Flying Photo Book Carpet. Joan Fontcuberta

immagine perFlying Photo Book Carpet 10 (ph Manuela De Leonardis)
Flying Photo Book Carpet 10 (ph Manuela De Leonardis)

Jorge Luis Borges è certamente una fonte letteraria primaria per il mondo visionario di Joan Fontcuberta (Barcellona 1955), che si nutre da sempre dell’ambiguità del conflitto realtà/apparenza.

Poi c’è Fernando Pessoa, Italo Calvino e, come affermava lo stesso Fontcuberta nell’intervista raccolta tempo fa da Gorka Larrabeiti San Román, ancheBradbury, Ballard, Lem, Asimov, Clarke, Dirk…; Dirk, per esempio, affronta giustamente il tema della memoria di una forma fantastica”.

Come non essere poi influenzato da Nietzsche “e tutta la filosofia del sospetto, Walter Benjamin, Roland Barthes, Umberto Eco…”?

Creatore visuale, curatore e docente, il fotografo catalano è tra i più acuti, insubordinati, ironici e prolifici osservatori della cultura visiva contemporanea in una prospettiva che è fortemente connessa con la sociologia e l’antropologia. Premiato con l’Hasselblad Award nel 2013 è autore di decine di libri che affrontano il tema della verità/memoria, in cui egli stesso è inventore (e protagonista) della ridefinizione di miti e leggende che mettono in scena personaggi reali e di fantasia attivando nell’osservatore un costante dispositivo del dubbio che sovverte le convenzioni.

Solo una selezione limitata della sua straordinaria produzione di libri trova posto su questo “tappeto volante” monografico, ma certamente è indicativa del linguaggio creativo di Joan Fontcuberta e dei meccanismi che lo innescano, partendo dal libro più recente Contravisiones (una coedizione Ediciones Anómalas e Fundación Antonio Pérez, 2020) che rispolvera dal suo archivio i suoi primi lavori datati 1974-1989 (nell’era pre-internet e photoshop), in parte inediti.

Fotografie che più che svelare (o rivelare) nascondono e trasportano su un piano di “possibilità irreali”: trappole visive in cui gli inciampi acquistano la valenza di codici semantici. Il titolo è la citazione di un articolo che lui stesso scrisse nel 1977 (Contravisiones: la subversión fotográfica de la realidad) per la rivista Village Cry, piattaforma alternativa di arte e cultura pubblicata a Basilea da Rolf Paltzer e Beat Presser.

Le immagini selezionate rimandano espressamente ad una dimensione irreale, magica e onirica che coinvolge principalmente il mondo delle scienze colto attraverso le vetrine dei musei di storia naturale.

Un soggetto che ritroviamo anche nel libro Paralipomena (Silvana Editoriale, 2016), dichiarazione d’amore di Fontcuberta per la collezione Spallanzani di Reggio Emilia che visitò nel 1980, tornandoci più volte a partire dal 2015.

Sempre affascinato da “contenitori” d’epoca come i Musei Civici con quegli scaffali pieni di contenuti dichiarati o omessi (i paralipomena): creature che sopravvivono nel tempo, imbalsamate o immersi nella formaldeide: l’elefante triste, i gemelli siamesi, il coccodrillo arrabbiato… la zebra azzannata dal felino…
Immagini che colgono l’ultimo respiro vitale nell’immobilità eterna: “ossimori visuali” si potrebbero definire.

Scherzi della natura è, invece, il titolo del catalogo pubblicato da Contrasto (l’edizione originale è di Actar) in occasione dell’omonima mostra organizzata a Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001.

Nei diversi capitoli vediamo il fotografo entrare, di volta in volta, nel personaggio di un suo alter ego. In Fauna (1985-89), frutto della collaborazione letteraria con lo scrittore Pere Formiguera, i rispettivi alter ego sono lo scienziato tedesco Peter Ameisenhaufen e il suo assistente Hans von Kubert (ovvero la traduzione in tedesco di Joan Fontcuberta).

Negli altri capitoli troviamo Costellazioni, Sirene, Aeroliti e, naturalmente, Sputnik (1996-98) che racconta l’enigma del cosmonauta russo, il colonnello Ivan Istochnikov (ancora una volta il nome di JF tradotto in russo) perso nello spazio con la cagnolina Kloka, in cui viene affrontato l’aspetto della manipolazione delle immagini in relazione alla memoria storica.

Un tema che ricorre nel bellissimo Deconstructing Osama (Actar, 2007) con la sua copertina di cuoio e i pattern dorati che ricorda un antico manoscritto, dove Fontcuberta veste i panni di un terribile terrorista islamico.

La parodia è frutto del “vero” reportage di due fotogiornalisti dell’agenzia Al-Zur che svelano l’inganno: l’imprendibile personaggio in realtà è l’attore televisivo Manbaa Mokfhi, noto interprete della pubblicità della Mecca Cola.

“Accettiamo facilmente la realtà, forse perché intuiamo che niente è reale”, scrive Jorge Luis Borges in L’Aleph.


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Flying Photo Book Carpet 10 (ph Manuela De Leonardis)

Joan Fontcuberta, Contravisiones, 1974-1989

  • Testi di Joan Fontcuberta e Iván de la Nuez
  • Ediciones Anómalas e Fundación Antonio Pérez, 2020
  • Inglese/Spagnolo
  • PP. 108
  • ISBN 9788409257355
  • € 38,00

Joan Fontcuberta, Paralipomena

  • Testo di Elio Grazioli
  • Silvana Editoriale, 2016
  • Italiano/Inglese
  • PP. 64
  • ISBN 9788836634415
  • € 28,00

Joan Fontcuberta, Deconstructing Osama

  • Actar, 2007
  • Catalano/Spagnolo/Francese/Inglese/Arabo
  • PP. 124
  • Rilegato in pelle
  • ISBN 9788496540903
  • € 38,00

Joan Fontcuberta, Scherzi della natura

  • A cura di Alessandra Mauro
  • Contrasto, 2001
  • Italiano
  • PP. 156
  • ISBN 9788886982313
  • € 25,82
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Manuela De Leonardis (Roma 1966), storica dell’arte, giornalista e curatrice indipendente. Scrive di fotografia e arti visive sulle pagine culturali de il manifesto (e sui supplementi Alias, Alias Domenica e L’ExtraTerrestre), art a part of cult(ure), Il Fotografo, Exibart. È autrice dei libri A tu per tu con i grandi fotografi - Vol. I (Postcart 2011); A tu per tu con grandi fotografi e videoartisti - Vol. II (Postcart 2012); A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia - Vol. III (Postcart 2013); A tu per tu. Fotografi a confronto - Vol. IV (Postcart 2017); Isernia. L’altra memoria (Volturnia Edizioni 2017); Il sangue delle donne. Tracce di rosso sul panno bianco (Postmedia Books 2019); Jack Sal. Chrom/A (Danilo Montanari Editore 2019).
Ha esplorato il rapporto arte/cibo pubblicando Kakushiaji, il gusto nascosto (Gangemi 2008), CAKE. La cultura del dessert tra tradizione Araba e Occidente (Postcart 2013), Taccuino Sannita. Ricette molisane degli anni Venti (Ali&No 2015), Jack Sal. Half Empty/Half Full - Food Culture Ritual (2019) e Ginger House (2019). Dal 2016 è nel comitato scientifico del festival Castelnuovo Fotografia, Castelnuovo di Porto, Roma.

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