Chernobyl Herbarium, Esplosioni di luce alla Spot Gallery di Napoli

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Scrutare da vicino le opere magistrali e intense dell’artista visuale francese Anaïs Tondeur è come essere proiettati nella cruda realtà di un territorio violentato; è rendersi conto – per il potere miracoloso e rigenerativo della natura che è già di per sé opera artistica – come possa cambiare  un paesaggio, dalla sua distruzione, alla sua faticosa e lentissima risalita. Una premessa che introduce l’esposizione Esplosioni di luce – Chernobyl Herbarium, inaugurata a giugno (e fino al 14 ottobre) alla Spot home gallery di Napoli.

Si tratta di un nucleo di 36 immagini create da Anaïs Tondeur che assieme al contributo del filosofo Michael Marder, simbolizza la tragedia nucleare di Chernobyl con una linea di opere tese tra passato e presente capace di assorbire differenti temperature di realizzazione; chiarisce la Tondeur:

Chernobyl Herbarium è un piano in itinere, un erbario rayografico con il quale cerco di svelare, tramite la materia stessa delle fotografie, le stigmate dell’esplosione nucleare sui corpi delle piante.

Esso si compone di un rayogramma per ogni anno dall’esplosione, generato dalla traccia diretta su lastre fotosensibili di specie vegetali cresciute nei terreni radioattivi della Zona di Esclusione.

Durante il tentativo di produrre uno spazio dove poter dare loro voce, o almeno presenza, ho incrociato la traiettoria del filosofo Michael Marder, autore di Plant Thinking, anch’egli contaminato dall’esplosione del reattore nel 1986.

Insieme, stiamo cercando di pensare, significare e simbolizzare, per quanto impensabile e irrappresentabile, l’evento e la frammentazione della coscienza che questo ha generato, coltivando un altro, possibile, modo di vivere, più in sintonia con l’ambiente”.

Ed è in quest’ottica che in occasione del 35mo anniversario dall’esplosione, Mimesis ha pubblicato Chernobyl Herbarium. La vita dopo il disastro nucleare (2021), un racconto in cui le considerazioni di Michael Marder, si intrecciano ai fotogrammi vegetali dell’artista francese,  secondo un approccio profondamente radicato nel pensiero ecologico. Un libro che fa subito breccia nel cuore della gallerista Cristina Ferraiuolo:

Molti mesi fa un caro amico mi regalò questo insolito e prezioso libro che ho iniziato subito a leggere e rileggere più volte; mi ha profondamente emozionato, ha acceso i miei pensieri, le mie idee, fino al punto che ho deciso di contattare Anaïs per proporle di esporre il suo lavoro a Napoli nella Spot home Gallery”.

Un evento maturato con attenzione, tempo e studio, con il visus di chi vuole affrontare una tematica cruciale senza orpelli, ma secondo ciò che veramente è accaduto e direttamente dalla voce dei protagonisti; rivela Marder: 

L’incontro con Anais per me è stato molto importante, perché attraverso i suoi rayogrammi ho letto me stesso, ed ho elaborato ciò che è successo anche a me. Per merito della sua pratica estetica, la Tondeur fa detonare e dunque rilasciare le esplosioni di luce intrappolate nei vegetali, le cui linee si disperdono attraversano i fotogrammi in ogni direzione.

Libera tracce luminescenti senza violenza, schivando la reiterazione del primo evento invisibile di Chernobyl e, allo stesso tempo, ne cattura i frammenti. Liberazione e preservazione; preservazione, memoria, e liberazione: per grazia dell’arte”.

Organizzata come un narrazione dove ogni singola sala dialoga con l’altra sulla traccia di un discorso a capitoli, la mostra ospitata nella bella galleria di via Toledo è scandita dal ritmo delle opere ottenute  impressionando con liquidi  sotto una intensa fonte di luce le piante radioattive su una lastra, realizzate una per ogni anno trascorso dall’esplosione, compreso il  rayogramma del 2022 con particelle di terreno radioattivo e raccolto appena prima dello scoppio della guerra in Ucraina dall’artista:

E’ particolarmente importante nell’abito del processo delle impronte erboree sviluppate nella zona di esclusione osservare il loro nucleo e come la pianta sta vivendo il suo cammino, la loro silhouette attraverso i rayogrammi si percepisce come qualcosa di invisibile, di traumatico, testimonianza di un percorso di trasformazione.

