Letteratura inaspettata #75. Bambi. Emiliano Reali e la metamorfosi di genere oltre gli stereotipi

«Bambi è mistero, illegalità, rischio, violenza, paura, trasgressione. Bambi è dipendenza».

Bambi è Giacomo, o meglio una parte di Giacomo, quella che per tanto tempo è rimasta sopita, costretta dentro ad abiti che non le appartenevano, desiderosa di uscir fuori e rivendicare e urlare la propria esistenza e riempirla d’amore.

Bambi ‘nasce’ nei giovedì sera di trasgressione – da tenere ben nascosti, alla famiglia, a Luana, l’amica di sempre e al resto del mondo – in cui Giacomo, dismessi i panni maschili, si prostituisce nelle strade della notte romana.

immagine per Emiliano Reali BambiLa sua storia – da cui prende il titolo il romanzo Bambi. Storia di una metamorfosi (ed.  Avagliano, 2022) di Emiliano Reali  – si incrocia con quella di tanti altri personaggi in una realtà variegata, fatta di infinite sfaccettature e colori. C’è Luana, compagna fedele seppur ferita di Giacomo, ci sono Lamù, Lucy, Desideria, Francesco e Nicolas.

Quello di Reali è un libro corale cui va riconosciuto il pregio di dare voce a chi, solitamente, non ne ha se non in maniera stereotipata nei trafiletti di cronaca nera. Un romanzo con tanti protagonisti che prendono corpo e sostanza, tanto da apparire in carne ossa vizi e virtù più che meri personaggi di carta.

Da riconoscere all’autore anche il merito di tentare di fare chiarezza nelle mille sfaccettature della comunità LGBTQI+ e non solo, altrimenti destinate ad un’eterna confusione (basti pensare a termini come “travestito”, “transessuale”, “drag queen” o – il meno noto – “drag king”, spesso usati in maniera indistinta e senza conoscerne davvero il significato).

«Sin da giovane mi hanno sempre affascinato le drag queen. Avevano un fascino su di me che non riuscivo a spiegarmi. Era così belle, teatrali e perfette su quei palchi che un giorno ho deciso di scrivere un racconto su di loro. Scrissi un racconto dal titolo L’altra faccia dell’amore che aveva proprio come protagonista questa drag queen. Lo feci leggere a una mia amica che faceva l’editrice che mi consigliò di approfondire e così sono entrato nel mondo non solo delle drag ma anche del travestitismo.

Nel 2009 è uscito il primo romanzo (Se Bambi fosse trans?, ed. Meridiano Zero) che è andato molto bene al punto che ogni mattina mi davo i pizzicotti per capire se si trattava di un sogno. Talmente bene che nel 2015, c’è stato un seguito (Maschio o femmina?, ed. Meridiano Zero) e poi, nel 2017, un altro (Ad ogni costo, ed. Meridiano Zero).
Bambi è stata tradotta in spagnolo e ha raggiunto il mercato editoriale del sud America», ha raccontato spiegando la genesi del romanzo e del personaggio di Bambi durante una presentazione al Circolo di Cultura Omossesuale “Mario Mieli”.

«Diciamo che – ha aggiunto – l’impulso principale della scrittura, per quanto mi riguarda, è la curiosità e il voler conoscere e comprendere qualcosa che è altro da me. Essere scrittore, per me, è capire quello che c’è intorno a me e partendo da quel primo racconto sulle drag queen ho voluto capire cosa c’era in questo mondo che, pur essendo omosessuale, non conoscevo. Mi sono reso conto che anche i ragazzi omosessuali conoscono la realtà delle drag queen e della transessualità solo per stereotipi. Vivendo con loro e scrivendo i vari romanzi, ho visto sdoganarsi tante cose che credevo essere degli assunti irrinunciabili e che invece erano sciocchezze, dei veli di superficialità che il giudizio comune ci spacciava come conoscenza».

Protagonista assoluta la metamorofosi e il disvelamento del sé e della propria realtà. Bambi non è una creatura avulsa da Giacomo perché Bambi è sempre stata dentro di lui.

Allo stesso modo anche gli altri personaggi trovano, si incontrano e spesso si scontrano con un pezzo sconosciuto ma sempre esistito di sé, che sia fatto di paillettes e tacchi vertiginosi o soltanto di desideri inconfessati e inconfessabili, e lo disvelano a se stessi e agli altri mentre si scontrano e si incontrano con i vari sé degli altri.

Il romanzo ha una dedica importante: Alla favolosa La Karl du Pigné al secolo Andrea Berardicurti. L’incontrastata “imperatrice madre” delle drag queen capitoline ma anche l’amico e attivista punto di riferimento della comunità omosessuale della Capitale che per anni ha ricoperto il ruolo di membro della segreteria politica del circolo Mario Mieli,  spentosi il 4 settembre 2018.

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Classe 1987. Romana di nascita, siciliana d’origine e napoletana d’adozione. Giornalista professionista, comunicatrice e redattrice freelance. Da sempre appassionata di (inter)culture, musica, web, lingue, linguaggi e parole. Dopo gli studi classici si laurea in Lingue e comunicazione internazionale e in seguito, presso l’università “La Sapienza” di Roma, si specializza in giornalismo laureandosi con una tesi d’inchiesta sul giornalismo in terra di camorra. Ha poi conseguito un master in Giornalismo (biennio 2017 – 2019) presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Giornalista per caso e per passione, ufficio stampa e social media manager per festival, eventi ed associazioni in particolare in ambito culturale e teatrale oltre che per Europride 2011, Trame – Festival dei libri sulle mafie e per Save the Children Italia (2022). Collabora con diverse testate occupandosi in particolare di tematiche sociali, culturali e politiche (dalle tematiche di genere all’antimafia sociale passando per l’immigrazione, il mondo Lgbtqia+ e quello dei diritti civili). Vincitrice della borsa di studio del premio “Giancarlo Siani” per l’anno 2019.
Fotografa, spesso e (molto) volentieri.

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