Re_Setting, e si ripristina il lavoro dell’Arte. Shazar Gallery, Napoli

Lockdown, resetting, riapertura, sono i termini più utilizzati dal mondo dell’Arte e non solo, dopo il periodo traumatico del Coronovirus. Ricominciare, per guardare al futuro recuperando ciò che è stato sospeso o rimandato. E’ una Ricerca del tempo perduto di proustiana memoria, in cui le istituzioni culturali pubbliche e private avvertono la necessità di promuovere e diffondere cultura, proponendo mostre personali e collettive di artisti emergenti o affermati.

In questo contesto si inserisce la Shazar Gallery di Giuseppe Compare, artefice di una esposizione collettiva, dal titolo Re_Setting, in via Pasquale Scura 8, a Napoli, fino al 31 luglio 2020, in cui sette artisti, Monica Biancardi, Simone Cametti, Saghar Daeiri, Rocco Dubbini, Lello Lopez, Anna Raimondo e Paola Risoli, mostrano al pubblico una serie di opere che la galleria avrebbe dovuto esporre nelle fiere annullate.

Un periodo di restrizioni che ha generato interessanti spunti di riflessione per la realizzazione di nuovi lavori, un esempio è il video Visor in a bottle di Paola Risoli, o la scultura di Simone Cametti, lavoro ripreso da una residenza a Mosca di qualche anno fa e prodotto oggi, un coltello, simbolo di una parte di realtà che deve essere recisa e/o eliminata; una quarantena che è stata fonte di ispirazione per un altro progetto, il Paesaggio morale di Lello Lopez.

Entrando nelle sale dello spazio espositivo ci si immerge in una realtà caratterizzata da una creatività artistica eterogenea, un approccio multidisciplinare che va dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla videoinstallazione. L’opera di My big future # 2, tiraggio di carte napoletane per la crisi post-covid di Anna Raimondo, focalizza l’attenzione sul valore dell’Arte e dell’artista nella società contemporanea. Reduce dalla partecipazione radiofonica a Documenta 14 nel 2017, la crisi del Coronavirus del 2020 ha innescato un clima di incertezza, nella quale l’artista, attraverso un dialogo con la sensitiva napoletana Paola Volpe, ha formulato tre quesiti:la visione dell’Arte come emancipazione, il ruolo dell’Arte e della figura dell’artista e la realizzazione di un ipotetico reddito universale.

Una nuova serie di dipinti, su tela e su carta, Swallow-Kiss_Burn, dell’artista Saghar Daeiri sono incentrati sulla mitologia mediorientale e sulle immagini archetipiche. L’organizzazione dello spazio rimanda alle miniature erotiche persiane. All’interno di un giardino, metafora del paradiso terrestre, emergono piante ad arco, labirinti verdi, rose, fontane e corsi d’acqua, oggetti utilizzati per innescare un cortocircuito visivo nell’osservatore: paesaggi simbolici di utopie sbagliate. In primo piano una composizione floreale dai colori sgargianti rimanda ad una natura florida e rigogliosa; in realtà è una immagine subdola, è una costruzione fittizia e artificiale di un mondo patinato in cui conta l’apparire e non l’essere. Della stessa caratura sono le figure femminili caratterizzate da evidenti ritocchi estetici della chirurgia plastica e dalla presenza di una donna che si tuffa nell’acqua torbida di una fontana. Nulla è come appare. In questi dipinti, i sogni idealisti si trasformano in deliri perversi e le fantasie di speranza diventano realtà malinconiche.

Acuta osservatrice del mondo circostante, dell’attualità e del valore dell’arte nella società, durante i mesi della quarantena dovuta alla crisi sanitaria Covid 19, l’artista Paola Risoli ha prodotto un video di 3’50’’, Visor in a bottle, in 3 lingue, in cui spiega come costruirsi un visore protettivo contro il virus, usando semplicemente una gruccia in ferro, una bottiglia di plastica e un elastico. Una creatività che va oltre un fine puramente estetico-concettuale, a favore di un bene per la comunità. Nota per le sue sculture in carta, colla e materiali di recupero, ha dato il proprio contributo contro la pandemia. Una sensibilità che la proietta verso coloro che non sono nelle condizioni di potersi procurare delle mascherine sanitarie per proteggersi dal virus, in particolare nei paesi poveri del mondo.

