Dissonanzen al Ridotto del Mercadante di Napoli

immagine per DIssonanzen

Cosa c’è di meglio di una conferenza stampa per riprendere subito il contatto con la vita culturale della città di Napoli? L’ho capito  in occasione della presentazione della stagione al Ridotto Mercadante, lultima presieduta dal Maestro Luca De Fusco.
A dire il vero, non avevo capito bene si trattasse proprio di questo, sapevo si presentasse la stagione artistica di Dissonanzen, associazione musicale partenopea dedita alla diffusione e all’esecuzione della musica contemporanea, mai avrei immaginato di essere coinvolto in siffatta vita teatrale.

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Mi dicevo: sono felice che capiti, un contatto simile, tra una realtà come quella di Dissonanzen e quella di un Teatro Stabile, l’unico del Mezzogiorno d’Italia; inoltre, col coinvolgimento di una dimensione musicale, anche l’associazione Alessandro Scarlatti è chiamata in causa, portando al Teatro Mercadante l’esecuzione di un lavoro di Nicola Piovani, il 19 dicembre, giusto il tempo di dirsi buone feste.

Così, ho apprezzato la chirurgica decisione di tenere la presentazione alla Stampa di un così composito cartellone nel sottoscala: c’erano molti studenti, dall’Accademia di Belle Arti di Napoli impegnati nelle scenografie come gli stessi studenti del Teatro Stabile di Napoli che chiudono il loro percorso di studi con una piece che è quasi un saggio del loro percorso attoriale. E poi ci sono i ritorni, come la Pagano in Replay, laddove l’interruzione della scorsa stagione è ripresa con evidente partecipazione quest’anno.

Molto concise le presentazioni con talvolta il regista, talvolta l’attore, talvolta gli attori a chiudere in una battuta la soddisfazione di incontrare il pubblico del Ridotto Mercadante. In effetti la proposta in salsa off dello stabile partenopeo entusiasmo un pubblico altro, forse più giovane, decisamente meno attratto dal teatro d’antologia per concedersi riposo nello spazio di una storia ancora sconosciuta. C’è da incoraggiare queste forme solitamente audaci nel giocarsi lo spazio scenico con il pubblico in tribuna, nella sala essenziale disposta per l’occasione.

Come tale, Dissonanzen sale a bordo del Ridotto per una serie di concerti che continua il battesimo dello scorso gennaio, al tempo del ritorno alla collaborazione di Evan Parker con i musicisti Tommaso Rossi, Ciro Longobardi, Francesco D’Errico, Marco Vitali, Marco Sannini, Marco Cappelli, Renato Grieco, Stefano Costanzo.

La letteratura del Novecento insieme all’improvvisazione radicale, quest’anno la stagione concertistica, con una certa ostinazione definita “La forza del dialogo”, mette in scena 4 diversi appuntamenti, tutti nella terza settimana di novembre, in continuità con l’azione concentrata di Dissonazen in una stagione concertistica, quasi sempre invernale. Al fianco di Dissonanzen Siae Classici d’oggi, unitamente alla collaborazione del già ricorso Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Istituto Universitario l’Orientale e Liceo Coreutico Boccioni-Palizzi.

Da martedì 19 novembre il dialogo tra il violoncello di Michele Marco Rossi e la fisarmonica di Francesco Gesualdi che attraversa una letteratura quanto mai vicina nel tempo e lontana nell’esececuzioni (anche le visualizzazioni su youtube stentano!). Il giorno dopo ricorre un omaggio più partecipato a Luciano Berio, prendendo le messe da O King, lavoro con evidente dedica a Martin Kuther King. Trovano spazio le quattro canzoni popolari che anticiperanno le Folk Songs, unitamente alla sequenza I per flauto. Si chiude passando per l’America, così vicina al compositore toscano da trovare spazio in uno suo omaggio partenopeo al sol di Party Pieces.

Sabato 23 novembre è la volta dei dialoghi atipici, un singolare intreccio di strumenti e musicisti nel solco di repertorio e nuove collaborazioni. Prima della conclusione, Folia per Ensemble: un lavoro importante, che sintetizza le spinte di un percorso creativo eminentemente fertile vedendo in scena cinque musicisti e tre danzatori. Tra le musiche di Arcangelo Corelli e Krystof Penderecki si agita la domenica che chiude i giochi di questo dialogo, giammai forzato, semmai forzuto.

A ben vedere Dissonanzen mantiene un profilo singolare nello scenario delle produzioni musicali partenopee, si agita costantemente alla ricerca di una indipendenza che in effetti si rileva nelle scelte di repertorio, comprensibili se rilette alla luce della storia del gruppo, un po’ meno se confrontate ai programmi da concerto di Napoli, e non solo.

Ci riserviamo di seguire questa attività, questo festival, questa nuova proposta al ridotto del mercadante, consapevoli del ruolo svolto dal pubblico al pari dei musicisti nel sostenere un certo intervento nella vita musicale della città.

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Antonio Mastrogiacomo vive e lavora tra Napoli e Reggio Calabria. Ha insegnato materie di indirizzo storico musicologico presso il Dipartimento di Nuovi Linguaggi e Tecnologie Musicali del Conservatorio Nicola Sala di Benevento e del Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ha pubblicato “Suonerie” (CD, 2017), “Glicine” (DVD, 2018) per Setola di Maiale. Giornalista pubblicista, dal 2017 è direttore della rivista scientifica (Area 11 - Anvur) «d.a.t. [divulgazioneaudiotestuale]»; ha curato Utopia dell’ascolto. Intorno alla musica di Walter Branchi (il Sileno, 2020), insieme a Daniela Tortora Componere Meridiano. A confronto con l'esperienza di Enrico Renna (il Sileno, 2023) ed è autore di Cantami o Curva (Armando Editore, 2021). È titolare della cattedra di Pedagogia e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.

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