Incipit – Atto Originale di Paola Risoli a Napoli

“Conoscenza” è un termine che può assumere significati diversi a seconda del contesto, ma ha in qualche modo a che fare con i concetti di significato, istruzione, comunicazione, rappresentazione, apprendimento e stimolo mentale. In filosofia è descritta spesso come informazione associata all’intenzionalità e il suo studio è affidata all’epistemologia (che si interessa alla sua indagine come esperienza o scienza ed è quindi orientata ai metodi ed alle condizioni della conoscenza), ed alla gnoseologia (che si ritrova nella tradizione filosofica classica e riguarda i problemi a priori del sapere in senso universale).

Non esiste un accordo su ciò che costituisce la conoscenza, la certezza e la verità. Si tratta di questioni ancora dibattute dai filosofi, dagli studiosi di scienze sociali e dagli storici. Nella storia della filosofia occidentale si sono spesso contrapposte (e a volte sovrapposte) due linee di pensiero: coloro che considerano la conoscenza un prodotto della mente e dell’indagine introspettiva, e quelli che asseriscono che essa deriva unicamente dai sensi, cioè dall’esterno.

Un approccio molto interessante è quello proposto dall’artista Paola Risoli (Milano, 1969), artefice di una vera e propria indagine individuale, con una mostra personale allestita nelle sale della Shazar Gallery, a Napoli, fino al 23 dicembre 2019.

Incipit, articolato tra video, fotografia e installazione, è un progetto multimediale con una sua autonomia, evoluzione e compiutezza, inserito nel più esteso I Choose Knowledge, un processo e percorso artistico incentrato sulla conoscenza, sulla ricerca e sul raggiungimento della consapevolezza. Fonte di ispirazione per lo studio e la profonda riflessione dell’artista è la Bibbia, l’Antico Testamento. E’ la figura di Eva ad attirare l’attenzione, a cedere alla tentazione del serpente inducendo Adamo a trasgredire il divieto.

Ad accogliere i visitatori è il trittico fotografico, Incipit I, II e III, messo in stretta correlazione con il video Thanks Eva, in cui una suora è immortalata nell’atto di mordere una mela. E’ ricorrente nella Storia l’approccio mentale libero e rivoluzionario delle sante, come Hildegard von Bingen (1098-1179), mistica, musicista e cosmologa, Caterina da Siena (1347-1380), teologa e filosofa, Teresa d’Avila (1515-1582), religiosa e mistica spagnola, Madame Guyon (1648-1717), mistica francese, e tante altre.

La suora è ben consapevole dell’atto che sta per compiere. Nelle sequenze fotografiche emerge il pensiero, la decisione di aderire alla conoscenza, a cui segue l’atto del morso e, infine, la consapevolezza. Nel video, invece, è una giovane donna a compiere la stessa azione, in un paradigma: volontà/conoscenza, azione/dimensione e introspezione/certezza. Questo modus operandi non è solo un approccio prettamente mentale, è una continua evoluzione che coinvolge tutti i sensi.

Strettamente collegato a questo lavoro è Incipit non datum, in cui una striscia nera attraversa il trittico fotografico come gesto di censura. La banda nera copre il morso della mela, è l’apice del processo interiore, del momento dell’apprendimento. Ciò innesca nell’osservatore una duplice reazione: da una parte la curiosità per il soggetto non visibile e, dall’altro, un senso di sospensione e di riflessione per l’impedimento alla conoscenza.

Un sottile fil rouge lega le tre scatole di ferro collocate nella prima stanza alle immagini della suora, accomunate dall’approccio intellettuale e filosofico della Risoli. Una luce interna illumina tre scritte intagliate, una per ogni oggetto: I choose Knowledge, Scientiam eligo e Ich wahle die Kenntnis. Osservando le opere da una certa distanza muta la loro percezione e avvicinandosi ad esse cambia la chiave di lettura. Nella parte visibile degli oggetti le frasi sono rovesciate e indecifrabili. Grazie al riflesso nell’olio nero all’interno delle scatole, le asserzioni diventano leggibili.

Dalle riflessioni sulla città di Napoli e sul filosofo Giambattista Vico, nato nel capoluogo campano nel 1668, l’artista ha realizzato le altre opere visibili nel percorso espositivo. E’ eloquente l’interesse per il pensiero di Vico non solo dal punto di vista filosofico, ma anche dalla vicinanza fisica della galleria d’arte con il suo luogo natale, con le evidenze storiche, materiali e tattili di un tempo. Con questi presupposti realizza su una parete una scrittura senza soluzione di continuità, di pensieri, di brevi testi sulla conoscenza del bene e del male, tutti riferimenti ai testi biblici.

Ai suoi pensieri si associano e si integrano le riflessioni di altre persone. Sembra di assistere ad un continuo flusso di coscienza di “joyciana” memoria, le parole invadono la superficie, le idee si confrontano e si legano in un gesto di comunione e partecipazione. Come Mario Merz scriveva e disegnava senza staccare la penna e la matita durante la sua prigionia politica, le riflessioni di tante persone sono racchiuse in un testo unico, a prescindere dalle differenze culturali, razziali e religiose.

Saggio è colui che sa di non sapere”- diceva Socrate. Sapiente, infatti, è colui il quale, sebbene abbia ampliato enormemente la sua conoscenza, è umilmente consapevole del fatto che ci sono tante cose che egli non sa, in quanto non si finisce mai di imparare davanti alla vita che ci mette alla prova tutti i giorni e che ci riserva un insegnamento sempre diverso e nuovo.

La conoscenza come cammino, come esperienza e consapevolezza, è l’oggetto di Contact, il secondo video in mostra che raccoglie i rumori, le luci, l’atmosfera e l’essenza dei vicoli partenopei. Risoli ha ripreso con una macchina posta su un carrello i piedi nudi di alcune persone che hanno percorso di notte la strada che collega la casa di Vico fino alla galleria d’arte: 850 metri diritti da San Biagio dei Librai a Spaccanapoli.

La notte, il silenzio, la nudità, il cammino, proiettano questi individui in una nuova dimensione. I piedi nudi sono contatto, istinto, conoscenza attraverso il corpo, immersione nella realtà, esperienza tattile, esposti al rischio, al pericolo, ad affrontare la vita senza barriere e senza protezione.

Info mostra

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Luca Del Core, vive e lavora a Napoli. E' laureato in "Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali" presso l'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Giornalista freelance, ha scritto per alcune riviste di settore, per alcune delle quali è ancora redattore, e attualmente collabora con art a part of cult(ure). La predisposizione ai viaggi, lo porta alla ricerca e alla esplorazione delle più importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali, pubbliche e private.

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