Antico e moderno, neuroscienza e tecnologia, su questi termini si basa l’opera Contro_Tempo_Emergente di Rocco Dubbini. In questo lavoro, l’artista ha teso un filo diretto, invisibile, tra la sua “prima opera” e “l’ultima opera”. Quest’ultima è stata presentata per la tesi in Accademia, una scultura in fusione della cavità ventricolare del cervello, l’unica zona cava e vuota dell’encefalo, che rappresenta la libertà dell’artista dai condizionamenti esterni. I volti di tre celebri personaggi, Baudelaire, Debussy e Bakunin, sono oscurati da una sezione dei ventricoli cerebrali creata digitalmente. Il “pensiero” dei tre intellettuali trova una corrispondenza visiva e concreta nell’anatomia umana.

Il paesaggio è un tema ricorrente nella storia dell’arte, sia esso naturale, messo a coltura o urbano, fatto di architetture, archeologia e altro ancora. Non è solo una scenografia della nostra esistenza, ne è una parte integrante ed attiva. Il Paesaggio morale dell’artista Lello Lopez, è il luogo dove si manifestano le verità e le emozioni, ci condiziona con la sua presenza assumendo di volta in volta un valore etico e una qualità morale. Osservando le due opere presenti in galleria, la visione simmetrica, una in bianco e nero, e l’altra a colori di alberi e fogliame, genera una riflessione sulla conoscenza diretta del mondo concreto e della personale percezione dello spazio basata sulle relazioni, sugli incontri e sull’ambiente. Altra componente fondamentale è la memoria, dove sono presenti le tracce delle iniziali interazioni con la realtà e il formarsi della qualità emotiva dell’esperienza.

Il percorso espositivo di Re_Setting si sviluppa nell’altra sala, dove ad accogliere i visitatori è il lavoro Sine_cura, dell’artista Giovanni Battimiello, basato sul controllo e sulle modalità con cui le persone si adeguano ai dettami del potere. Una valigia trasparente e una videoproiezione riproducono la scansione dei bagagli all’interno degli aeroporti. E’ una riflessione sull’adeguamento della società a tale meccanismo, senza avere la possibilità di interferire sul sistema. Una privazione della riservatezza, a favore di una ipotetica sicurezza sociale. Un sottile fil rouge lega la creatività di Battimiello al romanzo 1984 di George Orwell, di abituare le menti umane alla sudditanza, in cui si evincono le contraddizioni che caratterizzano la propaganda politica del Grande Fratello, di canalizzare l’emotività individuale nelle sole direzioni stabilite dal potere. La valigia trasparente mostra la sfera intima e affettiva dell’individuo, gli effetti personali, gli oggetti utili da portare in viaggio. La pandemia, con tutte le sue problematiche, ha dato una ulteriore spinta alle dinamiche del controllo.

Vegetalia 10 è parte del lavoro dedicato al padre, di Monica Biancardi. Mutamenti, è un lavoro sulla trasformazione dei tre mondi: animale, vegetale e minerale. Per ogni realtà sono rappresentate 10 immagini di grande formato, per un totale di 30. L’attenzione è rivolta al processo evolutivo, in questo caso, la foto di una pianta: nascita, crescita e trasformazione. La metamorfosi non sempre rivela le condizioni del soggetto. E’ un lavoro concepito e volutamente ambiguo. Infatti, l’immagine scattata dal basso verso l’alto restituisce una visione delicata ed elegante, come se fosse lo stelo di un fiore. In realtà, alla sua estremità, è visibile una massa amorfa, segno evidente di una malattia. Se nell’essere umano, le tracce di una patologia vengono volontariamente nascoste, perché a volte non si riceve comprensione e supporto, o per paura di essere giudicati, nella natura questo problema non sussiste.

Chiude il percorso espositivo, il progetto Untitled, di Simone Cametti, che nasce durante una residenza fatta nel 2013 a Mosca nel museo MAAM, nel corso di una collaborazione con degli artigiani del posto nella produzione di armi bianche, dove l’interesse è rivolto sulle potenzialità dell’azione a discapito dell’opera compiuta. In questo periodo di resilienza, la ricerca si è focalizzata sempre di più sul processo di rivoluzione in un sistema spento. I lavori realizzati sono due pugnali, compressi in una forma, e dove il tempo si catalizza nell’oggetto. Entrambe le lame sono rivolte verso il piano depotenziandone l’arma. Osservando i due oggetti, uno collocato a terra e l’altro sulla parete, il processo di indebolimento della forza avviene attraverso un calo della tensione. La lama sul pavimento perde tutta la sua potenza, è un pugnale a “riposo”, a differenza dell’altro che nella sua posizione verticale esprime trazione e rigidità.

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Luca Del Core, vive e lavora a Napoli. E' laureato in "Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali" presso l'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Giornalista freelance, ha scritto per alcune riviste di settore, per alcune delle quali è ancora redattore, e attualmente collabora con art a part of cult(ure). La predisposizione ai viaggi, lo porta alla ricerca e alla esplorazione delle più importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali, pubbliche e private.

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