Terra Trema delle artiste brasiliane a Napoli

Metti insieme due gallerie d’arte e vedi cosa succede. Dalla sinergia di due importanti istituzioni culturali, la Mendes Wood Gallery di San Paolo in Brasile e la sede italiana della Thomas Dane Gallery di Napoli, è in corso una interessante mostra, dal titolo Terra Trema, allestita nell’omonima galleria partenopea, una collettiva di sei artiste brasiliane: Paloma Bosqué, Anna Bella Geiger, Sonia Gomes, Patricia Leite, Solange Pessoa e Leticia Ramos, fino al 30 novembre 2019.

Il titolo dell’esposizione riprende il film, La Terra Trema, del 1948 di Luchino Visconti e l’adattamento cinematografico della novella, I Malavoglia, del 1881, di Giovanni Verga. Il film narra della storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, in Sicilia, e ritrae le difficoltà quotidiane a seguito dei cambiamenti socio-economici del tempo.

L’exihibit propone sei artiste dalla creatività eterogenea, di diverse generazioni, una produzione artistica che va dal 1968 al 2018: processi poetici di approfondimento e accrescimento, di storie personali e universali incontrano una enfasi in materialità geografica, fotografica e pittorica.

L’approccio multidisciplinare di Anna Bella Geiger (1933), è caratterizzato dall’inclusione di elementi rappresentativi nel suo lavoro e dall’uso di incisioni fotografiche, fotomontaggi, assemblaggi, sculture e video, un esempio è Passagens II, (1974).

Negli anni ’80 si concentrò sulla pittura e, all’inizio degli anni ’90, sulle immagini cartografiche fuse in metallo e sulle costruzioni di scatole di archivio di ferro che incorporavano elementi solidi cristallini e dipinti a cera calda (encausto). Alcune opere presenti in mostra evidenziano il loro implicito controllo strutturale su lavori che inevitabilmente rafforzano il valore di un punto di vista marginale.

I suoi film sono gesta verso la trasgressione. Mapas Elementare n.3 (1976), è un poema visivo che allude alle condizioni e ai miti attribuiti alle culture latino americane.

I lavori di Solange Pessoa (1961), si distinguono per la loro densità e abbondanza, dando agli spettatori l’impressione di trovarsi di fronte a un composto organico, Sem Titulo (2013).

E’ un materiale dinamico, caratterizzato dall’interazione fra forma e contenuto, fra l’interno e l’esterno, un’opera dall’estetica primordiale. In realtà, l’interesse non è rivolto solo alla forma; né è rappresentativo la rottura dell’artista con la struttura geometrica studiata e venerata dalla sua generazione. I suoi manufatti suggeriscono uno spostamento temporale che non si limita a un puro riferimento al passato.

Queste sculture deforme e “barocche”, cesellate da pietra ollare (2013-2017), evocano il significato metafisico del primo strumento umano. I suoi oli su tela, invece, raffiguranti creature primordiali, antropomorfe e anfibi, sembrano composizioni grafiche che preservano le qualità formali delle sue sculture.

Se i lavori della Pessoa richiamano le origini primordiali della vita preistorica, precarie sono le sculture tessili, Maria dos Anjos, (2017-2018) di Sonia Gomes (1948).

L’artista brasiliana ha realizzato statue e installazioni con materiali diversi, come vestiti e mobili, e gioca con le potenziali combinazioni spirituali tra di loro. Le sue composizioni derivano da una pratica spontanea e informale di decostruzione e riassemblaggio degli oggetti quotidiani. Sono tutti realizzati attraverso un processo intuitivo e conservano una traccia della funzione precedente, a cui si aggiunge un nuovo significato, partendo dalla loro natura fisica e dal peso storico.

Gomes progetta contorsioni multiple e meticolose con il tessuto, utilizza rigorosamente tecniche artigianali. Ogni cucitura o piega proviene da procedure vernacolari volte a trascendere la nozione di popolare, combinando l’ingenuo e l’erudito, il tradizionale e l’inventivo, il readymade e l’autore, con l’obiettivo di creare una rielaborazione affettiva, estetica e politica dei singoli manufatti. All’interno del groviglio di memorie e materializzazioni intuitive, i tessuti trovano vie di fuga in modo tattile e organico, sperimentano modi nuovi e vibranti di esistere.

Diverse sono le sculture, Arranjo cego – Ovo com torre, (2018) di Paloma Bosque (1982), che pongono l’attenzione sull’evoluzione dei materiali e sull’effimero, in cui sono stati impiegati materiali differenti come l’ottone, il feltro, il bronzo, il carbone, la resina, la cera, involucri organici, carta artigianale e fondi di caffè.

La presenza di prodotti artigianali allude alla relazione delle sue sculture con il corpo, mentre i materiali organici e le forme geometriche collegano caratteri del movimento neo-concreto brasiliano con le sensibilità post-minimaliste.

Leticia Ramos (1976), indaga sulla materialità ed eredità storica del medium. Nelle sue opere i principi della fotografia e i suoi elementi di base, luce e carta, sono impiegati per sperimentare attraverso una metodologia, Novo Risco VIII, (2019).

Questo include l’utilizzo di tecniche appropriate per la documentazione fotografica, l’artista manipola la loro applicazione in modo da ottenere visioni spettrali. La sua ricerca si concentra sulla creazione di apparati fotografici adeguati per catturare e ricostruire il movimento e presentarlo attraverso video, fotografia e installazione, con un particolare interesse per la scienza della finzione, in modo tale da sviluppare complessi romanzi geografici in alcune delle sue serie.

Il suo filmato, Nao è dificil para un investigador da natureza simular os fenomenos (2018), documenta una sequenza di eruzioni vulcaniche simulate.

Nei dipinti di  Patricia Leite (1955), che includono nuovi lavori su legno creati appositamente per la mostra, le raffigurazioni bucoliche minimali mostrano una prospettiva deviata, rendendo le vedute di viaggi e video fugaci, quasi ingenue, un esempio è Super Lua com Bruma, (2019).

Queste fonti evidenziano le esperienze personali e le percezioni tattili. L’artista dà sfogo ai suoi ricordi e ai suoi affetti latenti attraverso un esercizio pittorico estremamente peculiare. Nel suo corpus di opere, troviamo echi e risonanze ricorrenti da temi e stili che sono ben rappresentati nella storia dell’arte, come la pittura di paesaggio e della pop art.

Tuttavia, queste risorse sono sempre utilizzate come supporto per esprimere manifestazioni intime che potrebbero essere in un diario o in una mappa con immagini organicamente raccolte e accuratamente modificate.

Le diverse sensibilità toccate dalle artiste in mostra danno vita a un percorso coinvolgente e suggestivo. Terra Trema getta luce sulla corrente produzione artistica nel Sudamerica, compromettendo ogni preconcetto sulla creatività dell’arte brasiliana.

Info mostra

  • Terra Trema
    Paloma Bosqué, Anna Bella Geiger, Sonia Gomes, Patricia Leite, Solange Pessoa e Leticia Ramos
  • fino al 30 novembre 2019
  • Thomas Dane Gallery
  •  Via Francesco Crispi, 69/1º Piano, 80122 Napoli 
  • Telefono: 081 1892 0545
Installation view, Thomas Dane Gallery
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Luca Del Core, vive e lavora a Napoli. E' laureato in "Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali" presso l'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Giornalista freelance, ha scritto per alcune riviste di settore, per alcune delle quali è ancora redattore, e attualmente collabora con art a part of cult(ure). La predisposizione ai viaggi, lo porta alla ricerca e alla esplorazione delle più importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali, pubbliche e private.

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