La poesia che resiste #11. Giornata mondiale della Poesia con la Notte nell’isola di Pablo Neruda

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Il 21 marzo non segna solo l’arrivo della primavera perché dal 2000 si celebra anche la Giornata Mondiale della Poesia in onore delle forme espressive più belle, antiche e contemporanee.

Il 21 marzo è il giorno in cui dobbiamo tirare le rime dagli scaffali, trascrivere versi su pezzi di carta da lasciare a chi amiamo. La poesia narra in versi il nostro cuore e a esso permette di ormeggiare quando è stanco, solo, disperato o quando una felicità grande gli chiede di fermarsi per guardarla negli occhi.

È il giorno in cui, nell’incertezza del nostro tempo, sospeso fra la paura della pandemia non ancora sconfitta, le preoccupazioni per un’economia in ginocchio e il caos politico, dobbiamo trovare nei versi il coraggio che abbiamo smarrito, il dolore da addomesticare, l’amore senza il quale non si vive. 

Pablo Neruda, all’anagrafe Neftalí Ricardo Reyes Basoalto, viene di diritto considerato una delle figure più importanti nel mondo della letteratura latino americana del secolo scorso.

Ha sempre considerato la poesia come un vero e proprio atto di amore e di pace, nonostante le vicissitudini lo abbiano portato a combattere chi cercava di minare tale pace.

Premio Nobel per la Letteratura del 1971, la poetica di Neruda spazia dal senso di vicinanza alla natura, all’impegno sociale e politico, dalla difesa del sud del mondo, all’amore in ogni suo aspetto.

Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come i rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Ne la notte ne il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.

Ed è proprio quest’ultima che lo ha reso leggendario. In occasione dell’odierna celebrazione, vi proponiamo la lettura della lirica del grande cantore dell’amore “La notte nell’isola” con l’invito a riflettere sul prezioso ruolo della poesia come promotrice unica di bellezza, verità e collante d’amore che avvicina e, con poche parole, tesse relazioni umane.

Neruda non ha alcuna remora a mostrare, quasi denudandosi, il suo temperamento caldo e passionale.

L’armonia e la musicalità dei suoi versi donano grandiose e coinvolgenti emozioni; egli appare nei suoi versi un osservatore della vita umana nei suoi vari aspetti con passione, intensità e in modo quasi incantato.

Ed è proprio “cantando” la “normalità” del vivere che i suoi versi acquistano significati universali.

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Si laurea in Scienze della Comunicazione con indirizzo impresa e marketing nel novembre del 1998 presso l'Università La Sapienza di Roma; matura circa dodici anni di esperienza presso agenzie internazionali di advertising del Gruppo WPP - Young&Rubicam, Bates Italia, J.Walter Thompson - nel ruolo di Account dove gestisce campagne pubblicitarie per conto di clienti tra cui Pfizer, Johnson&Johnson, Europcar, Alitalia, Rai, Amnesty International e Ail. Dal 2010 è dipendente di Roma Capitale e attualmente presta servizio presso l'Ufficio di di Presidenza del Municipio Roma XIV dove si occupa di comunicazione istituzionale, attività redazionale sui canali social del Municipio e piani di comunicazione. Ama viaggiare e leggere.

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