Sebastiano Martini. La resa dei conti con il destino

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La notte dell’acqua alta di Sebastiano Martini (Edizioni Ensemble) racconta una storia amara che si svolge nell’arco di una lunga, estenuante notte; è un’avventura straniante che parla di una discesa nell’oscurità mentre l’acqua di Venezia sale sempre di più, inesorabilmente.

Il protagonista della vicenda si chiama Max Falconeri ed è un’anima errante e inquieta; è un avvocato e si trova a Venezia per discutere una causa, ma in realtà ha un obiettivo ben più importante, avvolto da un alone di mistero.

In questo romanzo si avverte infatti la sensazione di non poter afferrare pienamente il senso di ogni avvenimento, come se qualcosa dovesse rimanere celato agli occhi dei lettori, e forse anche a quelli dello stesso protagonista.

Max ama profondamente Venezia: le sue descrizioni della città sono evocative ed entusiaste – «Una laguna, un punto di approdo e di partenza, una capitale ma anche un ghetto, uno spazio in cui il tempo aveva accettato di trascorrere con incedere più lento rispetto a tutto il resto del mondo, un luogo sospeso tra mare, terra e cielo».

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Sebastiano Martini, La notte dell’acqua alta

Il protagonista si gode la città anche se l’acqua comincia a salire, e si pensa possa arrivare a ben 170 centimetri; egli però non se ne cura: la minaccia di una catastrofica alluvione non è niente in confronto alla prova che lo aspetta quella notte stessa.

Come l’eroe dei fumetti Corto Maltese, di cui da giovane aveva seguito le tracce tra le calli di Venezia, anche Max ha deciso di lasciarsi andare alla corrente, di giocare coraggiosamente una partita con il destino: in un flashback si scopre che ha intascato illegalmente una somma di ventimila euro, e ha deciso di provare a raddoppiarla al casinò di Venezia per riuscire a cancellare alcuni suoi debiti.

Ad ogni passo stentato di Max sulle strade aggredite dall’acqua viene automatico chiedersi: «È un folle, un sognatore o semplicemente un illuso?»; mentre trascina a fatica le gambe nell’acqua, osservando la sua città violata dall’impeto della natura, egli stesso si domanda se non stia andando verso la disfatta, proprio come Venezia.

Ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, e il destino attende al tavolo da gioco – «La pallina color avorio prese a ruotare con velocità nella parte alta della ruota, mentre Max ne seguiva con occhi impauriti la traiettoria. Perse un poco la sua forza centrifuga e iniziò a saltellare tra un ferro e l’altro dei trentasette numeri. Falconeri trattenne il respiro e non riuscì a deglutire. Chiuse gli occhi, nell’esatto momento in cui la pallina cessò di picchiettare…»

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Isabella Molonia, è una giornalista pubblicista siciliana, ha una laurea triennale in Scienze della Comunicazione e un biennio specialistico in Metodi e linguaggi del giornalismo. In questi anni ha inoltre collaborato con diverse realtà editoriali locali. Attualmente collabora con il gruppo editoriale Citynews. Alla formazione universitaria ha associato quella musicale conseguendo una laurea triennale in Canto Jazz presso il Conservatorio A. Corelli e una laurea specialistica in Discipline musicali indirizzo Interpretativo-Compositivo Jazz.

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