Appunti in forma di paragrafi sul Comicon, Mostra Internazionale del Fumetto a Napoli

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Per quattro giorni all’anno la Mostra d’Oltremare di Napoli accoglie migliaia di unità paganti – oltre ai tantissimi accreditati, chi per gli stand chi della stampa – che insieme formano il pubblico del Comicon, la mostra internazionale del fumetto che è arrivata alla sua XIX edizione.

La mia prima volta tra cosplay (un mix tra costume e play), stand variegati e fiumi di persone resta indimenticabile per un clima tra i più sinceri e sereni che abbia  mai trovato nelle manifestazioni costruite a misura di massa: fiotti di persone serene e diverse per età, condizione sociale, luoghi di provenienza hanno animato caoticamente una struttura pensata un tempo per le esposizioni – di certo non di fumetti.

Con l’ausilio di una riflessione impiegata a mo’ di scolapasta, provo a filtrare qualche osservazione di carattere socio-economico sulla manifestazione appena occorsa.

In primo luogo, grazie al virtuale il disegno riconquista il posto di un tempo in quanto cardine della comunicazione grafica, come all’inizio della riproducibilità tecnica prima che la fotografia le rubasse spazio. Ricordate le illustrazioni de “La domenica del corriere”? Sembra un dato importante da raccogliere, vista la produzione di dispositivi tecnologici in grado di annullare le distanze tra l’analogico e il digitale.

Non è un caso, inoltre, che il tema scelto sia il rapporto tra Fumetto e Web, a segnalarne l’osmosi socio-tecnologica a livello linguistico. In effetti, gli ospiti più assaltati sono le vere star dei social: le pillole di Jenus, Feudalesimo e libertà, Labadessa, Simple&Madama, Sketch&Breakfast… Si tratta di progetti che, nati dall’intimità delle mura domestiche, vengono alla luce grazie ad un web che diventa vera e propria palestra lavorativa.

Tutto questo testimonia una rivoluzione sul piano del processo artistico: mentre prima si portava il progetto da un editore per poi essere selezionati – anche a gusto di chi edita – ora è il web stesso ad aiutare l’autore ad uscire fuori grazie a un feedback diretto con i fruitori. Così l’editore ha già belle e pronte le ricerche di mercato grazie ad un pubblico che consumando lavora. Ed è un’attività, questa, che non cessa mai.

Altra osservazione: il piacere dell’extra-ordinario contamina migliaia di persone che lasciano a casa le proprie diverse divise – di studente, di lavoratore, di genitore – per indossare l’abito scelto senza alcuna coercizione di sorta. Il travestimento diventa una pratica identitaria, al soldo della libertà guadagnata grazie ad un riconoscimento sociale che permette – per un giorno – una celebrità tanto effimera quanto anonima.

In ultima, dalle prime analisi di Garroni alle parole al miele di Eco in Diario Minimo, l’attenzione guadagnata dalla nona arte nel mostrare il carattere ancipite di produzione artistica e fruizione sociale dimostra il bisogno di affrancare la narrazione di una scrittura testuale in grado di tenere in ostaggio per secoli gli altri media comunicativo. Così, mentre la scrittura manuale sembra scomparire grazie all’intervento poco neutrale di tastiere da pigiare, la manualità può essere ritrovata proprio grazie ad un disegno che non smetterà mai di esercitare la sua funzione di un altro che non sia il già visto.

Insomma, l’esperienza di una cittadella del fumetto ben confinata nella extra-ordinarietà dell’evento diventa un modo per non prescindere dalle connessioni che, quotidianamente, mantengono alta l’attenzione per un mondo non dissimile dalla pratica artista colta, se non per i suoi numeri.

https://www.comicon.it/

https://vimeo.com/215418597

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Antonio Mastrogiacomo vive e lavora tra Napoli e Reggio Calabria. Ha insegnato materie di indirizzo storico musicologico presso il Dipartimento di Nuovi Linguaggi e Tecnologie Musicali del Conservatorio Nicola Sala di Benevento e del Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ha pubblicato “Suonerie” (CD, 2017), “Glicine” (DVD, 2018) per Setola di Maiale. Giornalista pubblicista, dal 2017 è direttore della rivista scientifica (Area 11 - Anvur) «d.a.t. [divulgazioneaudiotestuale]»; ha curato Utopia dell’ascolto. Intorno alla musica di Walter Branchi (il Sileno, 2020), insieme a Daniela Tortora Componere Meridiano. A confronto con l'esperienza di Enrico Renna (il Sileno, 2023) ed è autore di Cantami o Curva (Armando Editore, 2021). È titolare della cattedra di Pedagogia e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.

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