Luci d’artista per città lunapark.

Luci d'artista 2016
Luci d’artista 2016

Dovremmo scomodare gli autori di una teoria critica della società o potete accontentarvi ci siamo scomodati noi qualora si volesse scrivere qualcosa in proposito delle luci d’artista di Salerno? Senza chiamare i causa i primi, l’obiettivo dei secondi è analizzare questa iniziativa dallo spiccato quoziente artistico-culturale nei termini di una riqualificazione del paesaggio urbano a tema Luna Park.

Dal 5 Novembre al 22 Gennaio Salerno ospita Luci d’Artista, l’esposizione di opere d’arte luminosa installate nelle piazze, nei parchi e nelle strade della città (http://lucidartista.comune.salerno.it/static/luci_dartista2016/LUCI_D-ARTISTA_2016-170.aspx). Mi auguro proprio l’abbiate letto con cura. Ogni parola spesa non è vana, anzi: sostiene ogni singolo euro dei 3 milioni stanziati per l’evento in bilancio regionale.

Il 24 luglio 2015 scorso l’on. Gambino ha depositato infatti in consiglio la proposta di legge “Disposizioni per il riconoscimento e la tutela del progetto luci d’artista come evento di rilevante interesse regionale”. (http://www.consiglio.regione.campania.it/cms/CM_PORTALE_CRC/servlet/Docs?dir=atti&file=RG%2035.pdf). La relazione descrittiva, sintetica ed efficace, rendiconta la valenza dell’iniziativa: la manifestazione nasce a Torino, nel 1998, in occasione delle festività natalizie con opere concepite da artisti contemporanei per addobbare la città da un lato ricamandone l’alto valore scenografico, dall’altro lavorando sul valore fortemente simbolico e concettuale di installazioni che premiano l’atmosfera fiabesca che circonda questi giorni.

Nel 2006 il format è stato ripreso dalla città di Salerno che lo ha meglio reintepretato grazie alle caratteristiche adattive di un paesaggio miramare cui il vestito nuovo calza a pennello. Nella relazione vengono elencati gli obiettivi, quelli raggiunti e quelli da raggiungeere, ma è la chiusa a meritare gli onori di questa cronaca: “si realizza un percorso ideale e più articolato che delinea una linea immaginaria di Regione del Natale che attraversa parte rilevante del territorio regionale”. In pratica, raccogliendo il nuovo trend atmosferico proposto dal cambio climatico in corso, Salerno diventa la capitale di una regione pronta ad ospitare un giovanile babbo natale in costume da bagno, facendoci dimenticare la versione rossa ed ingombrante da sfondo innevato. Se da un lato la regione tutta verrebbe temporaneamente riplasmata per mezzo di questa riqualificazione, è vero dall’altro che l’esempio Salerno è diventato un banco di prova per tutti gli altri capoluoghi. Su tutti, Napoli, troppo identificata con la tradizione da iniziare a sfidare l’innovazione. Si veda N’albero.

Torniamo a Salerno. I benefici per la città sono evidenti tanto quanto le code sulle varie arterie stradali che permettono di raggiungere la vecchia sede degli Arechi. Infatti, da quando la manifestazione ha preso piede hanno aperto i loro battenti circa 400 bnb, mentre il settore alberghiero fa registrare il tutto esaurito nei giorni di punta. I finesettimana, poi, è il momento d’elezione per i gran turismo: se ne arrivano a contare anche 400. Dunque, moltiplicate questa cifra per gli almeno 50 posti disponibili su ognuno. Aggiungete tutti coloro che preferiscono le rotaie. Insomma, tra pendolari della domenica e turisti in residenza temporanea, le cifre sono davvero importanti e la loro cifra sta tutta nel traffico pedonale che caratterizza le passeggiate per il centro cittadino addobbato per le feste.

