Fugit Amor. Anselm Kiefer a Napoli

Anselm Kiefer - Hexenwaage, 2014. Glass, metal, lead, plaster and acrylic 51x80x40,5 cm © Anselm Kiefer. Photocredit Georges Poncet. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

E’ un ritorno gradito in terra partenopea, la presenza di Anselm Kiefer, ospite della Galleria Lia Rumma, in via Vannella Gaetani 12, a Napoli, con la mostra personale intitolata Fugit Amor, fino alla fine di gennaio 2019. L’amore fugge e gioca con il tempo e la storia. Con questi presupposti l’artista tedesco presenta le sue opere, attingendo per il titolo dell’exhibit alla scultura di August Rodin, una figura maschile stretta ad una femminile che sembrano essere trascinati da una corrente invisibile.

Kiefer è un artista eclettico, un cosmopolita che affronta diverse tematiche legate all’esistenza umana, alla condizione dell’individuo. Il suo è un approccio multidisciplinare che va dalla filosofia alla religione, dalla letteratura alla politica e, infine, alla sociologia.

 La grande sala dello spazio espositivo è occupata da una serie di vetrine che custodiscono la “storia” e la “conoscenza”, sono “sacre” teche composte da materiali eterogenei e organici, cenere, ferro, piombo, foglie, terracotte, fiori e piante. Proprio con lo scultore Rodin, instaura un dialogo d’autore a distanza, in cui contrappone nuove forme all’esistente, dando la sua interpretazione e la sua visione del mondo. 

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Anselm Kiefer – Hexenwaage, 2014. Glass, metal, lead, plaster and acrylic 51x80x40,5 cm © Anselm Kiefer. Photocredit Georges Poncet. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

Nell’opera Fugit amor, un guscio di uovo è sospeso nella vetrina, simbolo della creazione e della nascita. E’ un elemento ricorrente nella storia dell’arte, già presente nella Pala di Brera o Pala di Montefeltro di Piero della Francesca, emblema della perfezione divina, della superiorità della fede rispetto alla ragione. In questo caso, l’artista tedesco non colloca la sua opera in un contesto predefinito, o religioso, ma lascia al fruitore una libera interpretazione: laica, ecclesiale, provocatoria o dal significato recondito.

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Anselm Kiefer – fugit amor, Glass, metal, eggshell, nest, dried leaves 120x50x50 cm © Anselm Kiefer. Photocredit Geroges Poncet. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

Della stessa caratura, attingendo sempre dalla pittura, è l’opera L’origine du monde, liberamente ispirato al pittore Gustave Courbet, in cui al posto del primo piano dei genitali femminili nel dipinto dell’artista francese, egli propone un mantra arrugginito dai denti aguzzi in mezzo ad un pezzo di terra arida.

Osservando l’impianto compositivo emerge la contrapposizione visiva e di contenuto dei due lavori: se nella tela di Courbet emerge la potenza dell’eros e del rapporto fra fecondità, vita, sessualità e gioia di vivere, in Kiefer, la figura femminile perde queste caratteristiche e diventa figura/oggetto, privato del proprio valore. E’ un modo per l’artista di ammonire e di scuotere le coscienze di tutti i popoli che continuano a discriminare il genere femminile. E’ un corpo scarnificato, ridotto all’essenziale, privato dell’anima e della dignità, trasformato a oggetto materiale. 

Al centro della prima sala del percorso espositivo, è collocata all’interno di una grande teca di vetro, La nascita della pittura. Dall’alto pende una tavolozza con colori vivaci, mentre in basso giace una tela fatta a brandelli, sepolta tra cenere e foglie. E’ una metafora fra il cielo e la terra, fra la creatività e la razionalità, nella parte superiore emerge l’irrazionalità e l’istinto, nella parte sottostante, oggetti inanimati, distrutti e obsoleti. E’ una separazione netta e radicale della composizione in cui mancano elementi centrali di intermediazione.

L’interesse di Kiefer per il cantautore e attore francese Serge Gainsbourg, è visibile nella teca che contiene alcuni tappi di bottiglia, un riferimento non tanto al mondo musicale, ma allo stile di vita del celebre cantante di origine ucraine, dopo una vita di eccessi da sbornie e da tre pacchetti di Gitanes al giorno.
E’ un omaggio, non solo al singolo artista, ma a tutti coloro che hanno lasciato qualcosa di concreto nel mondo dell’arte, attraverso una esistenza vissuta senza freni, alla costante ricerca di emozioni profonde, una vita intensa e sregolata.

Di carattere politico è l’opera Morgenthau, dove l’attenzione è rivolta al piano punitivo nei confronti della Germania post bellica, riducendola alla fame; un piano attuato dal ministro americano del Tesoro, Henry Morgenthau. Sono spighe di grano stente e secche, è un modo per “pastoralizzare” il popolo tedesco, eliminando la più importante fonte di sostentamento. La presenza di un serpente metallico alla base, è simbolo del male, ripreso dalla sfera religiosa, che si insinua nella cenere fra le spighe.

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Anselm Kiefer – Morgenthau, 2015. Glass, metal, lead, resin, gauze, gold leave, sand, terracotta and acrylic 210x120x91 cm © Anselm Kiefer. Photocredit Georges Poncet. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

Nella sala successiva due grandi tele riprendono il paesaggio scandinavo. In entrambi i dipinti tratti dal poema Kalevala, il vecchio vate Vainamoinen fabbrica strumenti con le mascelle dei lucci pescati nel grande lago lappone, rifiutato dalla giovane Aino lasciatasi morire nelle acque del mare.

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Anselm Kiefer. Väinämöinen verliert Aino, 2018. Emulsion, oil, acrylic and shellac on canvas 280×380 cm © Anselm Kiefer. Photocredit Georges Poncet. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

E’ un poema in rune finlandese scritto nel 1835 da Elias Lönnrot. Quest’opera letteraria è caratterizzata da una ambientazione storica, immersa nella natura. Sono composizioni in cui le rovine, gli alberi e l’atmosfera innescano nel fruitore un viaggio a ritroso, sono dei dèjà vu visivi ed emotivi.

La narrazione non avviene attraverso un evento in particolare, è percettiva e intuitiva. L’artista tedesco lascia che sia il singolo osservatore ad esprimere la propria interpretazione del dipinto; soltanto attraverso i nomi dei protagonisti sulla tela è possibile collocare in un preciso periodo storico l’intera rappresentazione.

Le opere di Kiefer sono l’esito di una lunga e lenta elaborazione, appaiono spesse e aspre, utilizza materiali eterogenei per indagare sul passato, meditare sul presente e proiettarle nel futuro.

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Luca Del Core, vive e lavora a Napoli. E' laureato in "Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali" presso l'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Giornalista freelance, ha scritto per alcune riviste di settore, per alcune delle quali è ancora redattore, e attualmente collabora con art a part of cult(ure). La predisposizione ai viaggi, lo porta alla ricerca e alla esplorazione delle più importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali, pubbliche e private.

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