Do animals go to heaven? Mostra che dimostra che quel che esiste non sempre si mostra. La relazione tra anima e animali.

Do Animals go to Heaven?, la mostra su arte e anima nella chiesa ortodossa del Purgatorio a Matera, aperta fino al 5 giugno 2022, è una delle operAzioni più mistiche e potenti che abbia mai visto ad opera di un collezionista privato.

Delicata, incisiva, intelligente, equilibrata e allestita in modo divino – siamo in una chiesa, neanche a dirlo -, la collezione privata dell’amico napoletano Fabio Agovino (una parte) messa in un sito sacrale, già di suo dedicato al passaggio delle anime da un luogo a un altro, è quanto di più erotico si possa provare senza che per questo risulti inutilmente eretica.

Potentissima, dolcissima, suadente e trascendente.

Se poi l’opening (dal 4 aprile) dura tutto il weekend e arrivano addetti ai lavori da tutta Italia, il passaggio da anima a corpo e viceversa diventa giubilo. Tre giorni di arte di massima qualità offerti da Fabio e organizzati dal gallerista Alessandro Albanese, in compagnia di 40 amici di grande spessore tra collezionisti, artisti e galleristi venuti da tutta Italia: un regalo magnifico; alla città prima di tutto, perché solo la qualità dell’offerta culturale porta economie di valore neuronali e finanziarie, e quelli preparati lo sanno benissimo, ne esistono riscontri ovunque.ù

Basti pensare che nei quattro anni di Assessorato alla Cultura di Domenico De Masi in Costiera amalfitana, il famoso sociologo, esperto anche di arte, ha ridotto il turismo del 15% e aumentato i fatturati della città del 300%. Cose che diciamo da oltre 20 anni e che nel mondo evoluto accadono: la cultura e i palinsesti artistici devono essere incisivi, innovativi, di ricerca, impegnati e soprattutto progettati per e con gli abitanti, in modo che prima di tutto risulti utile all’intelligenza collettiva del luogo e, conseguentemente, all’offerta connettiva con il mondo di investitori e viaggiatori consapevoli, quelli che arricchiscono il territorio in ogni senso. Sono richiesti competenza, eccellenza, track record e network. Niente retorica né spettacolo banalizzante; i luoghi geniali sono sacri e sacrali e come tali devono essere immaginati e vissuti, alimentati e accuditi.

Il resto dei ragionamenti sul turismo come risorsa purtroppo sono solo slogan: pensare che le politiche sul turismo possano sostituire le idee e la capacità di innovare il patrimonio come dispositivo di reddito è degradante e per niente arricchente: allontana investitori e ricchezza, impresa e attrattività, sostenibilità ambientale e armonie.

Le modalità neuronali ed emotive di fruizione del viaggio si possono intrecciare con il potenziale di trasmissione del bene visitato, sia esso materiale come un monumento o immateriale come il profumo del mare o il cibo, e l’arte diventa la pratica con cui l’esperienza esplorativa resta per sempre nella coscienza. Ma questa è un’altra storia e richiede progettualità e curatori Art Thinking oriented.

Pensiamo invece a quale regalo è stato fatto a noi con questa mostra a Matera, con tanto di patrimonio relazionale aggiornato, convivi intelligenti e festa finale di engagement e trasferimento dall’anima al corpo. Un viaggio che da Roma è durato 4 ore di auto (Matera è luogo di performance concettuali da archistar nazional popolari: c’è la stazione ma non ci sono i binari).

Suggerisco perciò ad abitanti e viandanti di visitarla entro giugno 2022 (e di visitare anche le opere di Matera Alberga, il mio progetto permanente dove si attraversano i secoli per comprendere perché i Sassi sono stati costruiti in quel modo e quali valenze antropologiche abbiano per noi oggi: tutto aperto al pubblico e gratuito): è la parte evoluta di un’area che non è un banale presepe come dicono i luoghi comuni ma l’esempio universale di come si progetta e si costruisce una città, immaginando e realizzando armonia e felicità permanenti. Altrimenti la narrazione turistica senza visione rischia di svilire una storia di arte e antropologia culturale millenaria ancora attuale e preziosa. Già lo scempio dei Dalì nelle strade di Matera è un esempio di come si usino il talento e il genio delle persone, antenati e contemporanei, per farne una asfittica quinta scenica semplicemente ospitante senza nessun protagonismo.

Tornando a Do animals go to heaven?, un pezzo di storia di un collezionista privato diventa bene pubblico, come avviene da millenni, perché senza collezionisti non avremmo né Raffaello né Michelangelo, e questo bisognerà imparare a tenerlo in conto se vogliamo corredare il nostro senso critico di tutti gli argomenti che lo alimentano.