Anche questa volta è il paesaggio urbano a rivestire la parte di protagonista. La città come museo a cielo aperto in cui piazzare installazioni è diventata la proposta più battuta per un’idea di turismo in grado di accogliere le masse e verso cui sono state dirette molte delle recenti iniziative in ambito di politica culturale a marca statale. Il controaltare sono le compartecipazioni private che sostengono alcuni luoghi di comprovato interesse storico artistico e che pure stentano ad andare avanti. La stessa regione sembra poterne vantare un po’.

La passeggiata si pone come l’attività principe sostenuta da questa politica culturale, cui si accompagna una nota commerciale che ben si lega a questo periodo dell’anno, a suon di spendere spendere spendere. C’è tutta una costellazione  di iniziative che si lega poi a questo evento, fatta di degustazioni e street food sul lungo mare, aperture temporanee di siti, archeologici e non, quasi mai aperti e rilancio della filiera dell’intrattenimentificio serale.

Un po’ di cronaca, ora. L’8 dicembre abbiamo attraversato la città. La mattina l’atmosfera era diversa che la sera: il risveglio coincideva con i saluti che inaugurano davvero l’attesa del Santo Natale. Era una città ancora a misura di residenti, con qualche squadra di stranieri scesi in campo per vivere le sue ore da turista. Con il calar della sera e la conseguente accensione delle luci, Salerno diventava quel parco giochi urbano affollato di persone pronte a parcorrerlo avanti e dietro, alla ricerca della foto attraverso cui immortalarne il ricordo. La villa comunale era presa d’assedio. Così come piazza sedile di portanova, che puntualmente ospita il mirabolante albero di Natale. Lo stesso valeva per piazza Flavio Gioia. Insomma, il tappeto umano che animava il flusso pedonale si snodava a scatti, come in preda ad una isteria ritmica. Zona più o meno franca il lungomare trieste, dove la marcia, accompagnata dalla radio in filodiffusione che sembrava di stare al centro commerciale, scorreva più fluida.

Nota. La polizia municipale sequestra un lotto di merce da un venditore ambulante: si aiuta con una luce led della stessa fattura di quelle confiscate; la differenza è solo nella proprietà del bene, stavolta. Così ci garantiscono. Il braccio della legge in questi giorni si fa sentire più forte che mai.

Concludiamo il nostro giro presso l’attrazione dell’anno, la ruota panoramica in piazza della concordia. Grazie al disegno delle luci il centro ospita il logo della città di Salerno, realizzato nel 2011 dal designer Massimo Vignelli, cui fu affidata la mission dall’allora sindaco De Luca di creare un brand commerciale per la città. Mai immagine fu più azzeccata nel render conto dell’impresa culturale avviata 10 anni or sono, su cui tanto si è puntato, per cui tanto si è speso e che mai più sarà abbandonata.

La stazione cittadina è presa d’assalto da quei turisti pendolari che avevano preferito il treno. Il regionale per Caserta è stracarico e l’ingresso a bordo dei passeggeri è difficile e lento. Tanto da far slittare la partenza di 10 minuti e costringere il regionale per Napoli al cambio di binario. Saliamo a bordo. Lasciamo Salerno alle spalle. Riprendiamo la lettura de La passeggiata, di Robert Walser.

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Antonio Mastrogiacomo vive e lavora tra Napoli e Reggio Calabria. Ha insegnato materie di indirizzo storico musicologico presso il Dipartimento di Nuovi Linguaggi e Tecnologie Musicali del Conservatorio Nicola Sala di Benevento e del Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ha pubblicato “Suonerie” (CD, 2017), “Glicine” (DVD, 2018) per Setola di Maiale. Giornalista pubblicista, dal 2017 è direttore della rivista scientifica (Area 11 - Anvur) «d.a.t. [divulgazioneaudiotestuale]»; ha curato Utopia dell’ascolto. Intorno alla musica di Walter Branchi (il Sileno, 2020), insieme a Daniela Tortora Componere Meridiano. A confronto con l'esperienza di Enrico Renna (il Sileno, 2023) ed è autore di Cantami o Curva (Armando Editore, 2021). È titolare della cattedra di Pedagogia e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.

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