La parola al Teatro #4. Forcella Strit, La Napoli musicale di Abel Ferrara

immagine per Forcella Strit

Un viaggio lungo un ventennio, dal 1987 al 2007, nelle vite, le emozioni e gli amori di un quartiere e dei suoi abitanti. È l’umanità dei vicoli, delle case e delle botteghe, fatte di volti e di voci che si raccontano da un balcone all’altro tra panni stessi, cassette pezzotte e pacchetti di sigarette di contrabando. Forcella Strit, andato in scena al Teatro Trianon Viviani di Napoli, racconta il rione partenopeo e la sua gente dando voce proprio ai protagnisti. Vent’anni come venti sono i protagonisti sul palco, molti scelti per le strade del comune partenopeo.

Liberamente ispirato a Our Town di Thornton Wilder, quello firmato dal regista italo-statunitense (nipote di un emigrato italiano di Sarno) Abel Ferrara, con la collaborazione di Raffaele Di Florio e la drammaturgia di Maurizio Braucci è uno spettacolo nello spettacolo.

Guidati da un bizzarro direttore, quasi un novello Virgilio nei gironi danteschi, una compagnia di giovani attori porta in scena una commedia musicale ambientata proprio a Forcella. In una sorta di metateatro, si esce e si entra continuamente dalla Forcella della commedia musicale per passare a quella reale in cui non mancano le interazioni con il pubblico sulla messa in scena e sui temi dello spettacolo stesso.

Strit come strada in inglese (street, ndr) ma anche come stretto, come può essere la realtà di un quartiere in cui tutti sanno tutto di tutti e in cui ognuno sembra costretto nel proprio destino, quasi fosse un copione cui non si può sfuggire. Ispirato dall’antico motto inciso sullo stemma del quartiere (“Ad bene agendum nati sumussiamo nati per fare il bene), Forcella Strit è “un dramma in chiave contemporanea di una Napoli che vuole essere vista e raccontata anche al di fuori dei soliti clichés“.

Un atto d’amore verso Napoli e Forcella, uno dei suoi quartieri popolari troppo spesso dimenticati se non si parla di agguati di camorra, arresti e degrado. Perché appunto siamo nati per fare il bene, anche a Forcella.

Il dramma Forcella Strit – racconta il regista – si concentra sulle persone semplici del quartiere e non su quelle che cercano di comparire in prima pagina. È un modo di guardare la vita quotidiana dalla nascita fino a oltre la morte, attuato da persone che hanno accettato il loro quariere e non hanno nessun desiderio di lasciarlo o di elevarsi al di sopra di esso, desiderando invece di essere il tessuto della città“.

Nato all’interno di un progetto della regione Campania che si svilupperà anche con una mostra fotografica di Luciano Ferrara, la pièce di Ferrara vanta la partecipazione di Nino D’Angelo, sia come promotore dell’iniziativa in quanto direttore artistico del teatro Trianon sia perché i brani che fanno da colonna sonora all’intero spettacolo (“Ciucculatina d’ ‘a Ferrovia”, “Cafè cafè”, “Tengo ‘o sole”, “‘A storia ‘e nisciuno” e “Mamma Preta”) sono tra le pietre miliari della sua carriera.

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Classe 1987. Romana di nascita, siciliana d’origine e napoletana d’adozione. Giornalista professionista, comunicatrice e redattrice freelance. Da sempre appassionata di (inter)culture, musica, web, lingue, linguaggi e parole. Dopo gli studi classici si laurea in Lingue e comunicazione internazionale e in seguito, presso l’università “La Sapienza” di Roma, si specializza in giornalismo laureandosi con una tesi d’inchiesta sul giornalismo in terra di camorra. Ha poi conseguito un master in Giornalismo (biennio 2017 – 2019) presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Giornalista per caso e per passione, ufficio stampa e social media manager per festival, eventi ed associazioni in particolare in ambito culturale e teatrale oltre che per Europride 2011, Trame – Festival dei libri sulle mafie e per Save the Children Italia (2022). Collabora con diverse testate occupandosi in particolare di tematiche sociali, culturali e politiche (dalle tematiche di genere all’antimafia sociale passando per l’immigrazione, il mondo Lgbtqia+ e quello dei diritti civili). Vincitrice della borsa di studio del premio “Giancarlo Siani” per l’anno 2019.
Fotografa, spesso e (molto) volentieri.

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