L’anima di un uomo qui diventa corpo di tutti, la sua visione colta, empatica e generosa si fanno materia di studio, apprendimento ed emozione informante; per non parlare del livello di spiritualità che questa mostra raggiunge: il più alto possibile tra il cielo e le profondità che ci nascondono.

Se le parole di Dante ci impediscono da secoli di immaginare dove siano paradiso e inferno per noi, avendoli collocati per sempre con suoni poetici che creano immagini mentali indelebili che solo uomini liberi osano sfidare, allora le opere della mostra che prende il nome dai manifesti di Grubic, disseminati in tutta la città come public art, è la soluzione: la trascendenza che ognuno di noi può vivere e sentire senza intermediari.

All’anima della mostra.

 

Info

  • Do Animals go to Heaven? | Progetto speciale della Collezione Agovino e della Galleria Alessandro Albanese, in collaborazione con l’Associazione Oltre l’arte.
  • Gli artisti le cui opere sono esposte nella mostra Do Animals Go To Heaven? sono i seguenti: Alex Ayed, Alina Chaiderov, Andrè Romao, Alberto Tadiello, Antonio Della Corte, Carolina Mesquita, Chiara Camoni, David Fesl, David Jablonowksy, Eugenio Tibaldi, Evgeny Antufiev, Francesco Arena, Gina Folly, Giulia Cenci, Haris Epaminonda, Igor Gubric, Jota Castro, Lin May Saeed, Lito Kattou, Luca Francesconi, Martin Soto Climent, Michael E. Smith, Namsal Siedlecki, Nina Canell, Nona Inescu, Olu Oguibe, Petra Feriancová, Petrit Halilaj, Reverie, Ser Serpas, Shadi Harouni, Zoe Williams.
  • Chiesa del Purgatorio, Matera
  • Dal 9 aprile al 5 giugno 2022

 

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Nato Matera, laureato in Scienze politiche nel 1989, dal 1990 al 2000 è Direttore delle Risorse Umane in tre diverse multinazionali (Montedison, SNIA e Ace Int.l). Oggi è un Contemporary Art Consultant e Cultural Projects Curator e si occupa di arte da parete e arte da processi: arte da collezione a beneficio di privati, appassionati e collezionisti, arte come pratica e approccio progettuale art thinking oriented per imprese di ogni genere, istituzioni e rigenerazione culturale, urbana e territoriale.

Come Art Consultant in_forma e supporta le scelte di collezionisti, acquirenti e appassionati di arte contemporanea nella selezione di opere d’arte di ricerca e di alta qualità, nell’analisi del miglior rapporto qualità prezzo e nella progettazione di intere collezioni, in Italia e nel mondo.

Come Cascino Progetti si occupa di strategie, ideazione e realizzazione di contenuti, interventi temporanei, installazioni permanenti, inserimento di arte e artisti a monte dei processi di ogni tipo di azienda e attività, di rigenerazione culturale e urbana di città, borghi, territori e paesaggio (insieme al mio Advisory Board e ai miei Partner che si occupano di heritage management digitale, architettura, design, economia della cultura e diritto societario).

È stato ideatore, promotore e co-autore del Manifesto Art Thinking siglato al MAXXI a Giugno 2019 insieme a scienziati, artisti, imprenditori, architetti, ingegneri e professionisti di ogni genere. Tra le altre cose ha ideato e curato la prima e la seconda edizione del Premio Terna per l’arte contemporanea con Gianluca Marziani (2008-2009). È stato membro della Commissione dei quattro esperti della Regione Puglia per il Piano strategico per la cultura (2016-2017: riallocazione di 480 MLN di Euro), ideatore e curatore del progetto Matera Alberga per Matera Capitale Europea della Cultura 2019, curatore di diversi progetti culturali per ENEL, Deutsche Bank, Helsinn, SAS Business Intelligence, UBI Banca, Bosch Security System, Fiera Milano, Macro Roma, MAXXI, Comune di Roma, Comune di Matera e altri.

Ha insegnato Organizzazione del Mercato dell’Arte e Progettazione culturale per i Master del Sole24Ore e della RUFA (Roma University of Art), e visiting professor di alcune università italiane e americane. Infine si occupa anche di education & edutainment; progetta e realizza workshop e webinBar sull’arte e la sua relazione con la psiche, sui benefici per l’intelligenza degli individui e la crescita e lo sviluppo di sistemi, territori e imprese. Scrive per Art a Part of Cult(ure), magazine on line inserito nel Codex dell’ADI (Associazione Design Industriale) per le valenze culturali del format, dove cura una sua rubrica su arte, evoluzioni ibride e mostre nel mondo, chiamata I racconti del Cascino.

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