Ho imparato da queste piante che possono adattarsi che non siano passive e che abbiamo tanto da imparare da loro”.

A coronamento dell’esposizione, grazie all’impegno e la premura di Cristina Ferraiuolo, il 13 settembre scorso Michael Marder e Anaïs Tondeur hanno incontrato il pubblico nell’ affollata sala Dumas dell’Institut Francais di Napoli, per un’opportunità privilegiata di  sintonia e emozione intense: “Le piante ci insegnano che non c’è crescita infinita, né crescita senza decadimento, che è il presupposto stesso della crescita futura” (Marder)

Biografie Autori

Michael Marder è professore di ricerca IKERBASQUE presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università dei Paesi Baschi (UPV-EHU), Vitoria-Gasteiz, Spagna. Lavora nella tradizione fenomenologica della filosofia continentale, del pensiero ambientale e della filosofia politica.

È autore di numerosi articoli scientifici e diciannove monografie, tra cui Plant-Thinking (2013); PhenomenaCritique-Logos (2014); The Philosopher’s Plant (2014); Dust (2016), Energy Dreams (2017), Heidegger (2018), Political Categories (2019), Pyropolitics (2015, 2020); Dump Philosophy (2020); Hegel’s Energy (2021); Green Mass (2021) e Philosophy for Passengers (2022).

Ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti e del Canada, tra cui la Georgetown University, la George Washington University, la Duquesne University, l’Università di Toronto e l’Università di Saskatchewan.

Per ulteriori informazioni, consultare il suo sito web michaelmarder.org

Anaïs Tondeur è un’artista visuale. Vive e lavora a Parigi. Laureata al Central Saint Martins (2008) e poi al Royal College of Arts (2010) a Londra, ha ricevuto il Prix Art of Change 21 (2021).

Il suo approccio artistico è profondamente radicato nel pensiero ecologico e si inserisce in una pratica interdisciplinare attraverso la quale Tondeur esplora nuovi modi di raccontare il mondo, che permettano di trasformare la nostra relazione con gli altri esseri viventi e con i grandi cicli della terra.

Tondeur è stata artista in Residenza di Ricerca e Creazione presso numerose prestigiose istituzioni, tra le quali il Musée des Arts et Métiers (2018-17), il CNES (2016), il Muséum national d’Histoire naturelle (2015).

Ha esposto il suo lavoro in rinomati centri d’arte internazionali tra cui Centre Pompidou (Parigi), Serpentines Galleries (Londra), Biennale di Venezia, Houston Center of Photography (USA), Nam June Paik Art Center (Seoul).

Per ulteriori informazioni, consultare il suo sito web anaistondeur.com

Info mostra Esplosioni di luce – Chernobyl Herbarium

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Storica e critica d’arte, curatrice, giornalista pubblicista, Loredana Troise è laureata  con lode in Lettere Moderne, in Scienze dell’Educazione e in Conservazione dei Beni Culturali. Ha collaborato con Istituzioni quali la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Napoli; l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. A lei è riferito il Dipartimento Arti Visive e la sezione didattica della Fondazione Morra di Napoli (Museo Nitsch/Casa Morra/Associazione Shimamoto) della quale è membro del Consiglio direttivo. Docente di italiano e latino, conduce lab-workshop di scrittura creativa e digital storytelling; è docente di Linguaggi dell'Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e figura nel Dipartimento di Ricerca del Museo MADRE. È autrice di cataloghi e numerosi contributi pubblicati su riviste e libri per case editrici come Skira, Electa, Motta, Edizioni Morra, arte’m, Silvana ed.

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