La Parola al Teatro #27. Scannasurice, in scena la poesia teatrale di Moscato al Vascello

Durante il terremoto che colpì Napoli nel 1980, ancora di salvezza per molti furono i tanti piccoli rifugi creati nelle macerie: per lungo tempo i Quartieri Spagnoli furono ridotti a uno stato deprecabile, dove convissero topi ed esseri umani mischiati a immondizia e a calcinacci.

In scena al Teatro Vascello, la drammaturgia di Scannasurice – letteralmente scannatopi -, vincitore del Premio della Critica 2015 come miglior spettacolo, è stata scritta da Enzo Moscato nel 1982 a ridosso del devastante sisma e messo in scena da Carlo Cerciello che ne ha affidato l’interpretazione a una straordinaria Imma Villa (Premio Le Maschere 2017 e Premio Mieli 2018 come migliore interprete); una struggente ed evocativa discesa nei sotterranei di una Napoli lontana nel tempo, ma sempre unica per il suo fascino denso di contrasti e di forti emozioni.

A raccontare e raccontarsi è una figura androgina, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli, un travestito che vende al migliore offerente il proprio corpo e indossa il degrado del luogo in cui vive: canotta e mutande bianche, capelli raccolti in una retina e trucco sbiadito. Questo personaggio descrive la sua vita nei bassifondi più da spettatore che da protagonista: vive in antri oscuri e sudici, nascosto ed emarginato, ultimo tra gli ultimi, in una solitudine abitata da presenze sognate, desiderate e la costante compagnia dei topi.

“Chi so’? Stong ‘arinto? Stong ‘afora? Nun moro, no…ma neppure campo comm’apprimme:’a vista, ‘e mmane, ‘e rrecchie…tutte cose se n’è ghiute…e pure ‘a voce…ancora ‘nu poco…e poi…sommergerà, affonderà pur’essa.”

Un labirinto verticale claustrofobico è la scenografia nata dall’immaginazione di Roberto Crea che costruisce un ambiente capace di richiamare le macerie del terremoto e i loculi tipici del cimitero, luoghi dove la vita si consuma e muore.

Questo rudere diventa così casa degli spiriti, in cui si incontrano credenze e litanie, filastrocche e dicerie popolari. Il “femminiello” senza nome, portavoce di questi spiriti, parla con un candore che stride con il suo aspetto e con il luogo che abita: alla sua voce è affidata la lingua lavica, un napoletano ricercato e complesso, ma denso di autenticità e dietro quel dialetto così fitto, lo spettatore continuamente rincorre la voce narrante, ci si abbandona ai ritmi sonori di una lingua che trasuda luce e oscurità, leggerezza e disperazione.

Imma Villa, infaticabile nel percorrere in lungo e in largo questa catacomba di cemento, è precisa e mai strabordante, fisica ma mai eccessiva nell’interpretazione di una figura uomo e donna allo stesso tempo, divina e terrena, chiromante, megera: striscia nell’ombra come un’ubriacona, si erge a madonna in un’edicola votiva incorniciata da lucine, si veste da puttana per ricordare la sfortunata storia d’amore di una prostituta per uno sconosciuto, esplora solitudini e visioni dell’oltretomba mentre il bum bum bum, che fa tremare tutto, corrode dalle fondamenta quel che resta del labirinto urbano.

E la regia di Carlo Cerciello, grazie anche al supporto delle musiche originali di Paolo Coletta, alla scenografia imponente di Roberto Crea e alle luci di Cesare Accetta, riesce perfettamente a trasmettere l’idea alla base del testo di Moscato, mostrando una città traballante nella struttura ma anche nei valori, popolata da quei ‘surice’ che si insinuano tra le crepe e nelle condotte per approfittare del prossimo, dimenticando spesso le motivazioni del proprio agire.

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Si laurea in Scienze della Comunicazione con indirizzo impresa e marketing nel novembre del 1998 presso l'Università La Sapienza di Roma; matura circa dodici anni di esperienza presso agenzie internazionali di advertising del Gruppo WPP - Young&Rubicam, Bates Italia, J.Walter Thompson - nel ruolo di Account dove gestisce campagne pubblicitarie per conto di clienti tra cui Pfizer, Johnson&Johnson, Europcar, Alitalia, Rai, Amnesty International e Ail. Dal 2010 è dipendente di Roma Capitale e attualmente presta servizio presso l'Ufficio di di Presidenza del Municipio Roma XIV dove si occupa di comunicazione istituzionale, attività redazionale sui canali social del Municipio e piani di comunicazione. Ama viaggiare e leggere.

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