La parola al Teatro #25. Siamotuttigay, l’amore contro ogni intolleranza visto da Lucilla Lupaioli.

Che cos’è la normalità? Cos’è la diversità?

Sono questi i punti di domanda che fanno da sfondo alla commedia brillante e un po’ rétro sull’amore libero, scritta e diretta da Lucilla Lupaioli, da un’idea di Marco Marciani, andata in scena all’Off/Off Theatre con Alessandro Di Marco, Michela Fabrizi, Claudio Renzetti, Antonio De Stefano, Martina Montini e Giulia Paoletti.

 

Il grande Gianni Rodari nelle sue straordinarie favole, fiabe e filastrocche, amava mostrare il mondo alla rovescia e ci insegnava a conoscerlo e ad amarlo.

Così accade in Siamotuttigay dove messinscena e drammaturgia affrontano con molta ironia, senza risultare superficiali e scadere nella facile retorica, il tema della “diversità”, suscitando nello spettatore una riflessione sana e utile al miglioramento di noi stessi e della società di siamo parte.

Il ribaltamento delle sessualità porta in scena per la prima volta la famiglia gay conservatrice e tradizionale in cui Willy e Sheila, figli di una coppia lesbica composta da Maggie, nota attrice, e Tessy, suo ufficio stampa, devono affrontare la difficile sfida di dichiarare alle loro madri di essere etero. Il camerino di Maggie diventa lo scenario di un rocambolesco ed esilarante tentativo di confessare la verità ma l’insolito coming out è tutt’altro che semplice perché le due madri hanno trasferito ai loro figli un’educazione e una dedizione amorevole, come qualsiasi madre al proprio figlio, ed è per questa ragione che i due figli hanno paura di deluderle.

La “libertà di scelta” viene travolta dagli equivoci, dai fraintendimenti, dalle interruzioni, dai colpi di scena, dalle rivelazioni improvvise e da happy end.

La drammaturgia di Lucilla Lupaioli, pur trattando temi dai significati complessi, è ben costruita dalla prima all’ultima battuta, unendo diversi registri. Anche la regia, della stessa Lupaioli, frizzante e colorata, è arricchita da continui movimenti e sequenze metateatrali con una quarta parete aperta verso un pubblico costantemente chiamato in causa.

Tutti gli interpreti, tra balli, piroette e spaccate, sono ben amalgamati e strettamente connessi con movimenti del corpo accompagnati dalle sonorità sincopate e briose di Frank Sinatra; il protagonista Alessandro Di Marco, istrionico e tranchant attore en travesti dal forte carisma, colora la scena e trascina ogni battuta verso l’applauso.

La scenografia, curata da Nicola Civinini, presenta al centro del palco, un camerino, delicatamente arredato e curato nei dettagli: le scene si svolgono sia nello spazio esterno che in quello interno al camerino, rendendo la commedia non slegata dal contesto di cui si parla, ossia il giorno della prima di uno spettacolo.

In un momento storico in cui l’odio, il pregiudizio e la discriminazione sono tristemente cronaca quotidiana e cavallo di battaglia della dialettica politica, questa spettacolo è un invito a riconoscere la differenza come sinonimo di ricchezza e a far comprendere che bisogna imparare ad amare senza etichette, basandoci su un’idea di amore che è fonte di arricchimento e gioia, e che non può esserci senza il riconoscimento e l’accettazione dell’altro.

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Si laurea in Scienze della Comunicazione con indirizzo impresa e marketing nel novembre del 1998 presso l'Università La Sapienza di Roma; matura circa dodici anni di esperienza presso agenzie internazionali di advertising del Gruppo WPP - Young&Rubicam, Bates Italia, J.Walter Thompson - nel ruolo di Account dove gestisce campagne pubblicitarie per conto di clienti tra cui Pfizer, Johnson&Johnson, Europcar, Alitalia, Rai, Amnesty International e Ail. Dal 2010 è dipendente di Roma Capitale e attualmente presta servizio presso l'Ufficio di di Presidenza del Municipio Roma XIV dove si occupa di comunicazione istituzionale, attività redazionale sui canali social del Municipio e piani di comunicazione. Ama viaggiare e leggere.

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